Massimo De Stefanis
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Il debutto dell’aquilotto
Domenica 9 aprile 1978, Massimo De Stefanis si affaccia nel calcio dei grandi al minuto 87, quando Lovati lo manda in campo al posto di Giordano (autore quattro minuti prima del gol-partita che sconfigge la Fiorentina) in una Lazio che schiera, tra gli altri, vere e proprie istituzioni come Wilson, Martini e Garlaschelli; sarà l’unica presenza stagionale per il giovane virgulto laziale, che ne collezionerà tre la stagione successiva (titolare dalla sedicesima alla diciottesima) prima di passare, insieme ad Ammoniaci, al Palermo in Serie B nella stagione 1979-80.
Serie B nel destino
De Stefanis è un tipo sveglio, ha vinto lo scudetto Primavera del 1976 e nel bagaglio porta piedi buoni, rapidità di esecuzione e ottima visione di gioco. La Lazio ci conta e la B pare una parentesi veloce, ma per dirla alla Ezio Luzzi «Dovevo fare la B per qualche settimana e ci sono rimasto trent’anni!».
De Stefanis infatti diventa un’icona della cadetteria Anni 80, e non salirà mai più il gradino che porta al paradiso calcistico.
Punizione divina
A Palermo il talento laziale si ferma cinque stagioni, fino alla retrocessione in C1 del 1984, in quel lasso di tempo diventa un idolo assoluto per la torcida rosanero, 169 presenze e 30 reti sono uno score di tutto rispetto. Il pezzo forte, ovviamente, i calci piazzati.
Riparte nell’estate dell’84 da Perugia, due stagioni da protagonista con 12 reti in 65 gare: nella prima è il direttore d’orchestra di un complesso che perde una sola gara in 38 giornate (record tuttora imbattuto per la B) e non raggiunge la promozione per una serie di coincidenze sfavorevoli; nella seconda invece la sua classe non basta a evitare un’inopinata discesa negli inferi della C1.
Chiusura ad Ancona
Due stagioni ad Arezzo, ancora in B (71 gare e 8 reti) concluse, anche qui, con un’amara discesa al piano inferiore, e un’ultima ad Ancona (88-89, ventinove gare, una rete e una tranquilla salvezza) portano il totale del tecnico centrocampista a 334 presenze e 51 marcature nella sola cadetteria.
Il 18-6-1989, subentrando all’89’ al posto di Lentini (38esima giornata, Ancona-Empoli 0-0), si chiude un cammino cominciato tanti anni prima nella “sua” Lazio, un cammino che doveva durare poco (l’apprendistato in B) e che lui ha trasformato nella sua casa perfetta!