Trevor Francis
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Trevor Francis
Classe 1954, da Plymouth, Inghilterra, quando arriva alla Sampdoria nell’estate del mundial spagnolo, Travor Francis è già un nome importante; alle iniziali caterve di gol nel Birmingham City (118 in 279 partite) ha aggiunto una fugace esperienza a Detroit e poi un paio di Coppe dei Campioni con il leggendario Nottingham Forest del mago Brian Clough, la prima delle quali griffata dal suo gol in finale che condanna il Malmoe; una stagione con il Manchester City sempre ricca di gol, 12 in 26 gare, e poi l’approdo a Genova (sponda blucerchiata) dove Mantovani ha riportato la Serie A ma ha dovuto ricostruire la batteria del reparto avanzato.
Arrivederci e grazie a Sella e Garritano ed ecco Chiorri, Mancini e il bomber d’oltremanica.
Partenza volante
L’esordio è di quelli da stropicciarsi gli occhi, 1-0 alla Juventus alla prima giornata con staffilata di Ferroni e tanti saluti, la presa di San Siro con l’1-2 firmato Mancini e Trevor e l’1-0 alla Roma che dopo tre giornate proietta la Samp sulle prime di tutti i giornali e soprattutto in cima alla classifica.
Francis però esce al 42′, rientra alla decima con l’Avellino ma dura solo un tempo e poi si rivede alla ventunesima, per un finale di campionato nel quale insacca sei reti in nove gare (leggendaria la tripletta nello 0-4 di Udine).
La Samp sogna con il suo bomber, stagione per metà persa ma classe e giocate di un’altra categoria; l’ 83-84 è un po’ la fotocopia dell’anno precedente, inizio spettacolare con doppietta all’Inter alla prima giornata e poi una serie di problemi fisici che ne limitano l’estro e il rendimento. Morale della favola, 15 gare e tre marcature.
Tappa a Bergamo
Ormai però la Sampdoria è innamorata di Trevor e Francis è innamorato della Samp, così la conferma è la logica conseguenza, arriva perciò un campionato vinto sorprendentemente dal Verona nel quale l’asso britannico colleziona 24 gare, 6 reti, la vittoria della Coppa Italia e il titolo di capocannoniere del trofeo con 9 segnature; la quarta stagione a Genova, quella del commiato, vede Francis ancora frenato da un susseguirsi di fastidi che gli concedono solamente 14 gettoni di presenza conditi da una rete nel 2-2 con la Fiorentina.
Il 28-4-1986, nel 3-0 subito a Napoli, alla penultima, gioca 59 minuti e poi lascia il posto a Mancini: sarà la sua ultima volta da blucerchiato, perché in estate passerà all’Atalanta di Nedo Sonetti, dove le sue 21 presenze non basteranno a evitare il ruzzolone in Serie B, ma con la quale riesce, da finalista di Coppa Italia, a raggiungere un’incredibile piazzamento nella successiva Coppa delle Coppe!
Tornando (quasi) a casa
Lasciata Bergamo senza troppi rimpianti, Francis rientra in terra d’ Albione per giocare con i Rangers Glascow, il Qpr e lo Sheffield Wednesday, dove nel 1994 appenderà definitivamente le scarpe al chiodo.
Tanti gol, tante vittorie ma anche tanti infortuni, una stella che ha brillato meno di quel che doveva perché la sorte a volte decide che non tutto va come deve andare.
Ma se dalle parti di Marassi vi capita di menzionare il suo nome con qualche tifoso non più di primo pelo, vi accorgerete che contro l’amore nemmeno la sorte è poi così forte.