Mamma… li turchi!
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Mamma… li turchi!
Era un film (dimenticabile) del 1973; cinquant’anni dopo, il titolo ci viene riproposto da chi ha in mano le sorti del nostro calcio.
La notizia, se vi soffermate un attimo a pensarci, è talmente ridicola da diventare pericolosa: Italia e Turchia organizzeranno INSIEME gli Europei 2032.
Non vi basta la notizia? Ecco allora la dichiarazione ufficiale del presidente della Federcalcio, Gravina: «Questa svolta storica punta a valorizzare il calcio continentale. Il progetto esalta i valori di amicizia e cooperazione, coinvolgendo due mondi contraddistinti da profonde radici storiche. Il calcio vuole essere un ponte ideale per la condivisione delle emozioni sportive».
Proviamo a tradurre…
Le pezze al culo
Il calcio, in Italia, passa un brutto momento. Soldi pochi, casini tanti. Eravamo il paradiso terrestre per i migliori calciatori del mondo, oggi siamo terreno di conquista per proprietà straniere che puntano ad “americanizzare” il calcio italiano (questa ve la spiego sul prossimo Guerin Sportivo, in edicola dal 10 agosto).
Abbiamo stadi vecchi ma al tempo stesso bellissimi, vincoli architettonici da salvaguardare: i nuovi padroni del nostro calcio si erano detti disponibili a costruirne di nuovi, in cambio – ovviamente – di concessioni edilizie “generose”: vade retro, Satana!
E Satana è andato talmente indietro che oggi l’Italia – questo il vero significato dell’accordo italo-turco – ha paura di non riuscire a competere con la Turchia per organizzare gli Europei.
Il fumo senza l’arrosto
La macchina della Propaganda – la più grande “scoperta” del secolo scorso – si è già messa in moto e si leggono sugli organi di informazione le prime “veline”, che a differenza di quelle di Striscia la notizia hanno le gambe corte e puzzano di stantìo fin dall’emissione.
Tratto da un quotidiano in vendita in queste ore (non state a correre in edicola: ne rimangono sempre delle quintalate di copie…): “Anche con un Europeo in comproprietà, in Italia si stimano almeno 100 .000 nuovi posti di lavoro nei prossimi 9 anni, oltre a un impatto di circa 3-4 miliardi in termini di Pil come evidenziato da uno studio commissionato a PWC”.
Come diceva quel tale, tira più un punto di Pil… (no, forse era in un altro modo…).
Perché la Turchia?
Ultima cosa, forse la più divertente. Questo pastrocchio organizzativo, che vorrebbe minimizzare la nostra impotenza a tutti i livelli e invece la esalta, ha ovviamente avuto la benedizione della Politica (che ormai sopravvive solo con la Propaganda).
Parole e musica del ministro Abodi: «Da parte del Governo c’è attenzione rispetto a questa possibilità che ci consegna una parte importante dell’Europeo».
A parte che “una parte importante dell’Europeo” fa ribollire il sangue a chiunque abbia ancora gli occhi aperti, il Governo di Abodi sarà sicuramente in grado di spiegarci per quale motivo “l’altra parte dell’Europeo” (per dirla con parole sue) verrà organizzata da un Paese che NON FA PARTE dell’Europa (se l’Unione Europea conta davvero qualcosa, e io ho molti dubbi).
Per i più pigri, ecco l’elenco degli Stati membri: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria.
Cos’è, questa volta “ce lo chiedono gli Stati Uniti”?