Murodona – Figli di un Pallone Minore
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Ciro Muro
Quel 14 giugno 1992, quando calcia – in quel di Piacenza – tre volte il rigore con la maglia del Taranto, Ciro Muro ha già un passato di tutto riguardo alle spalle: lo scudetto del 1987, Maradona, la Uefa, Anconetani, la Lazio e quel soprannome “Murodona”, dovuto a un piede sopraffino capace di carpire qualche segreto al Pibe de oro per migliorare ancora! Ma andiamo con ordine.
Napul’è
Napoletano verace, classe 1964, Ciro Muro cresce a pane e pallone affinando per strada quelle qualità che lo porteranno lontano. Nella stagione 82-83 ecco le prime panchine, tre, con il Napoli di Giacomini, poi la stagione seguente arriva l’esordio quando all’85’ di un Napoli-Roma, Rino Marchesi lo getta nella mischia nella speranza (risultata poi vana) di recuperare un 1-2.
Toccato con piede il paradiso calcistico, Muro viene dirottato in C1 a Monopoli, lo scopo è quello di farlo maturare e il ragazzo non ci mette molto a farsi apprezzare, gioca tutte le partite, va a segno in cinque occasioni ed è uno dei protagonisti di un grandissimo quinto posto!
Per il Napoli forse è ancora presto, così i partenopei lo girano al Pisa, avversaria in massima serie, dove strega Anconetani e Guerini diventando pian piano perno inamovibile di un complesso che purtroppo la salvezza la sfiora appena; nonostante ciò, Muro salta solo una gara, e il 22-12-87 entra nei cuori nerazzurri insaccando a Firenze nel derby, l’ 1-1 al 79′ con una punizione capolavoro che si infila all’incrocio dei pali.
Ormai è pronto per rientrare nella sua città e lo fa nel migliore dei modi: Ottavio Bianchi lo utilizza come vice Maradona nell’anno di grazia 1986-87. Risultato?
Il sogno avverato
Il primo scudetto partenopeo, che Muro griffa con 11 presenze e una rete, la Coppa Italia nella quale segna, all’Atalanta, il 2-0 nella finale di andata poi vinta 3-0, e le due presenze in Coppa Uefa quando al Napoli gira male alla lotteria dei rigori contro i francesi del Tolosa; Muro ha i numeri, freme però nel ruolo di riserva e così accetta la corte di una Lazio ridotta in Serie B e smaniosa di risalire.
A Roma trova un mentore in Fascetti, il mister ne fa un punto di forza dei capitolini e il talento napoletano si esalterà in una squadra promossa grazie alle sue giocate e a quelle di Nanù Galderisi, alle parate di Martina, ai gol di Monelli e alle corse di Acerbis.
37 presenze, quattro reti e la conferma per il torneo di Serie A 88-89, quando in panchina arriva Materazzi e la squadra ottiene un tranquillo decimo posto, 24 presenze e nessuna rete per Muro che decide di ripartire ancora dalla B in una “piazza” che in quelle stagioni sognava in grande, Cosenza!
Dolceamara Cosenza
Marulla, Di Leo, Storgato e Caneo, no non è una filastrocca ma il parterre de roi di una squadra affidata alle mani di Simoni e ai piedi di Muro, la ruota però non gira come deve, arriva Di Marzio ma sarà solo un anonimo quattordicesimo posto.
Muro sbarca così a Messina, dove ritrova Materazzi e una “piazza” ribollente di entusiasmo, il giovane Protti in attacco con il pratico Bonomi a metà campo, l’estro di Cambiaghi e il fiuto del gol di Traini, che non bastano ad andare oltre un dodicesimo posto con Muro sempre protagonista, 30 gare e una rete.
Da Taranto in giù
Il treno che conta è ormai passato, Muro si accasa a Taranto e regala al pubblico pugliese giocate e illuminazioni per due stagioni di Serie B, una salvezza allo spareggio di Ascoli (vittima la Casertana) e una retrocessione in C1 non rendono merito al talento dell’ex vice Maradona, che disputa 71 incontri andando a rete in nove occasioni.
La tappa successiva si chiama Ischia Isolaverde: i campani disputano la C1 e Muro si avvicina a casa, resterà due anni sull’isola collezionando 58 gare (e una rete) nelle quali traspare il grande bagaglio tecnico del giocatore; la bandiera locale Impagliazzo, bomber Di Baia e i giovani Ametrano e Martuscello sono i compagni di quei giorni.
Nell’estate 1995, poi, si sposta all’Albanova in C2, ha solo 31 anni ma il palcoscenico che conta pare essersi dimenticato di lui, che ha tempo ancora per un fugace passaggio tra Matera e Sant’Anastasia sempre in C2 e poi scende tra i Dilettanti per abbracciare il ruolo di allenatore-giocatore tra le piazze di Caserta, Somma Vesuviana (alias Viribus Unitis), Pomigliano e Manduria, le giocate si vedevano ancora, ma il richiamo della panchina era oramai irresistibile.
E quel rigore a Piacenza? Fischia Nicchi, calcia Muro, tiro, rete; attenzione però, Lorenzo e Di Cintio sono entrati in area prima, bisogna ripetere!
Fischia Nicchi, calcia Muro, tiro, parato; Pinato (portiere del Piacenza) però si è mosso prima, ripetere!
Fischia Nicchi, calcia Muro, tiro rete, 0-1 e si va allo spareggio di Ascoli Piceno.
E volevate mica che il vice Maradona non salvasse la squadra…