La solitudine dei numeri “secondi”, Giacomo Violini
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Giacomo Violini e un ruolo scomodo
La solitudine del portiere è pena conclamata: sta lì, in attesa di un evento che lo crocifigga o che lo immoli a idolo della domenica.
Eppure nel calcio è esistito un ruolo ben peggiore, il numero 12! Il “dodicesimo” del calcio che fu era un eroe non riconosciuto, un fedele scudiero sempre pronto a sedersi la domenica senza creare alcun problema; un uomo schivo, prima figurina dopo i titolari dell’album Panini, la sua tabella presenze straboccava di linee orizzontali, una o due presenze ogni tanto e nient’altro, ai più fortunati poi toccava qualche partita nei primi turni di Coppa Italia, ma il resto era una sfilza infinita di panchine.
Per rendere giustizia a tutti i 12 che furono (Spuri, Bodini, Piloni, Pintauro, il resto aggiungetelo voi..) oggi ripercorreremo il percorso professionale di una riserva per eccellenza, sua maestà Giacomo Violini da San Gervasio Bresciano, e nessuno dica che non ha pensato alla Cremonese di Luzzara!
Gli esordi
Violini comincia nelle giovanili del Brescia, e con le rondinelle fa la sua prima apparizione in Serie B (12esimo, ovviamente) il 24 ottobre del 1976, quinta giornata e derby con l’Atalanta deciso per i bergamaschi da Bertuzzo e Piga.
Quella domenica, mister Angelillo lo convoca in sostituzione dell’indisponibile Garzelli e come riserva dell’italo-argentino Cafaro. È il Brescia dei giovani Altobelli e Beccalossi, per il nostro ci saranno altre quattro panchine e, a fine anno, un biglietto di andata per Chieti assieme ai compagni Berlanda e Colzato. Serie C, si comincia a fare sul serio.
Vieni in porta, Chietino…
L’avventura teatina comincia sotto la guida di Giammarinaro, il Chieti è una neopromossa e le chiavi della porta sono ben salde nelle mani di Dino Di Carlo, un portiere che nel curriculum vanta presenze a Bologna, Lecce e Catanzaro, per Violini perciò un ottimo punto di partenza.
Il campionato però si dimostra un osso duro e Giammarinaro lascia presto il posto a Ezio Volpi, il quale condurrà la navicella neroverde a un onorevole nono posto (che varrà l’accesso alla neonata C1), senza però concedere minuti al giovane portiere bresciano. Nonostante il tabellino delle presenze sia rimasto vuoto, Violini viene riconfermato, la coppia sarà ancora con Di Carlo e timoniere il riconfermato Volpi.
In questa seconda stagione tra i grandi, Violini timbrerà il cartellino delle presenze in ben 11 occasioni, a cui andrà ad aggiungersi l’avventura nel torneo Anglo-Italiano, del quale però salta la finale con il Sutton United, persa dai neroverdi per 1-2.
Le buone prestazioni offerte gli valgono un terzo anno di contratto a Chieti, ancora con Volpi allenatore, i compagni di reparto sono il giovane Marigo e l’esperto Eberini. Per Violini però lo spazio si ridurrà a sole due apparizioni, che non basteranno a evitare la discesa in C2 degli abruzzesi.
Sprofondato negli inferi della quarta serie nazionale, il nostro acquisisce i galloni del titolare, e agli ordini di Panzanato si rende protagonista di un buon campionato, il primo da titolare, disputando 33 gare e risultando tra i protagonisti del settimo posto finale che forse non accontenta le ambizioni della “piazza”.
Da Treviso a Palermo
Una nuova occasione gliela fornisce il Treviso di mister Gianni Rossi, C1 con obiettivo tranquillità e ambiente a misura d’uomo; qui Violini, in compagnia dell’altro bresciano Zobbio (un centravanti scuola rondinelle), si rende protagonista di un’annata positiva disputando 33 gare di livello che valgono un dignitoso decimo posto finale.
