Povero Ronaldo! – La Tosse e il Qatar
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Povero Ronaldo!
Povero Ronaldo: un ossimoro da Coppa del Mondo, che però rende l’idea. Non sono mai stato un fan di Cristiano, atleta straordinario che di “naturale” ha ben poco: lui si è costruito, pezzo per pezzo, aggiungendo caparbietà alle risorse scientifiche.
Un campione, perché quello è, “freddo” (idem). Neanche i denti sono più quelli che gli spuntarono da bambino, figuratevi il resto.
Non sono mai stato suo fan, però di fronte al suo curriculum non posso fare altro che inchinarmi: se non sei un fuoriclasse, non vinci quello che ha vinto lui e, di conseguenza, non guadagni quello che ha guadagnato lui.
CR7, oggi, ha un problema: sta per compiere 38 anni (succederà il 5 febbraio). Che di per sé, ovviamente, non è un problema: se sei giornalista, puoi dare vita assieme a Marino Bartoletti e Carlo Felice Chiesa a Calcio 2000, un mensile da 100.000 copie, ma se sei il calciatore più famoso al mondo, neanche la crioterapia – che lo ha così ben conservato – può fare molto…
Chi dice donna…
… dice danno. Non era passata inosservata la sua assenza dal campo, martedì sera, mentre il Portogallo festeggiava la splendida vittoria contro la Svizzera con i propri tifosi (lui dice di averlo fatto per non prendersi meriti che spettavano ai compagni), così come era stata rilevante a livello statistico la sua presenza in panchina, con le riserve (non accadeva dal Mondiale 2006), per non parlare della tripletta di Gonçalo Ramos, il suo “sostituto”.
Lui, poverino (aridaje…), si è comportato da professionista qual è, gettando acqua sul fuoco («L’unica cosa che conta è vincere il Mondiale»): a gettare benzina hanno pensato le donne della sua vita.
La fidanzata Georgina Rodriguez ha appoggiato i suoi meravigliosi polpastrelli sulla tastiera: «Congratulazioni Portogallo. Mentre gli 11 giocatori cantavano l’inno, tutti gli obiettivi erano su di te. Peccato non aver potuto godere del miglior giocatore del mondo in tutti i 90 minuti. I fan non hanno smesso di reclamarti e gridare il tuo nome. Spero che Dio e il tuo caro amico Fernando Santos continuino mano nella mano e ci facciano vibrare ancora».
Lancio lungo, raccolto da Elma Aveiro, una delle sorelle: «Sì, Ronaldo non è eterno; sì, Ronaldo non giocherà per sempre, purtroppo non fa più gol, è vecchio, il Portogallo non ha bisogno di Ronaldo… Tutto quello che ha fatto è stato dimenticato, è un peccato umiliare un uomo che ha dato così tanto… Chiedo all’1% dei miserabili e degli ipocriti di non dire cazzate, fate una brutta figura, sputate nel piatto dove avete mangiato. Ronaldo è eterno».
Per paura che il concetto non fosse abbastanza chiaro, è scesa in campo pure l’altra sorella di Cristiano, Katia Aveiro: «La pochezza di gran parte del popolo portoghese… Continuano a insistere sull’offesa e sull’ingratitudine. Sono troppo triste per quello che ho letto e sentito non qui in Qatar, ma nel mio Paese… Ma davvero triste. Volevo che Cristiano tornasse a casa, lasciasse la Nazionale e si sedesse accanto a noi per poterlo abbracciare e dirgli che va tutto bene, ricordargli cosa ha conquistato (…). Qualunque cosa tu decida, noi siamo con te. Fino alla morte».
Resta un dubbio: la morte di chi?
Ma per fortuna ce c’è Carletto…
Intervistato dal direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, Carletto Ancelotti ha parlato di CR7 sfoderando la solita classe: «Lui probabilmente si sente ancora vent’anni perché sta bene, dal corpo ha le risposte che cerca. Ha sempre curato il fisico in modo quasi parossistico. La concorrenza però si è fatta dura, nel Portogallo uno come Leao parte dalla panchina…».
Crea problemi, all’interno dello spogliatoio? «L’ho avuto due anni, problemi zero. Anzi, me li ha risolti lui. Cristiano si allena benissimo, è attento ai particolari, per me è stato fin troppo facile gestirlo.
È un giocatore eccezionale. Con me avrà giocato cento partite e segnato più di cento gol: uno che ne butta dentro 50 ogni anno fa il bene della squadra». Lo dice lui: fine delle discussioni, please.