Stefano Borgonovo, Giancarlo Marocchi e Pietro Gerardo Maiellaro: Uno su mille ce la fa
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Previsione Azzeccata
Tra coloro che allora si guadagnarono il prezioso riquadro del Guerino, qualcuno ce l’ha davvero fatta, ha lasciato il segno che desiderava arrivando a indossare addirittura l’azzurro della Nazionale Italiana. Due nomi su tutti: Borgonovo e Marocchi!
Stefano Borgonovo
Stefano Borgonovo è uno dei gioielli di un Como che negli Anni 80 sforna talenti a ripetizione. Nato a Giussano, di professione vuole fare l’attaccante, esordisce in A a marzo del 1982 e da lì partirà per una carriera che lo vedrà’ transitare da San Benedetto del Tronto, tornare a Como, ripartire per Milano via Firenze (dove nella stagione 88-89, al fianco di Roby Baggio, darà vita a una delle coppie d’attacco più amate della Viola), poi a Udine, Pescara e Brescia, disputerà tre gare in Nazionale A contando a fine carriera 277 gare e 75 reti tra A e B (uniche categorie frequentate); colpito dalla Sla, diventerà un’icona della lotta alla stessa malattia dando vita a una fondazione che porta il suo nome.
Giancarlo Marocchi
Quando Giancarlo Marocchi appare nel riquadro di Ventura, è solo un omonimo del Marocchi (Marco) che ha esordito in A la stagione precedente con i felsinei; è un ragazzino 17enne prelevato da Imola e pronto per il grande salto. La stagione del Bologna è da incubo (arriverà infatti la prima retrocessione della storia in Serie B) e Giancarlo non riuscirà a esordire, ma dal campionato successivo partirà per una carriera ricca di soddisfazioni e trofei.
Disceso fino agli inferi della C1 con i rossoblù, gli occorrono sei stagioni e 171 presenze per arrivare a Madama la Juventus e mettere in carniere 2 Coppe Italia, 1 scudetto, 1 Supercoppa Italiana, 2 Coppe Uefa, 1 Coppa dei Campioni più 11 presenze in Nazionale, compreso il terzo posto delle notti magiche di Italia 90. Chiusa la parentesi bianconera, rientra a Bologna per ulteriori quattro campionati di A e una vittoria nella Coppa Intertoto; oggi è apprezzatissimo commentatore Tv, elegante e mai banale… L’altro Marocchi, nel frattempo, totalizzava 9 gare in A, 74 in B e una marea di campionati di terza serie.
Pietro Gerardo Maiellaro
La terza previsione azzeccata da Ventura porta il nome di un fantasista che ha fatto sognare la piazza di Bari, ma all’epoca era ad Avellino: Pietro Gerardo Maiellaro! In Irpinia, Maiellaro ci arriva grazie a un’amichevole tra il Lucera (squadra al tempo in Serie D) e l’Avellino; patron Sibilia lo vede giocare e dopo 20 minuti lo chiama a sé facendogli sottoscrivere un contratto! Maiellaro è il genio di quella Primavera, si narra che in allenamento facesse letteralmente impazzire nientemeno che Di Somma, il quale sovente lo “accompagnava” con qualche entrata decisa.
Il genio di Candela, però, non esploderà al “Partenio”; Varese, Taranto e Palermo saranno le tappe che lo porteranno a diventare l’idolo di Bari, dove in un quadriennio metterà in mostra numeri da “grande”, guadagnandosi le attenzioni della Fiorentina. In Toscana però l’estro di Pietro non riuscirà a emergere, così le successive tappe saranno Venezia, Cosenza e Palermo, prima di un’avventura in Messico con il Tigres e un ritorno nel suo Sud a deliziare la piazza di Benevento e quella nobile decaduta di Campobasso.
Quando era a Cosenza, affrontò i suoi ex compagni viola e decise di mettere tutti a tacere saltando mezza squadra prima di segnare un gol spettacolare: genio e sregolatezza! Oggi allena con alterne fortune i dilettanti pugliesi, e chissà come gestisce i 10 come lui…