È l’ora di prendere il volo verso lidi di prestigio, Palermo è lontana ma pare un’ottima soluzione, Serie B e pubblico dal palato fine…Violini è pronto, si imbarca e nell’estate 1982 approda in Sicilia al fianco di Piagnerelli, per un sogno che è appena iniziato… Il mister dei rosanero è Mimmo Renna, un’ istituzione per la cadetteria; in squadra ci sono, tra gli altri, Bigliardi, Volpecina, Montesano e De Stefanis, niente male insomma.
A Violini viene concessa una chance già il 18 agosto alla prima di Coppa Italia, avversario di turno il Toro del sergente di ferro Bersellini; Renna alterna i due numeri uno (inizia Piagnerelli) in egual minutaggio, ottenendo un più che onorevole nulla di fatto.
In campionato però le gerarchie sono chiare, gioca l’italo-belga (Piagnerelli è nato ad Haine Saint Paul) e il bresciano si siede in panchina, la prima delle quali è il 10 ottobre contro il Monza; per l’ esordio in campionato, Violini dovrà attendere il 24 aprile, guarda caso allo “Zini” di Cremona, dove un giovane Vialli deciderà il 2-0 finale con una doppietta. In stagione le presenze saranno 6, tra le quali un Palermo-Milan (0-0) e un Varese-Palermo (2-1) che lo vedrà opposto al portiere biancorosso Michelangelo Rampulla.
La stagione successiva Piagnerelli parte per Messina, ma la società punta decisa su un big della cadetteria quale Franco Paleari. Per Violini, allenato in stagione prima da Giagnoni e poi da Landoni, gli spazi si riducono alle gare amichevoli e alla fine del torneo conterà zero presenze ufficiali e una retrocessione che getta l’ intera città nello sconforto.
In Serie C1 la musica non cambia, anzi peggiora addirittura. Violini scivola in fondo alle preferenze di Tom Rosati e si ritrova davanti il confermato Paleari, Laveneziana e il giovane Lorusso; a fine stagione saranno ancora zero le presenze, ma scriverà il suo nome tra i protagonisti dell’immediato ritorno in cadetteria. Tre stagioni in Sicilia contraddistinte sì da poche presenze, ma anche da una professionalità esemplare che non sfugge agli attenti dirigenti del presidente Luzzara. L’avventura in grigiorosso sta per iniziare…
Un Violini… a Cremona
Ed ecco finalmente Violini alla sua prima panchina ufficiale in campionato con il 12 grigiorosso addosso, il giorno è l’8 settembre 1985 e lo scenario lo stadio di Cagliari, prima giornata della Serie B e sardi che si impongono per 1-0. Il titolare è l’altro neoacquisto in arrivo da Cesena, Michelangelo Rampulla, il quale disputerà 37 gare concedendo a Violini la vetrina dell’ultima giornata al “Selvapiana” di Campobasso, dove Vagheggi e Perrone trafiggono il nostro rendendo vana la rete del “marziano” Alviero Chiorri; per Violini, in quella stagione, solamente altri 90 minuti in quel di Parma, nella gara di Coppa Italia con i ducali.
La stagione 86-87 comincia con l’avvicendamento alla guida tecnica tra Mondonico e Mazzia, Rampulla resta il titolare indiscusso in una formazione che cerca disperatamente la Serie A. Violini passa l’intero campionato in panchina e viene utilizzato solamente nell’ultima gara degli spareggi a tre che decidono la terza promossa in A; tutto è stato maledettamente compromesso nella giornata di chiusura, quando in casa i grigiorossi perdono con il Pisa nel momento in cui bastava un pareggio.
Gli spareggi citati vedono i cremonesi scarichi, perdono 4-1 la prima gara con il Lecce e 1-0 la seconda con il Cesena, gara nella quale, per l’appunto, Violini disputa interamente i 90′. La ribalta del 12 grigiorosso, però, è la Coppa Italia: qui Mazzia affida le chiavi della porta a Violini, il quale guida i suoi fino a una storica semifinale persa con l’Atalanta, ma andiamo per gradi.
