La Storia dei Mondiali di Calcio – Una passione Mondiale
La Coppa Jules Rimet (1930-1970)
È il 1928 quando il francese Jules Rimet, presidente della Fifa, il massimo organo calcistico mondiale, fondato a Parigi nel 1904, ha l’idea di organizzare un torneo che coinvolga tutte le rappresentative nazionali del mondo. La Coppa del Mondo, appunto.
Uruguay 1930 – Uruguay
Due anni di incubazione bastano perché la “creatura” veda la luce, osteggiata da molte federazioni europee. Quella italiana, per esempio, indispettita dal fatto che l’organizzazione della prima edizione viene affidata all’Uruguay (Mussolini la voleva in Italia per motivi propagandistici), decide di non partecipare.
Alla fine, sono tredici le squadre che accettano l’ingaggio: Argentina, Belgio, Bolivia, Brasile, Cile, Francia, Jugoslavia, Messico, Paraguay, Perù, Romania, Stati Uniti e Uruguay. Il dado è tratto e vincono i padroni di casa.
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Italia 1934 – Italia
Dopo i capricci di quattro anni prima, il regime fascista ottiene l’organizzazione e si presenta alla kermesse iridata indossando il “vestito buono”: stadi nuovi, in certi casi “avveniristici” (alcuni tuttora in uso…), organizzazione perfetta, squadra più che competitiva.
Sedici le squadre al via: Argentina, Austria, Belgio, Brasile, Cecoslovacchia, Egitto, Francia, Germania, Italia, Olanda, Romania, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera e Ungheria. Sul gradino più alto del podio salgono gli Azzurri di Vittorio Pozzo.
Tutte le partite – Il cammino degli Azzurri – La Finale – Gli Uomini di Vittorio Pozzo
Francia 1938 – Italia
La Seconda Guerra Mondiale non è ancora scoppiata, ma il suo afrore già impesta l’aria. Jules Rimet, rimangiandosi il concetto di alternanza (un torneo oltre Oceano, uno in Europa), organizza la Coppa del Mondo in Francia.
Stavolta la prendono male le federazioni americane, ma alla fine sono sempre sedici le formazioni partecipanti: Austria, Belgio, Brasile, Cecoslovacchia, Cuba, Francia, Germania, Indie Orientali Olandesi, Italia, Norvegia, Olanda, Polonia, Romania, Svezia, Svizzera e Ungheria.
A vincere sono ancora gli Azzurri di Pozzo, che oltre agli avversari sul campo devono battere pure le contestazioni dei tanti antifascisti emigrati in Francia…
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Brasile 1950 – Uruguay
Archiviata dolorosamente la Seconda Guerra Mondiale, anche il calcio riprende il suo corso. Gli inglesi, che vorrebbero l’esclusione degli “sconfitti in guerra”, decidono di partecipare per la prima volta alla competizione, che viene intitolata a Jules Rimet (ancora presidente della Fifa).
Tredici le nazioni partecipanti: Bolivia, Brasile, Cile, Inghilterra, Italia, Jugoslavia, Messico, Paraguay, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera e Uruguay. Il Brasile, favoritissimo, non vede l’ora di festeggiare, invece viene beffato proprio sul traguardo dall’Uruguay.
È il giorno del Maracanazo, dramma nazionale che va in scena a Rio de Janeiro…
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Svizzera 1954 – Germania Ovest
Per la cronaca, questa è la prima edizione dei Mondiali trasmessa in tivù (nei Paesi in cui il servizio è attivo, ovviamente…).
Si torna alla formula con sedici squadre. Queste: Austria, Belgio, Brasile, Cecoslovacchia, Corea del Sud, Francia, Germania Ovest, Inghilterra, Italia, Jugoslavia, Messico, Scozia, Svizzera, Turchia, Ungheria e Uruguay.
Sulla carta, nessuno pare in grado di contrastare l’Ungheria, ovvero la Aranycsapat (squadra d’oro in ungherese). Invece, a sorpresa, il titolo va alla disastrata Germania Ovest, autrice di un autentico miracolo calcistico (cercate il film “Il miracolo di Berna” e capirete). Si parlò anche di doping tedesco, ma non venne mai accertato…
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Svezia 1958 – Brasile
Ecco la prima edizione di un Mondiale che vede trionfare una squadra non appartenente al continente ospitante.
