Se questo è calcio… – La Tosse e il Qatar 2022
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Se questo è calcio…
Nati sotto una cattiva stella (quella della corruzione ai massimi livelli, ricordate?), i Mondiali di Qatar 2022 si avviano a conclusione mantenendo la rotta iniziale, con il gioco del calcio che passa in secondo piano.
Stasera, Francia-Marocco: sul piano calcistico, la possibilità, per i “galletti”, di eguagliare Italia e Brasile, la uniche Nazionali capaci di vincere due Mondiali consecutivi, oppure l’occasione del Marocco di essere la prima squadra africana a potersi aggiudicare la Coppa del Mondo.
Insomma, potrebbe essere una grande serata di calcio. Poi c’è il mondo, e lì le cose vanno diversamente.
Vanno, per esempio, che la Francia si trova ad affrontare – sotto gli occhi di tutti – il risultato di una storica politica coloniale che, al di là dell’autoproclamata Grandeur, rappresenta una spina nel fianco da una settantina d’anni.
Aiutiamoli a casa loro
Già, i francesi, pronti a bacchettare gli italiani sul fronte dei migranti (ma solo dopo aver chiuso a doppia mandata i propri confini), stasera si sentiranno in stato d’assedio e non basteranno le doti di Mbappé per alleggerire la tensione.
Perché il motto “Aiutiamoli a casa loro”, che sarebbe anche giusto se per secoli l’Europa non avesse depredato l’Africa, stasera suona sarcasticamente sinistro: Parigi e il resto del Pentagono rappresentano “casa loro” per milioni di magrebini di prima, seconda e pure terza generazione.
Così, mentre il presidente Emmanuel Macron sarà nel tendone di Al Bayt assieme ai suoi nuovi partner commerciali qatarioti, in Francia scatterà lo stato d’assedio.
Jeanne d’Hauteserre, presidente dell’ottavo arrondissement parigino, aveva chiesto la chiusura al traffico degli Champs-Élysées come avviene per Capodanno, ma il Ministro dell’Interno, Gerald Darmanin, gliel’ha negata.
In compenso, Darmanin ha mobilitato diecimila poliziotti (tra quelli in divisa e quelli in borghese) in tutta la Francia per contenere eventuali scontri.
I tifosi non fanno gol?
Ah, già, resta da parlare della partita.
Il potenziale Vittorio Pozzo d’Oltralpe, Didier Deschamps, pretenderebbe – come sarebbe giusto – di parlare di calcio: «Io sono uno sportivo, per me questa è solo una partita di calcio».
Kylian Mbappé vorrebbe continuare il duello a distanza con la sua “stella”, il favoloso Pelé.
Il Ct marocchino, Walid Regragui, francese di nascita ma berbero nel cuore, sa che il divario tecnico fra le due squadre è evidente, ma annusa l’occasione e la cavalca: «Voglio vincere il Mondiale, chiamatemi pazzo, ma penso di farcela. Giocheremo per noi, per l’Africa, per il mondo arabo. È un onore affrontare la Francia, però sono qui come allenatore del mio Paese, il resto non conta».
Il resto conta eccome, caro Walid, come conferma (negandolo) il tuo collega Deschamps: «Non mi piace parlare di ambiente ostile, ma so che incontreremo un fervore popolare evidente. Sono contento per loro, che hanno fatto un grande Mondiale. Ma non sono i tifosi a segnare i gol». Sicuro, Didier?