Paride Tumburus, Campione senza valore
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Avete presente Paolo Rossi?
L’estate del 1978 mette in vetrina due centravanti, Roberto Pruzzo e Paolo Rossi. Il Genoa cede alla Roma “O’ Rey di Crocefieschi” per poco meno di tre miliardi di lire. Più intricata, invece, la situazione di Rossi, che con il neopromosso Vicenza chiude il campionato al secondo posto, segna 24 gol e convince Enzo Bearzot a convocarlo in Nazionale per i Mondiali d’Argentina.
Il suo cartellino è in comproprietà fra i “lanieri” e la Juventus. Giussy Farina, presidente del Vicenza, e Giampiero Boniperti, presidente bianconero, non trovano un accordo e quindi per definire il futuro di Rossi è necessario ricorrere alle buste.
I contendenti scrivono su un foglio quanto sono disposti a spendere per il cartellino del centravanti e lo consegnano alla Lega. Il giorno dell’apertura delle buste, succede l’incredibile: la Juve, conoscendo le limitate risorse economiche del club veneto, scrive 750 milioni (quindi una valutazione complessiva di un miliardo e mezzo); il Vicenza, invece, la spara grossa, impegnandosi a versare due miliardi e 512 milioni (più di cinque miliardi di valutazione).
Il calciomercato è in subbuglio: nessuno si aspettava che una “piccola” potesse giocare uno scherzo del genere alla Juve. Rossi rimane al Vicenza, ma né lui né Farina hanno vita facile.
La stagione successiva, i biancorossi finiscono in Serie B, però lui – dopo aver rifiutato la cessione al Napoli – resta comunque in A con un’altra operazione che desta clamore: il Perugia lo “affitta” per 800 milioni a stagione e il presidente umbro D’Attoma, per finanziare l’ingaggio, apre la porta agli sponsor “sporcando” per la prima volta una maglia con la scritta Ponte. La normativa non lo prevedeva, così Ponte diventa… sponsor tecnico, ma questa è un’altra storia…
Sette anni prima…
Se avete avuto la bontà di leggere la storia di Paolo Rossi, adesso potrete apprezzare “l’altra faccia” delle comproprietà. Paride Tumburus (Aquileia, Udine, 8 marzo 1939 – Aquileia, Udine, 23 ottobre 2015), difensore, vince lo scudetto nel 1964 con il Bologna, indossa per quattro volte la maglia azzurra e prende pure parte alla (peraltro disastrosa) avventura ai Mondiali 1962.
A 32 anni, nell’estate del 1971, dopo aver lasciato nel ‘68 il Bologna (200 presenze complessive), è un tesserato del Rovereto (Serie C), che lo ha prelevato un anno prima in comproprietà dal Vicenza. Al termine del campionato, le due società non trovano un accordo e si va alle buste. Il Vicenza offre 175 lire, il Rovereto 25.
Per storicizzare le cifre, diciamo che a quel tempo un quotidiano costa 50 lire… Paride, distrutto da così poca considerazione, appende le scarpe al chiodo.
È morto nel 2015, un anno dopo la cancellazione dell’istituto della comproprietà (avvenuta nel 2014), ma resta uno degli eroi rossoblù del ‘64.