Le squadre al via sono ancora sedici: Argentina, Austria, Brasile, Cecoslovacchia, Francia, Galles, Germania Ovest, Inghilterra, Irlanda del Nord, Jugoslavia, Messico, Paraguay, Scozia, Svezia, Ungheria e Unione Sovietica.
Sono due le curiosità legate a questa edizione.
La prima: sono presenti tutte e quattro le federazioni britanniche (Galles, Inghilterra, Irlanda del Nord e Scozia), evento che non si è più ripetuto.
La seconda: per la prima volta, l’Italia non partecipa perché eliminata nel girone di qualificazione (nel 1930 aveva rinunciato a partecipare) dagli irlandesi del nord.
Cile 1962 – Brasile
Sono sempre sedici le partecipanti: Argentina, Brasile, Bulgaria, Cecoslovacchia, Cile, Colombia, Germania Ovest, Inghilterra, Italia, Jugoslavia, Messico, Spagna, Svizzera, Ungheria, Unione Sovietica e Uruguay.
Edizione “piatta”, dominata dal non gioco: logico, a quel punto, il trionfo finale del Brasile, di gran lunga la squadra più tecnica del torneo. Per gli Azzurri, da ricordare la Battaglia di Santiago, ovvero Cile-Italia, giocata in condizioni ambientali piuttosto critiche.
Due giornalisti italiani inviati in Cile, Antonio Ghirelli del Corriere della Sera e Corrado Pizzinelli de il Resto del Carlino-La Nazione, firmano reportage che descrivono il Paese ospitante a tinte fosche. «Santiago, i confini del mondo: l’infinita tristezza della capitale cilena» è forse il titolo che scatena l’indignazione popolare.
L’arbitro, l’inglese Ken Aston, quel giorno vede solo quello che vuole vedere, così l’Italia finisce in 9 (espulsi Ferrini e David) con Maschio in campo ma infortunato. Chicca conclusiva: per portare fuori dal campo l’espulso Ferrini intervengono i Carabineros de Chile…
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Inghilterra 1966 – Inghilterra
Niente da fare: per vincere un Mondiale, i Maestri (autodefinitisi così…) inglesi se lo devono organizzare e ringraziare il VAR per essere nato più di una cinquantina d’anni dopo.
Perché al di là dei tanti vantaggi durante il torneo, ancora oggi si discute per un gol di Hurst che l’arbitro ha visto dentro e i tedeschi… fuori.
Per quanto ci riguarda, è l’edizione dell’Apocalisse: l’Italia viene eliminata dalla Corea del Nord, la squadra che Uccio Valcareggi, fido (fido?!?) secondo di Mondino Fabbri, aveva definito “di Ridolini”…
Le sedici partecipanti: Argentina, Brasile, Bulgaria, Cile, Corea del Nord, Francia, Germania Ovest, Inghilterra, Italia, Messico, Portogallo, Spagna, Svizzera, Ungheria, Unione Sovietica e Uruguay.
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Messico 1970 – Brasile
È il Brasile a portarsi a casa definitivamente la Coppa Jules Rimet, grazie al terzo successo nella manifestazione, che tiene a battesimo le dirette televisive a colori.
Le sedici partecipanti sono Belgio, Brasile, Bulgaria, Cecoslovacchia, El Salvador, Germania Ovest, Inghilterra, Israele, Italia, Marocco, Messico, Perù, Romania, Svezia, Unione Sovietica e Uruguay.
Per quanto riguarda l’Italia, rimangono impressi due momenti: il match con la Germania Ovest (4-3 ai supplementari) e la “staffetta” Mazzola–Rivera.
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Trofeo Coppa del Mondo FIFA
Germania Ovest 1974 – Germania Ovest
Cambia il trofeo in palio, con la nascita della Coppa del Mondo, ma non la formula, ancora a sedici squadre: Argentina, Australia, Brasile, Bulgaria, Cile, Germania Est, Germania Ovest, Haiti, Italia, Jugoslavia, Olanda, Polonia, Scozia, Svezia, Uruguay e Zaire.