Brindisi in coppa
Il girone eliminatorio vede i grigiorossi passare a braccetto il turno con la Juventus e a scapito della Sampdoria: qui Violini rimane seduto al suo posto in attesa degli ottavi. Proprio agli ottavi i lombardi vengono sorteggiati con il Verona, e Mazzia si affida al nostro 12esimo per un doppio confronto conclusosi sullo 0-0 e sbrogliato (in favore della banda di Mazzia) ai rigori con un 4-3 sudatissimo. Chiorri sbaglia, ma quando tutto sembra compromesso Violini si erge a eroe neutralizzando i penalty di Tricella e Verza e guadagnandosi la riconferma per i quarti contro l’Inter.
Opposti ai nerazzurri milanesi, i grigiorossi paiono avere davvero poche chances, e il doppio 1-1 sembra già un qualcosa di eccezionale; rigori anche questa volta davanti ai 12.000 di San Siro, al compito assolto da tutti i tiratori grigiorossi fa da contraltare il doppio miracolo di Violini su Matteoli e Garlini, che garantisce una storica semifinale!
Alla stessa semifinale arriva l’Atalanta, la quale però con un 2-0 interno e uno 0-0 a Cremona mette fine ai sogni grigiorossi e a quelli di un Violini comunque superstar. Terminata la stagione, si riparte con ancora l’obbiettivo Serie A, Violini si rimette umilmente al suo posto per il campionato 87-88 e gli verrà concessa una presenza nell’ultima giornata a Trieste, a giochi ampiamente decisi e con la Cremonese ancora fuori dalle elette.
L’88-89 è l’anno buono, Mazzia resta al suo posto così come Violini, il campionato è combattutissimo e dietro a Genoa, Bari e Udinese è finalmente la volta dei grigiorossi. Serie A conquistata dopo spareggio con la Reggina, ma per il nostro 12 nessuna apparizione ufficiale. 31 anni, una più che onorata carriera al servizio di chi lo ha apprezzato ed ecco lo sbarco nell’olimpo della pedata, e proprio qualche divinità presente in tale impero decide che per Giacomo è l’ora di togliersi qualche soddisfazione..
A…rrivato!
La prima novità in casa grigiorossa è il cambio della guida tecnica, Mazzia ha optato per cedere alle avances di Pozzo e la sua Udinese e così Luzzara ha virato su Tarcisio Burgnich, reduce da un esonero mal digerito in quel di Catanzaro. Il duro di Ruda è l’uomo giusto per cercare di evitare alla Cremonese un pronto ritorno tra i cadetti.
La Serie A comincia il 27 agosto e subito i grigiorossi sono di scena a San Siro, al cospetto dell’Inter Campione d’Italia; la partita è spigolosa e combattuta, i nerazzurri non riescono a sfondare la decisa linea difensiva cremonese e quando tutto pare incanalarsi sull’1-1 finale grazie a un super Dezotti che pareggia una sfortunata autorete di Gualco arriva la mazzata, rigore dubbio per l’Inter e gol.
Citterio e Rampulla perdono la testa guadagnandosi il rosso e così per Violini arriva, inaspettato, l’esordio in massima serie; è il minuto 89, un solo misero giro di lancette resta da giocare, ma ripaga già gli sforzi di una carriera intera. Cafaro, Giammarinaro, il Sutton United o la tristezza dell’anno in C1 a Palermo, chissà Giacomo a cosa ha pensato in quegli istanti.
Per fargli acquisire il ritmo partita, Burgnich lancia Violini anche il 30 agosto in Coppa Italia contro il Milan di Sacchi, il portiere si disimpegna bene, ma nulla può sulla rete di Massaro che lo salta e decide la partita.
È già tempo di seconda giornata, e a Violini toccano altri 90 minuti nello sfortunato esordio casalingo con il Cesena (2-1 per i romagnoli); i grigiorossi però si riscattano la domenica successiva, quando vanno a Roma a imporre il pari (1-1) a un’ostica Lazio, anche qui Violini disputa la contesa per intero. Dalla quarta rientra Rampulla, e per Violini si riapre la via della panchina, ma con la certezza che anche in A il nostro può dire la sua.
