Silvio Gori – Figli di un pallone minore
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Silvio Gori
Parte da Rosignano Marittimo l’avventura di Silvio Gori: è lì che nasce nel 1965 e viene presto notato dal Pisa per quel suo fisico “tosto” e quel tiro al fulmicotone che più avanti utilizzerà per calciare le punizioni.
Fatta la trafila nelle giovanili del Pisa targato Anconetani, esordisce in Serie A all’ultima giornata del campionato 1983-84 quando al minuto 82 dà il cambio a Michele Armenise in un Pisa-Lazio che terminerà 2-2 con salvezza per i capitolini e retrocessione per i nerazzurri; la stagione successiva viene confermato anche in cadetteria, e qui comincia a entrare stabilmente nella “rosa” della prima squadra allenata da Gigi Simoni.
Tra l’undicesima e la ventiseiesima trova spazio per le sue 4 presenze stagionali (tutte da subentrante), ma giocare non è facile con un reparto arretrato che prevede Ipsaro Passione, Volpecina, Armenise e Masi, alla fine però scrive il suo nome tra i protagonisti del ritorno in massima serie.
Andata e ritorno
Non segue però il Pisa in Serie A e approda, in prestito, all’Empoli di Gaetano Salvemini, che lo utilizza come valido rincalzo nella stagione che proietta in paradiso, per la prima volta, la squadra empolese; il suo contributo saranno 12 presenze e una doppietta decisiva messa a segno nel 3-2 all’Arezzo, guarda caso su punizione!
Il Pisa nel frattempo è ridisceso in B e Gori viene assoldato per risalire immediatamente, 14 presenze da subentrante sono un piccolo ma utile mattoncino alla pronta risalita, e così Silvio Gori torna in A per disputare la stagione 1987-88, dove riesce a mettere piede in campo in sole 5 occasioni durante una stagione nella quale gli uomini di Romeo Anconetani riescono ad ottenere la salvezza.
Una vespa che punge
La successiva tappa per il difensore si chiama Catanzaro.
I calabresi hanno appena sfiorato il ritorno in A e puntano decisamente in alto, la stagione però vivrà in un anonimato deludente nel quale Gori colleziona 21 gare, 16 delle quali nel girone d’andata; archiviata la parentesi calabrese, il terzino toscano accetta l’offerta della Ternana che milita in Serie C1, due annate a metà classifica con tecnici Tobia e Orazi, lo score di Gori sarà 48 gare di campionato senza alcuna marcatura.
Nell’estate 1991 ecco arrivare la proposta della Juve Stabia, che milita in Serie C2.
Gori accetta senza remore e a Castellammare vivrà un triennio da autentico protagonista, salvezza un pochino affannata il primo anno, promozione incredibile al secondo e addirittura finale playoff per la Serie B al terzo anno (quest’ultima gara persa 3-0 contro la Salernitana), anche se in realtà per Gori ci sarà lo spazio di una sola presenza stagionale.
Il triennio con le vespe di Castellammare vede Gori totalizzare 65 presenze e 6 reti, alcune delle quali rimaste nella memoria collettiva della tifoseria, come quelle a Leonzio e Cerveteri.
La fine di tutto
Finita l’avventura in Campania, il terzino toscano torna a casa e con moglie e figli si stabilisce a Vada (Livorno), dove aiuta il suocero, titolare di un’azienda di trasporti; purtroppo però il destino è in agguato e il 27 luglio 2001 Gori viene colpito alla testa da un pezzo di ferro caduto da una gru.
Ricoverato d’urgenza al “Careggi” di Firenze, spirerà due giorni dopo lasciando un vuoto incolmabile nei familiari e nei tanti appassionati tifosi che hanno avuto il piacere di vedere quel terzino “arare la fascia”…