Il calcio emergente è quello olandese, ma alla fine la spuntano i tedeschi occidentali, che per la prima volta si trovano faccia a faccia con i “fratelli” della Germania Est.
Il ricordo azzurro? Chinaglia che, uscendo dal campo, manda a quel paese (eufemismo) il Ct Valcareggi…
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Argentina 1978 – Argentina
Se è vero (com’è vero) che Mussolini voleva a tutti i costi la vittoria nel 1934, la giunta militare argentina guidata da Videla, 44 anni dopo, non è da meno.
È il momento dei desaparecidos, delle mamme che manifestano mostrando le foto dei figli rapiti e poi uccisi dalla Milizia.
Il mondo fa finta di niente e, fra uno scandaletto e l’altro, l’Argentina centra il bersaglio.
Ecco le quindici vallette dei biancocelesti: Austria, Brasile, Francia, Germania Ovest, Iran, Italia, Messico, Olanda, Perù, Polonia, Scozia, Spagna, Svezia, Tunisia e Ungheria.
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Spagna 1982 – Italia
«Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo!»: quelli che c’erano, davanti al televisore quarant’anni fa, hanno ancora nelle orecchie l’esclamazione, quasi il mantra, con cui Nando Martellini annunciò la vittoria degli Azzurri di Enzo Bearzot, che quell’11 luglio apparigliarono il Brasile in vetta all’albo d’oro della manifestazione con tre successi.
Per la prima volta, sono ventiquattro le squadre partecipanti: Algeria, Argentina, Austria, Belgio, Brasile, Camerun, Cecoslovacchia, Cile, El Salvador, Francia, Germania Ovest, Honduras, Inghilterra, Irlanda del Nord, Italia, Jugoslavia, Kuwait, Nuova Zelanda, Perù, Polonia, Scozia, Spagna, Ungheria e Unione Sovietica.
Tutte le partite – Il cammino degli Azzurri – La Finale – Gli Uomini di Enzo Bearzot
Messico 1986 – Argentina
Ancora una volta, il successo argentino al Mondiale è dovuto a un solo uomo.
Se nel 1978 il “merito” è del… generale Videla, stavolta l’uomo solo al comando è Diego Armando Maradona, che si presenta in perfetta forma fisica, sciorina colpi da campione (i gol in serpentina contro Belgio e Inghilterra) e colpi… proibiti (la “mano di Dio” che stende gli inglesi) e trascina al successo finale una squadra non trascendentale.
Questo l’elenco delle partecipanti: Algeria, Argentina, Belgio, Brasile, Bulgaria, Canada, Corea del Sud, Danimarca, Francia, Germania Ovest, Inghilterra, Iraq, Irlanda del Nord, Italia, Marocco, Messico, Paraguay, Polonia, Portogallo, Scozia, Spagna, Ungheria, Unione Sovietica e Uruguay.
Italia 1990 – Germania Ovest
Torniamo a ospitare la Coppa del Mondo dopo 56 anni. Stavolta non c’è il Duce a forzare le scelte degli arbitri, però Azeglio Vicini ha per le mani una squadra fortissima, la più forte – secondo molti – delle ventiquattro in campo.
Invece l’Italia arriva terza, pur non perdendo alcuna partita. L’unico passo falso, quello fatale, è in semifinale, quando gli Azzurri pareggiano contro l’Argentina e poi perdono ai rigori.
Maradona sfiora un clamoroso bis, trascinando una squadra modesta fino alla finale contro le Germania Ovest, persa a causa di un rigore piuttosto generoso concesso ai tedeschi.
Ecco le squadre al via: Argentina, Austria, Belgio, Brasile, Camerun, Cecoslovacchia, Colombia, Corea del Sud, Costa Rica, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Germania Ovest, Inghilterra, Irlanda, Italia, Jugoslavia, Olanda, Romania, Scozia, Spagna, Svezia, Stati Uniti, Unione Sovietica e Uruguay.