Il campionato della Cremonese vive e si sviluppa sull’orlo del baratro, e quando tocca nuovamente a Violini (per l’indisponibilità del titolare) la situazione non è certo tranquilla. Burgnich si affida a lui alla 26esima e alla 27esima e Violini lo ripaga blindando due pari molto importanti, in casa con il Verona ma soprattutto a Firenze contro la Viola di Roby Baggio, al quale il portiere nega un gol al pari di Faccenda e Battistini, e quando non ci arriva ci pensano il palo (Baggio) e un compagno (Ferraroni, che sulla linea intercetta un colpo a botta sicura di Buso).
L’ottima prestazione in terra toscana gli vale altri 90 minuti a Udine, nonostante Rampulla sia nuovamente a disposizione: qui Violini si mette ancora in evidenza ergendosi a protagonista del pari finale (1-1) in una partita ben oltre il nervoso, nella quale il nostro disinnesca parecchie situazioni difficili.
Per la 29esima Burgnich ridà spazio a Rampulla, ma la domenica successiva, in casa con l’Ascoli, è ancora Violini a difendere i pali grigiorossi. Finirà 2-1 grazie alle marcature di Gualco e Chiorri, con un Violini buon protagonista e incolpevole sulla rete, peraltro ininfluente, al minuto 89 di uno Cvetkovic lanciato in contropiede.
La stima di “Roccia”
Burgnich stima Violini e così gli concede anche la successiva trasferta di Torino, che vede la Cremonese opposta alla Juventus. La classifica è davvero da thriller: i grigiorossi sono penultimi con 23 punti davanti al solo Ascoli (21), ma al pari di Verona e Udinese e a un punto da Fiorentina, Cesena e Lecce, insomma è tutto ancora da decidere!
A Torino, però, finisce in tragedia (4-0 per i bianconeri) e Violini poco può contro lo strapotere sabaudo: sarà la sua ultima apparizione in massima serie, perché le restanti tre gare spettano a Rampulla e a fine stagione arriva la discesa negli inferi della B.
La Cremonese edizione 1990-91 riparte ancora da Burgnich, con Rampulla e Violini ai rispettivi posti di 1 e 12. In campionato, il tecnico di Ruda verrà avvicendato da Giagnoni, il quale piloterà il team di Luzzara ancora in Serie A; per Violini ci saranno 31 panchine consecutive a partire dall’ottava giornata, nelle prime 7 gare il vice Rampulla era stato Luciano Arisi, classe 1966.
Gli ultimi fuochi
La Serie A successiva vede Violini sedersi per l’ultima stagione come 12esimo in massima serie, le primavere sono 34 e il pensiero comincia ad andare oltre il campo; in quella stagione si alternerà come secondo assieme al giovane Razzetti (25 panchine a 9 per Violini) alle spalle di un Rampulla che a breve diventerà un 12 importante nella Juventus di Lippi.
L’ultima gara disputata in carriera resterà il ritorno del primo turno di Coppa Italia, che vede la Cremonese eliminata dal Como (Seno trafigge Violini al 23′), mentre l’estrema panchina in A con la maglia grigiorossa sarà datata 24 maggio, ultima giornata, a Genova in un Sampdoria-Cremonese 2-2 nel quale va a segno anche Gianluca Vialli, lo stesso che il 24 aprile dell’ 83 lo aveva “battezzato” con una doppietta in quel Cremonese-Palermo che aveva segnato l’ esordio di Violini in Serie B.
Con l’arrivo in plancia di comando di Gigi Simoni sta per nascere la Cremonese più bella della storia e Violini mette la sua esperienza al servizio del collettivo per ottenere un immediato ritorno in massima serie. È determinante nella crescita del giovane Turci e con 34 panchine scrive il suo nome nell’ennesima impresa dei ragazzi di Luzzara; a Lucca, il 23 maggio 1993, si accomoda per l’ultima volta come 12esimo: è la duecentocinquesima panchina grigiorossa, la duecentosettantesima in B.
Terminata l’esperienza sul campo, Giacomo Violini ha dato vita a una scuola di portieri che è oggi tra le più apprezzate d’Italia. Con i suoi consigli sono cresciuti fior di numeri 1, segno che con l’umiltà e la perseveranza si possono ottenere risultati a volte inimmaginabili, anche magari passando una carriera a sacrificarsi per gli altri…