Sergio Galeazzi e Michele Padovano
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Sergio Galeazzi
Il treno Asti-Cosenza lo avevano preso assieme, al termine della stagione 1985-86: Galeazzi e Padovano si erano distinti tra i galletti piemontesi tanto da convincere una “piazza” esigente come quella calabrese a puntare su di loro. Piemontesi entrambi, iniziano a dar calci al pallone in maniera differente.
Sergio Galeazzi, classe 1965, da Premosello (Novara), viene notato dal Varese in giovane età, lì si forma come giocatore e poi comincia a correre con i grandi a Novara, Serie C2 edizione 83-84, Massei allenatore ufficiale e Loris Boni mister in campo, 14 presenze che lo battezzano calciatore e poi una tappa a Borgoticino per farsi le ossa prima di partire dalla C2 di Asti.
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Idoli del San Vito
Michele Padovano, invece, classe 1966, dopo gli inizi nel Barcanova (gloriosa società giovanile torinese) approda ad Asti già nel 1982 e lì affina quel fiuto del gol che lo porterà, più avanti, anche in Inghilterra! In quel 1989-90 le due “figurine” sono tra i perni insostituibili di un Cosenza che ha appena perso un treno per la Serie A ma sogna di salire comunque sul prossimo.
La corsa e i cross di Galeazzi si sposano alla perfezione con l’opportunismo e il senso del gol di Padovano, il San Vito adora i due ragazzi, che contribuiranno alla salvezza dei lupi della Sila in maniera determinante; Galeazzi disputerà ben 36 incontri dei 38 totali (2 reti all’attivo), mentre Padovano timbrerà 8 volte il cartellino del gol in 31 apparizioni sul campo.
Arrivati all’incrocio…
Qui le strade dei due si dividono: il bomber passa al Pisa, da dove inizierà l’ascesa che lo porterà al Napoli, al Genoa, alla Reggiana, alla Juventus e addirittura all’esordio in azzurro, il tutto arricchito da una Coppa dei Campioni, una intercontinentale, 1 scudetto, 2 Supercoppe Italiane e una Europea (tutto con la Juventus), più le esperienze conclusive in Inghilterra (Crystal Palace) e Francia (Metz) prima di chiudere definitivamente a Como.
Galeazzi invece resta a Cosenza, gioca poco e a ottobre scende a Piacenza a vincere la C1, seguono le esperienze al Baracca Lugo (C1) e poi a Bisceglie, Saronno e Olbia, tutte in C2; nel 1996 il ritorno a casa, triennio a Borgosesia per poi scendere a livello regionale con Varalpombiese, Vigevano, Castellettese e Sunese, dove a 40 anni non si era ancora stancato di correre e crossare per il centravanti titolare; avrebbe certamente meritato di più, ma nel calcio lo sanno tutti che ciò che conta è il gol, chiedere conferma al suo “vicino” di figurina..