Stati Uniti 1994 – Brasile
Il calcio comincia a mostrare i primi segni della propria bulimia. Sempre più spettacolo e sempre meno sport, va in cerca di nuovi “mercati” per aumentare i propri incassi (e le proprie spese, di riflesso…).
Il Mondiale sbarca così negli Stati Uniti, dove in realtà non ha mai attecchito, interrompendo l’alternanza Europa-Sudamerica, facendo giocare diverse partite alle ore 12 per consentire la messa in onda televisiva a livello planetario.
È il Mondiale dell’ultimo Maradona, che si ripresenta tre anni dopo la fuga da Napoli tirato a lucido, ma viene fermato da una vicenda di doping.
È il Mondiale in cui Baggio dichiara in mondovisione il suo pensiero su Arrigo Sacchi, Ct azzurro («Ma questo è matto»).
È comunque il Mondiale vinto dal Brasile battendo in finale ai rigori proprio l’Italia. A loro il quarto titolo, a noi le lacrime di Baggino e Baresi…
Le ventiquattro partecipanti: Arabia Saudita, Argentina, Belgio, Bolivia, Brasile, Bulgaria, Camerun, Colombia, Corea del Sud, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Marocco, Messico, Nigeria, Norvegia, Olanda, Romania, Russia, Spagna, Stati Uniti, Svezia e Svizzera.
Francia 1998 – Francia
A caccia di soldi e voti in assemblea, i vertici Fifa allargano ulteriormente la “rosa” delle partecipanti, che da ventiquattro passano a trentadue.
La scusa è quella di offrire le luci della ribalta a piccole realtà che altrimenti resterebbero escluse; il risultato finale è una serie di partite senza capo né coda, utili solo ad allungare il brodo della manifestazione.
Vincono i padroni di casa, ma la finale è oscurata dal “giallo Ronaldo”: il Fenomeno non si regge in piedi, però scende ugualmente in campo pare per le pressioni dello sponsor, che nel Mondiale ha investito cifre ingenti. Se questo è calcio…
Le partecipanti: Arabia Saudita, Argentina, Austria, Belgio, Brasile, Bulgaria, Camerun, Cile, Colombia, Corea del Sud, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Giamaica, Giappone, Inghilterra, Iran, Italia, Jugoslavia, Marocco, Messico, Nigeria, Norvegia, Olanda, Paraguay, Romania, Scozia, Spagna, Stati Uniti, Sudafrica e Tunisia.
Corea del Sud e Giappone 2002 – Brasile
Il ghiaccio è rotto, dopo gli Stati Uniti il Mondiale va a drenare pure l’Asia, spalmando la manifestazione sui campi di due nazioni.
La migliore delle trentadue in campo (Arabia Saudita, Argentina, Belgio, Brasile, Camerun, Cina, Corea del Sud, Costa Rica, Croazia, Danimarca, Ecuador, Francia, Giappone, Germania, Inghilterra, Irlanda, Italia, Messico, Nigeria, Paraguay, Polonia, Portogallo, Russia, Senegal, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Sudafrica, Svezia, Tunisia, Turchia e Uruguay) è il Brasile, che stavolta può contare su un Ronaldo a pieno regime (sua la doppietta in finale che schianta la Germania).
Germania 2006 – Italia
Mentre il calcio italiano è squassato da uno scandalo senza precedenti, che porta ad esempio alla retrocessione in B della Juventus, in Germania gli Azzurri di Lippi – pur non brillando in modo particolare – si fanno largo nel Mondiale sino ad arrivare alla finale, vinta ai calci di rigore contro la Francia.
È il quarto titolo vinto dall’Italia.
Le trentadue partecipanti: Angola, Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Corea del Sud, Costa d’Avorio, Costa Rica, Croazia, Ecuador, Francia, Germania, Ghana, Giappone, Inghilterra, Iran, Italia, Messico, Olanda, Paraguay, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Serbia e Montenegro, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Togo, Trinidad e Tobago, Tunisia e Ucraina.
