Raglio d’asino non giunse mai in cielo?
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Quando la saggezza popolare partorì il detto “Raglio d’asino non giunse mai in cielo”, la Federcalcio – tanto per chiarire il concetto – era ben lungi dall’essere nata, quindi al massimo possiamo parlare di preveggenza, se non di lungimiranza.
Illustre tentativo
Gente che raglia – a cominciare da me, s’intende – in giro ce n’è tanta: basta una buona connessione alla Rete (io utilizzo la fibra di Wind-3) e il gioco è fatto. Quindi il cielo può stare tranquillo, ma noi sulla terra no, il raglio arriva ovunque.
C’è poi chi, come il presidente della Figc Gabriele Gravina, addirittura tenta il colpaccio: se davvero “Raglio d’asino non giunse mai in cielo”, lui si fa intervistare da Tv2000, secondo wikipedia “emittente televisiva privata e syndication italiana a diffusione nazionale, di proprietà della società Rete Blu S.p.A. controllata dalla Conferenza Episcopale Italiana”, che quindi qualche ripetitore Lassù magari ce l’ha.
Valori a intermittenza
L’intervista andrà in onda domani, domenica 26 novembre, ma l’ottimo ufficio stampa episcopale ha diramato qualche anticipazione per ingolosirci. E c’è riuscito.
Dice il presidente: “Nel mondo dello sport sono fondamentali le questioni morali. Parliamo sempre di valori, cerchiamo di testimoniare ai giovani quanto sia fondamentale l’immagine, coltivare sì la passione ma nel rispetto dei grandi valori dello sport”.
Dichiarazione da sottoscrivere immediatamente, se non venisse pochi giorni dopo il furto perpetrato ai danni dell’Ucraina, che lo stesso Gravina – ad altri microfoni – ha commentato così: “Avevamo un impegno con i tifosi, andare agli Europei. Abbiamo lottato, sofferto e mantenuto la promessa”. Il primo grande valore dello sport è (pardòn, “era”) l’onestà, ma il presidente fosse era assente, quando veniva spiegata…
Orgoglio e pregiudizio
Il Paladino dei valori dello sport non si ferma qui, addirittura si concede una puntatina in campo politico: “Gli interessi economici ormai predominano, lo viviamo negli ultimi tempi in maniera esponenziale. L’abbiamo vissuto come Figc rifiutando una proposta di organizzazione dei Mondiali 2030 insieme con l’Arabia Saudita e l’Egitto. Convinti, pur coscienti della grande possibilità di successo del progetto. Lo abbiamo fatto per ragioni di problemi internazionali, legate al caso Regeni, e per la non condivisione di alcuni valori. Non si può far finta di nulla sempre”.
Insomma, il cavaliere senza macchia e senza paura della tavola rotonda di Via Allegri è tutto d’un pezzo. Peccato che nessuno abbia messo in relazione questa dichiarazione con quella rilasciata all’indomani della ridicola assegnazione degli Europei del 2032 a Italia e Turchia: “È una svolta storica per noi, abbiamo inseguito questo traguardo per anni”.
L’orgoglio del Re Artù de’ noantri e il pregiudizio nei confronti di Arabia Saudita ed Egitto sottovalutano l’aria che si respira a casa Erdogan, non proprio un esempio di leader democratico.
Questa l’analisi del professor Hans-Lukas Kieser, esperto svizzero di Turchia (l’abbiamo scelto “neutrale”, ma anche in Italia la pensiamo allo stesso modo, Gravina a parte): “Il problema di fondo è l’attuale sistema antidemocratico della Turchia, che non conosce né la libertà politica, né quella di stampa e accademica, né una reale separazione dei poteri”.
L’ha detto lo stesso Gravina: “Non si può far finta di nulla sempre”. Ecco, presidente, oggi gliel’abbiamo fatto notare…