Pisa-Ascoli e altre meraviglie
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Gli anni 80
“Nostalgia canaglia”, cantava qualcuno. “Cara e celeste” la fece diventare qualcun altro.
Noi, invece, ci limiteremo a ringraziarla per tutto ciò che ci mette davanti ogni qualvolta l’occhio scorre il calendario del campionato, sia esso di A o B. Negli Anni 80, calcisticamente favolosi, si sarebbe giocata alle 15 di una qualsiasi domenica compresa tra settembre e giugno Pisa-Ascoli, che il calendario attuale propone oggi alle 16:15; partita di una B di metà classifica, ma allora gara tra regine delle provinciali che spesso si infilavano nei salotti delle big, divertendosi a sconvolgerne i piani.
Era il calcio della gente (per davvero, oggi è uno slogan e nemmeno tanto divertente), quello nel quale le squadre assumevano le sembianze dei presidenti che le guidavano, così finiva che l’Avellino aveva la faccia di Sibilia, la Cremonese dell’elegante Luzzara, il Cesena di Manuzzi e le due in questione di Anconetani e Rozzi!
Tutte le strade portano a Romeo
Imprenditori con il pallino del calcio li chiamavano, innamorati con la scusa del lavoro per trovare i soldi li vedevamo noi. Romeo (se serve il cognome avete sbagliato articolo) era partito da Trieste, dove nel 1939 si era laureato in disegno artistico.
I giri della vita lo avevano poi attratto nel vortice calcio, dove da semplice dirigente era passato a mediatore (procuratore ante litteram) fino ad arrivare alla presidenza di un Pisa raccolto in Serie C e portato nei migliori salotti dell’epoca (Europa compresa: ricordate la Mitropa Cup?) sfruttando l’abilità nella conoscenza dei giocatori e un’attenzione particolare ai prodotti locali.
L’arco di Costantino
Costantino invece si era avvicinato al calcio come costruttore, gli stadi di mezzo Centro-Sud sono stati eretti dalle sue manovalanze: Lecce, Benevento, Campobasso, Avellino e ovviamente Ascoli, dove il fuoco della passione prese il sopravvento portandolo al comando della Del Duca Ascoli ben presto promossa in B e successivamente catapultata in A dai gol di Campanini, che avrebbero aperto le porte a un’Era impensabile allora e impossibile (forse…) oggi.
Il derby dei “maghi”
Il 22-11-1988 era una di quelle domeniche che ci mancano un sacco. Il Cino e Lillo del Duca stracolmo e l’eco delle radioline di chi proprio non era riuscito ad andare, Ascoli-Pisa crocevia di salvezze vissute sull’orlo del baratro da tifosi che conoscevano e vivevano ogni giorno quegli idoli in pantaloncini e maglietta; Aloisi, Carillo, Osvaldo Mancini, Domenico Agostini, Fioravanti, Cicconi e Scarafoni, ovvero sette ascolani in “rosa” contro un Pisa che di toscani ne aveva ben dieci, Nista, Silvio Gori e Fiorentini da Livorno, Lucarelli e Roberto Chiti da Pistoia, Dianda da Lucca, Piovanelli e Cecconi da Firenze e Brandani con Martini pisani; insomma, l’attaccamento alla maglia e quei valori lì non c’era bisogno di sbandierarli, erano dentro! Calzette rosse portafortuna (Rozzi) contro sale ed eventuali amuleti (Anconetani), riti scaramantici che avvicinavano il Patron all’ultimo dei sostenitori, presente in tribuna nell’attesa di vedere qualcosa da poter tramandare. Quella domenica, quel qualcosa avvenne attorno al minuto 73.
Il capolavoro di Meco
Un Ascoli non troppo brillante ha pareggiato al sessantaquattresimo con Casagrande (vietate le lacrime, please) la rete siglata dai toscani nel primo tempo (28′ Lucarelli), Giovannelli scende a destra, calibra in area un cross con il contagiri che Domenico Agostini (Meco per tutti!) rovescia al volo alle spalle di un Nista incredulo!
Un gol giudicato fenomenale alla Domenica Sportiva, una rete di rara bellezza immortalata oggi in qualche video YouTube (benedetto progresso, ogni tanto), e poco importa se tre minuti più tardi Dianda pareggia il conto certificando un pari che a fine stagione salverà entrambe, suggellando l’ennesimo capolavoro dei loro presidenti.
Un gol che si porta appresso gli aneddoti di un calcio ormai scomparso. Le scarpe di Meco, infatti, erano quelle di Maradona, il giocatore ascolano le aveva avute per intercessione del fratello Hugo in quella stagione parcheggiato (senza troppa fortuna) ad Ascoli Piceno nella speranza che potesse sbocciare.
E oggi…
Rozzi contro Anconetani, Piceni contro Pisani, stopper contro attaccanti (dura marcare Casagrande, vero Dianda?), ingredienti che auguriamo di gustare anche ai tifosi di questi (calcisticamente infausti lo aggiungo io) giorni nonostante non potranno più sentire la voce di Tonino Carino che a 90′ minuto descriverà la partita litigando con la pronuncia di Severeyns e Cvektovic. Pisa-Ascoli di oggi sarà una partita qualsiasi per tutti gli altri, non per chi ha vissuto Anconetani e Rozzi!