Wayne Eden, il campione rapito
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Wayne Eden
Correva l’anno 1975. In quell’anno, correva soprattutto un americanino di nome Wayne Eden. Lo aveva scoperto uno dei più grandi talent scout della nostra ippica, Vincenzo Gasparetto, che lo acquistò per conto di Piero Giudici, titolare della Scuderia Mira II.
Wayne Eden venne affidato ad Anselmo Fontanesi e in coppia con il “Morino” fece subito vedere di che pasta fosse fatto. Era un momento splendido, quello, per il trotto italiano, che ai prodotti autoctoni (Delfo su tutti) affiancava ottimi cavalli pescati oltre Oceano: diciamo Timothy T e The Last Hurrah, tanto per chiarire il concetto. Wayne Eden venne, vide le piste italiane e… vinse: tra l’altro, appunto nel 1975, il Gran Premio Città di Montecatini.
Il rapimento
Il suo nome andò ad arricchire un albo d’oro che già comprendeva i nomi di Barbablù, Smokey Morn, Keystone Spartan e Carosio, ma finì anche sulle prime pagine dei quotidiani per un altro motivo: fu il primo cavallo rapito in Italia.
Nella notte di Ferragosto del 1975, appunto dopo aver vinto il Città di Montecatini, Wayne Eden sparì dal suo box.
Anselmo Fontanesi raccontò le modalità della liberazione a Michele Ferrante de La Gazzetta dello Sport: “Vincenzo Gasparetto portò avanti la trattativa. I rapitori chiedevano tanti soldi, fece capire loro che non avrebbero mai ottenuto la cifra richiesta, perché il cavallo era assicurato per alcune centinaia di milioni e i proprietari non erano intenzionati a sborsare una lira per riaverlo. Alla fine, io e Gasparetto mettemmo assieme dodici milioni e li offrimmo ai rapitori. Li consegnò personalmente Vincenzo e l’8 settembre Wayne fu ritrovato a Montescudaio, in provincia di Pisa”.
La conclusione della carriera
Wayne Eden era un trottatore perfetto, uno spettacolo vederlo “abbassarsi” dietro la macchina per scattare al comando o sull’ultima curva per lanciare lo spunto vincente. È morto nel 1999, a 29 anni, senza lasciare eredi in pista alla sua altezza: il figlio di Speedy Rodney e Rebecca Eden, infatti, da stallone si dimostrò meno efficace che in corsa.
Da quella vittoria e da quel rapimento sono passati 47 anni: altri cavalli sono stati rapiti, altri cavalli hanno aggiunto il loro nome nell’albo d’oro del Gran Premio.
Ma a noi, vecchi cavallari romantici, nessuno potrà togliere dagli occhi la coda dritta di Wayne Eden che sbatte in faccia al “Morino”: siamo fatti così, e nonostante tutto non ci dispiace…