Sondrio o son Desto? – Paolo Bordoni
Il tempo di lettura dell'articolo è di 7 minuti
Se lo dice lui…
Dalle parti di Sondrio, se parlava di calcio Orazio Roncati nessuno poteva obbiettare o contraddire, è stato una delle massime espressioni pallonare di Valtellina e dintorni. Inter su tutte, ma poi Parma, Cesena, Genoa e tante altre esperienze con la tecnica nei piedi.
Nessuno quindi ha dubbi quando, alla guida del Sondrio come allenatore, lancia un giovane Paolo Bordoni tra i pali della squadra cittadina: siamo agli albori degli Anni 80 e il giovanotto in questione è un classe 1963 con nelle mani una dote che lo porterà fino alle porte della Serie A, si parte per Bergamo!
In braccio alla Dea
L’Atalanta non è ancora lo squadrone del Gasp, ma altalena tra A e B ed è comunque una blasonata del calcio nostrano. Bordoni vi giunge nell’estate 1982 e tra il sogno di uno Zoff del domani e un esordio in cadetteria, si accomoda 34 volte sulla panchina orobica diretta dal sempre composto Ottavio Bianchi. Il titolare è il baffuto Benevelli, il piazzamento finale un ottavo posto.
Confermato anche nella successiva stagione, in panchina arriva il generale Nedo Sonetti, il quale lo alterna in panchina con l’altro giovane Pappalardo, il titolare resta Benevelli e per Bordoni arriveranno 16 panchine con conseguente conferma per la futura Serie A, visto che i nerazzurri vincono il campionato; in massima serie (resta Sonetti) ecco un valzer di portieri niente male, incominciano Benevelli e Drago ma poi il primo va a Padova e il secondo a Cremona, così ecco gli esperti Piotti e Malizia prendersi la scena.
E Bordoni? Il ventiduenne Paolo racimola tre apparizioni in panchina, a Cremona, Genova e in casa con l’ Ascoli, ma di esordio nemmeno a parlarne; a fine stagione, perciò, ecco la partenza per Piacenza, scende in C1 ma ha una voglia matta di mettersi alla prova!
Finalmente Piacenza!
E infatti ci mette un attimo a guadagnarsi i galloni del titolare, in teoria sarebbe dodicesimo del più esperto Pellini, ma dopo poche domeniche ha l’uno sulla schiena ed è protagonista della sfiorata promozione in B della banda del Titta (Rota), ad aprile poi si toglie anche lo sfizio di aggiudicarsi il torneo Angloitaliano, come inizio non c’è male!
Confermatissimo tra i pali biancorossi, ecco che nel campionato 86-87 arriva finalmente la tanto agognata Serie B, fa coppia ancora con Pellini e gioca tutte le 34 gare in programma, Piacenza primo davanti al Padova e Bordoni protagonista assieme ai vari Signori (sì, il Beppe!), De Gradi, Tomasoni, Tessariol, Simonetta e Madonna.
L’esordio tra i cadetti avviene il 13-9-1987 in un Piacenza-Barletta risolto da un autogol di Lancini a favore degli emiliani; in quel primo campionato cadetto Bordoni si contende il posto con il marchigiano Fabrizio Grilli, che lo scalza dalla sedicesima alla ventiseiesima, poi ecco Bordoni titolare fino a fine stagione, ventisette presenze totali e ancora in biancorosso anche per il torneo 88-89.
Il secondo torneo cadetto, però, si rivela un disastro a livello di squadra, Catuzzi e Perotti si alternano sulla panchina piacentina ma non evitano un ultimo posto che significa retrocessione, Bordoni gioca trentaquattro volte (le ultime quattro in campo scende Grilli) subendo trentacinque reti, e decide di restare anche in C1 per tentare l’immediata risalita; la stagione in terza serie risulterà invece deludente, in panchina arriva il rosso Rumignani, che può disporre di gente del calibro di Cornacchini, Serioli, Occhipinti e Galassi, ma il Piacenza non gira e non va oltre un anonimo ottavo posto, il portiere scende in campo 26 volte e poi paga l’aria di rinnovamento e parte per Roma, destinazione Lodigiani, latitudine C2.
Tutte le strade portano a Roma
Parrebbe un declassamento definitivo, questa esperienza capitolina, invece Bordoni si rimbocca le maniche e pian piano ricostruisce certezze e convinzioni. Il primo anno ecco un ottimo quarto posto agli ordini dell’elegante Adelio Moro, con il portiere titolare per 26 volte, al secondo colpo invece si centra il salto in C1, allenatore Specchia e dodicesimo un giovane Lafuenti che da Bordoni imparerà i trucchi del mestiere utili a farlo divenire un nome importante della C.
Nella capitale Bordoni si ferma anche per cinque campionati di Serie C1 nei quali totalizza 168 presenze (su 170!), con l’apice del quarto posto ottenuto nella stagione 93-94 con Attardi alla guida e nella quale si arriva alla semifinale playoff dove ad avere la meglio è una super Salernitana.
L’Abruzzo è casa mia
Gli ottimi tornei a guardia della porta della Lodigiani gli spalancano le porte della cadetteria nell’estate del 1997, quando il suo tecnico Maurizio Viscidi se lo porta a Pescara; in Abruzzo Bordoni si prende la sua rivincita, è subito titolarissimo e il 31-8-1997 in Monza-Pescara rimette piede in Serie B dopo otto anni; disputerà ben 35 gare tutte dall’ inizio, rivelandosi protagonista di una stagione chiusa al 13mo posto.
Stesso numero di gare anche nel campionato di B seguente, quando si parte malissimo con Giorgini e Di Mascio, ma poi si sfiora la A con Gigi De Canio, il sogno sfuma in extremis (inopinata sconfitta casalinga con la rivale Reggina alla terz’ultima) ma il portiere è ormai idolo dello stadio Adriatico, tanto da fermarsi ancora anche per il torneo 99-00 quando arriva in panchina il mago Galeone; parte titolare, ma alla ventiquattresima è vittima di un grave infortunio durante Fermana-Pescara (al 51′ lo sostituisce Aprea) e rientra solamente per le ultime cinque giornate, arriva un tredicesimo posto più tribolato di quel che sembra e la volontà di essere ancora biancazzurro.
La stagione 00-01, però, nasce sotto i peggiori auspici, il Pescara arranca da subito e non bastano quattro cambi di panchina (Delio Rossi, Galeone, Burgnich e ancora Rossi) per evitare la retrocessione in C1, Bordoni è in campo fino a fine aprile per un totale di 31 presenze tutte dall’inizio, l’ultima in casa nella debacle con la Salernitana (1-3) dove subisce anche una rete dall’ex compagno (alla Lodigiani) Di Michele; la brutta caduta provoca un’epurazione in casa Pescara e Bordoni saluta la compagnia partendo per la vicina Giulianova, che si batte in C1, l’ora di appendere i guantoni al chiodo è però arrivata e in casacca giuliese Bordoni non esordirà mai, intraprendendo la carriera di preparatore dei portieri che lo vedrà impegnato principalmente in un Abruzzo scelto come casa.
A conti fatti avrebbe decisamente meritato qualcosa in più dalla carriera, non a caso i tifosi pescaresi lo hanno eletto tra i migliori portieri di sempre visti all’Adriatico, sentimentalmente questo riconoscimento vale più di ciò che poteva essere e non è stato!