L’algoritmo
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Il Bologna e Sinisa Mihajlovic
Secondo uno studio realizzato dai ricercatori dell’Università di Lustrola (Comune Alto Reno Terme, alle porte di Granaglione), i tifosi del Bologna sono quelli più esposti al rischio di suicidio e, al tempo stesso, quelli più portati a vivere effimeri momenti di gloria. Procediamo con ordine, come vorrebbero gli illustri cattedratici di cui sopra, separando i fatti dalle opinioni.
I fatti
Il 6 settembre 2022 è il giorno in cui in cui si compie lo psicodramma collettivo dell’esonero di Sinisa Mihajlovic, tecnico rossoblù da quasi quattro anni. Il Bologna continua a giocare in maniera indecente da mesi, qualche occasionale pareggio interrompe la triste serie di sconfitte, le vittorie si contano sulle dita della mano di capitan Uncino, ma c’è un “ma”: Sinisa è malato, sta combattendo una Grande Guerra con un nemico maledetto, ovviamente supportato dall’affetto della città intera, società compresa.
Come si fa a licenziare un uomo che lotta contro la leucemia? Impossibile, dal punto di vista umano; improcrastinabile, dal punto di vista tecnico. Alla fine il peso viene scaricato sulle larghe spalle di Giovanni Sartori, il direttore generale: se è riuscito a portare in Europa un club, il Chievo, che senza di lui ha trovato habitat naturale presso il Tribunale Fallimentare, figuriamoci se non è in grado di gestire questa situazione.
Sartori lo fa e contatta Roberto De Zerbi, tecnico emergente in fuga dall’Ucraina. I tifosi si asciugano le lacrime versate per Sinisa e sognano un Bologna migliore: i ricercatori di Lustrola parlano di “elaborazione del lutto”. Ma, come canta Vasco, c’è chi dice no e De Zerbi è uno di questi. Non può accettare l’incarico “se non è Sinisa a dimettersi”, che è come chiedere al marito in procinto di separarsi di ricorrere all’evirazione.
Fatto sta che De Zerbi il 18 settembre, una dozzina di giorni dopo, è il nuovo allenatore del Brighton, Premier League, con un contratto quadriennale, roba che magari – secondo qualcuno – quando il Bologna si era fatto sotto lui era già in trattativa con gli inglesi. Insomma, in panchina va a sedersi Thiago Motta, accolto con curiosità (no, dai, usiamo la parola giusta: con scetticismo) e subito sulla graticola perché in tre giorni non riesce a rivoltare il Bologna come un calzino e i risultati latitano.
Lo studio dell’Alma Mater lustrolese prende poi in esame quanto successo ieri sera: Bologna in svantaggio a Monza, i più attenti (non necessariamente tifosi, come il sottoscritto) che danno un’occhiata alle quote “live” della partita, puntano i rossoblù vincenti a 14 contro 1 e a fine partita festeggiano come se avessero vinto lo scudetto…
Le opinioni
Fin qui, quanto accaduto. Passiamo alle opinioni (le nostre, ovviamente). Al netto dell’aspetto umano (e solo i post-ictati come me sanno quanto sia importante un lavoro nella guerra a una malattia), basta dare un’occhiata al curriculum di Mihajlovic per scoprire che in realtà Sinisa andava esonerato… un paio d’anni prima, all’indomani della meravigliosa salvezza ottenuta nel maggio 2019 o giù di lì.
Il Curriculum
Come detto, curriculum alla mano:
3 novembre 2008, Mihajlovic è l’allenatore del Bologna dopo l’esonero di Arrigoni; 14 aprile 2009, Mihajlovic viene allontanato. Totale permanenza: 162 giorni.
8 dicembre 2009, Sinisa è al Catania, lo salva alla grande e il 24 maggio 2010 si dimette. Totale permanenza: 168 giorni.
3 giugno 2010, il tecnico serbo è il nuovo allenatore della Fiorentina, la porta al nono posto finale, i Della Valle lo confermano salvo esonerarlo il 7 novembre 2011. Totale permanenza: 522 giorni.
Il 21 maggio 2012 è il nuovo Ct della Serbia, un grande onore per un nazionalista convinto come lui, che evapora il 20 novembre 2013, quando molla tutto e va ad allenare la Sampdoria. Totale permanenza: 548 giorni.
Dicevamo della Samp: l’avventura inizia il 20 novembre 2013 e si protrae sino all’1 giugno 2015, quando arrivano le sue dimissioni. Totale permanenza: 557 giorni.
Il 16 giugno 2015 si accomoda sulla panchina del Milan, dove si trattiene sino al 12 aprile 2016, quando viene esonerato. Totale permanenza: 300 giorni.
Il 25 maggio 2016 è il nuovo tecnico del Torino e lo resterà fino al 4 gennaio 2018, quando Cairo lo solleverà dall’incarico. Totale permanenza: 589 giorni , polverizzati tutti i record.
Il 18 giugno 2018 viene presentato dallo Sporting Lisbona, venendo licenziato il 27 giugno dopo dal presidente Frederico Varandas. Totale permanenza: 9 giorni.
Siamo ai giorni nostri. Il 28 gennaio 2019 prende a mano un Bologna in coma profondo, lo salva, rivitalizza una “piazza” che rischiava di diventare catatonica, poi si ammala di leucemia, combatte la malattia come un leone e fa di tutto per essere vicino alla squadra, che a sua volta pare non mollarlo mai. Però qualcosa si è rotto, la carica di Sinisa fatalmente si appiattisce, nessun giocatore viene realmente valorizzato durante la sua gestione, in compenso alcuni (Skov Olsen, Barrow, Orsolini, Vignato) fanno registrare pesanti involuzioni e, come detto, il 6 settembre 2022 arriva l’esonero. Totale permanenza: 1.318 giorni!
A fronte di una permanenza media di 447 giorni, Sinisa e il Bologna sono andati a braccetto il triplo, una misura “strana” per Mihajlovic che, sempre curriculum alla mano, si stanca molto più velocemente della propria sistemazione (oppure viene licenziato…). Quindi, secondo i numeri, il “matrimonio” è durato 871 giorni… di troppo, più per motivi sanitari (inutile girarci intorno) che per motivi tecnici.
Le conclusioni
Poi, come rilevato dai ricercatori dell’Università di Lustrola (Comune Alto Reno Terme, alle porte di Granaglione), ci sono altri numeri che hanno fatto godere ieri sera i calciofili appassionati di scommesse. Vedendo la partita, era chiara la differenza di spessore tra Monza e Bologna, eppure dopo il vantaggio brianzolo l’algoritmo utilizzato dai bookmaker non è venuto meno al suo dovere, scrivendo in lavagna i rossoblù vincenti a 14. Qui, anche i non tifosi (ecco, noi per esempio) hanno sgranato gli occhi e aperto i cordoni della borsa, scommettendo sui ragazzi di Thiago Motta. Com’è andata a finire, lo sapete tutti. Ma che cazzo può saperne, un freddo algoritmo, del fascino discreto del pallone?
P.S. Ovviamente non esiste l’Università di Lustrola (Comune Alto Reno Terme, alle porte di Granaglione). Non c’è neanche il fornaio, a Lustrola, figuratevi le scuole…
P.P.S. Chi scommette è destinato, alla lunga, a perdere i propri soldi, ma vuoi mettere la gioia di azzeccare una “quota sbagliata”?