Tutte le partite – Il cammino degli Azzurri – La Finale – Gli Uomini di Marcello Lippi
Sudafrica 2010 – Spagna
Per la prima volta la fase finale di un Mondiale viene disputata in Africa.
L’Italia campione in carica rimedia una figura barbina, chiudendo all’ultimo posto nel gironcino iniziale, addirittura alle spalle della Nuova Zelanda.
In finale, cade una maledizione e se ne rafforza un’altra: vince la Spagna (e questo è il suo primo successo), mentre l’altra finalista, l’Olanda, per la terza volta cade all’atto conclusivo (era già successo nel 1974 e nel 1978).
Le trentadue partecipanti: Algeria, Argentina, Australia, Brasile, Camerun, Cile, Corea del Nord, Corea del Sud, Costa d’Avorio, Danimarca, Francia, Germania, Ghana, Giappone, Grecia, Honduras, Inghilterra, Italia, Messico, Nigeria, Nuova Zelanda, Olanda, Paraguay, Portogallo, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Sudafrica, Svizzera e Uruguay.
Brasile 2014 – Germania
Questi Mondiali vedono il debutto della goal-line technology per stabilire se il pallone ha varcato o meno la linea di porta e dello spray con cui gli arbitri “fissano” il punto di battuta di una punizione e la distanza della barriera.
Sul campo, successo finale per i tedeschi di misura sull’Argentina (1-0 l’atto conclusivo), ma Lahm e compagni in realtà avevano già conquistato le prime pagine per aver inflitto un umiliante 7-1 ai padroni di casa in semifinale: il Brasile non aveva mai incassato 7 gol in un incontro dalla sua fondazione…
Le partecipanti: Algeria, Argentina, Australia, Belgio, Bosnia ed Erzegovina, Brasile, Camerun, Cile, Colombia, Corea del Sud, Costa d’Avorio, Costa Rica, Croazia, Ecuador, Francia, Germania, Ghana, Giappone, Grecia, Honduras, Inghilterra, Iran, Italia, Messico, Nigeria, Olanda, Portogallo, Russia, Spagna, Stati Uniti, Svizzera e Uruguay.
Russia 2018 – Francia
Per la seconda volta dopo il 1958, l’Italia non riesce a qualificarsi per la fase finale del Mondiale.
Le speranze degli Azzurri si infrangono nel playoff contro la Svezia, dopodiché il Ct Ventura viene messo alla porta e la stessa sorte toccherà al presidente federale Tavecchio.
In Russia debuttano l’Islanda, Panama e soprattutto il VAR (Video Assistant Referee).
La Francia raddoppia il successo ottenuto vent’anni prima piegando in finale la Croazia.
Le trentadue partecipanti: Arabia Saudita, Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Colombia, Corea del Sud, Costa Rica, Croazia, Danimarca, Egitto, Francia, Germania, Giappone, Inghilterra, Iran, Islanda, Marocco, Messico, Nigeria, Panama, Perù, Polonia, Portogallo, Russia, Senegal, Serbia, Spagna, Svezia, Svizzera, Tunisia e Uruguay.
Qatar 2022 – Argentina
Era l’ultima possibilità per conquistare l’unico alloro mancante nel suo curriculum e Leo Messi, 35 anni, l’ha sfruttata alla grande, trascinando l’Argentina alla conquista del terzo titolo di Campione del Mondo. In finale, la Pulce del PSG ha dovuto confrontarsi con il nuovo astro del calcio mondiale, il francese Kylian Mbappé, che con i futuri ritiri di Cristiano Ronaldo e di Messi stesso non avrà concorrenti ad aggiudicarsi l’onore (e l’onere) di essere il miglior pedatore del Pianeta.
Le trentadue partecipanti: Arabia Saudita, Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Camerun, Canada, Costa Rica, Corea del Sud, Croazia, Danimarca, Ecuador, Francia, Galles, Germania, Ghana, Giappone, Inghilterra, Iran, Marocco, Messico, Olanda, Polonia, Portogallo, Qatar, Senegal, Serbia, Spagna, Svizzera, Stati Uniti, Tunisia, Uruguay.