L’insostenibile leggerezza dell’essere – La Tosse e il Qatar
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L’insostenibile leggerezza dell’essere
Io c’ero, quell’8 giugno 1990, a Milano, quando – nella partita inaugurale di Italia 90, il Camerun colpì a freddo l’Argentina Campione del Mondo in carica: 1-0, gol al 66’ di Omam-Biyik.
In tribuna stampa, io e i miei colleghi sapevamo che quelli dovevano essere i “nostri” Mondiali. Non gioii per la sconfitta dell’Argentina, un po’ perché non si gioisce delle altrui disgrazie, un po’ perché la Nazionale di Vicini non aveva bisogno di “aiutini”, ma mi convinsi che Diego Maradona – da solo – non poteva bastare per rendere competitiva quell’armata Brancaleone vestita a strisce biancocelesti.
Sbagliai, perché sottovalutai il Pibe, capace ancora una volta (quattro anni dopo) di caricarsi sulle spalle i compagni e di trascinarli a un passo dalla vittoria (andatevi a rivedere la finale contro i tedeschi e capirete).
La tosse della Pulce
Il 23 novembre scorso, per questa rubrica, ho scritto quanto segue: “Pure ‘e pullece tenene a tosse. Ieri, travolto insieme alla sua Nazionale da un incredibile destino, Leo Messi ha scoperto di avere, oltre alla tosse, anche un bel po’ di… Qatar. Trentadue anni fa, l’Argentina Campione del Mondo venne uccellata nella partita d’esordio dal Camerun. Maradona – quello vero, l’inimitabile – moltiplicò gli sforzi, guardò negli occhi i suoi compagni e la finale di Italia 90 fu Germania-Argentina (alla faccia nostra). Dai, Pulce, se ci sei batti un colpo: Diego sapeva come farlo”.
Leo, che sicuramente segue solocalcio.com (?!?), ieri quel colpo lo ha battuto, forte e chiaro: adesso gliene mancano altri due, per svergognare quei bookmakers che fino a due giorni fa non credevano nell’Argentina.
Una sola preghiera: adesso, che è a fine carriera e a due passi dalla gioia più grande, smettiamola di chiedergli di “fare il Maradona”. Diciamogli di essere Messi: con i tempin che corrono, basta e avanza…