L’addio alla B del mitico Barletta
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Il Barletta
Quel 2 giugno del 1991, a Barletta, fu più il giorno della Condanna che quello della Repubblica.
Era definitivamente sfumato un sogno durato quattro stagioni indimenticabili, primavera targata Rovani e il gol a Sorrento, estate scandita dalla rimonta-salvezza del “signore in rosso” (al secolo Giorgio Rumignani), autunno a opera dei vari Beccalossi, Vincenzi e Mazzaferro e l’ingrato inverno sulle spalle del trainer Roberto Clagluna coadiuvato da giovanotti volenterosi (La Notte, Gallaccio, Farris, Sottili) e vecchie volpi del calibro di Chierico e Strappa…
Trait d’union il presidente Di Cosola, autore dell’opera tanto nel bene quanto nel male.
Acqua alla gola
Quel 2 giugno a Barletta arriva il Cosenza di Edy Reja: Vettore, Marulla e Gazzaneo dovrebbero garantire una B di livello medio-alto, ma qualcosa non è andato per il verso giusto e i bruzi si presentano in Puglia con l’acqua alla gola e decisi più che mai a portare a casa qualcosa di buono.
L’atmosfera è quella di Hadleyville in Mezzogiorno di fuoco: qualcuno morirà e altri, ben che vada, resteranno feriti.
Il Barletta passa al 34′ con Pistella e uno stadio intero comincia a crederci, ma appena quattro minuti dopo Angelo Aimo pareggia il conto, rigettando i pugliesi nello sconforto più totale; la rabbia mista alla delusione si acuisce ancor più quando Vettore para un tiro che ai più è parso oltre la linea di porta e dalle tribune cominciano a piovere sassi, l’arbitro Beschin sospende una prima volta la gara, la riprende, ma poco dopo deve abdicare dinanzi al continuo lancio di oggetti che colpisce anche il portiere di casa Bruno.
Morale della favola: 0-2 a tavolino, Barletta all’inferno e Cosenza in purgatorio nell’attesa della sua salvezza.
Addio in campo neutro
Due settimane più tardi, la B è ai titoli di coda, per il Barletta la sentenza è già scritta ma il calendario impone la sfida casalinga al cospetto del Brescia.
Con il campo ovviamente squalificato, i biancorossi si vedono obbligati a giocare sul neutro che viene indicato nel Riviera delle Palme di San Benedetto del Tronto.
I lombardi di Bolchi sono un’altra grande delusione del campionato, nonostante in “rosa” ci sia gente come Citterio, Ganz, Valoti e Zaninelli sono costretti a ottenere un risultato positivo per non incappare nel tritacarne della classifica avulsa e rischiare un’inopinata retrocessione in Serie C1.
Dopo Bolognesi, il diluvio
Questa volta l’atmosfera non è incandescente, pochissimo pubblico popola il catino sambenedettese, perlopiù curiosi che si mischiano ai coraggiosi e mai domi bresciani insieme a un esiguo numero di fedelissimi giunti da Barletta e tra i quali qualcuno viene allontanato dalle forze dell’ordine per “eccesso di epiteti” all’indirizzo degli ex beniamini; la giornata è tipicamente estiva e il clima in campo un misto tra la voglia di ben figurare dei pugliesi e quello del disperato bisogno della matematica per gli uomini di Maciste Bolchi, ne scaturisce una partita tutto sommato divertente nella quale il Brescia si porta in vantaggio già al 20′ grazie a un’incornata del terzino Marco Rossi su calcio d’angolo battuto proprio sotto il settore ospiti.
Il Barletta non ci sta, Clagluna sprona i suoi nonostante il suo contratto sia ormai carta straccia (al suo arrivo aveva firmato un biennale valido solo in caso di salvezza) e in avvio di ripresa cambia Colautti con Rocchigiani, cercando di raddrizzare la barca.
Gli effetti di vedono al 57′, quando il prodotto torinista Bolognesi insacca l’uno a uno mettendo in calce un risultato che accontenterà entrambe le contendenti. Il gol di Bolognesi è, ad oggi, l’ultimo del Barletta in Serie B, una B mai più frequentata e abbandonata nel peggiore dei modi.
Un viaggio iniziato da Sorrento il 7 giugno 1987 e concluso a San Benedetto del Tronto il 16 giugno di quattro anni dopo. Troppo poco? Il giusto? Chissà.
Resta il fatto di un calcio diverso, più genuino e in cui i prodotti del vivaio (Lanotte su tutti) contribuivano a ottenere splendidi risultati e spiccavano il volo verso carriere nel calcio che conta, un calcio lontano che rende orgoglioso chiunque l’abbia vissuto dentro e fuori dal campo.
Il tabellino
16 giugno 1991, San Benedetto del Tronto (AP)
Barletta-Brescia 1-1
Reti: 20′ M. Rossi, 57′ Bolognesi.
Barletta: Bruno, Farris, Gabrieli, Strappa, Colautti (46′ Rocchigiani), Tarantino, F. Signorelli, Ceredi, Pistella, V. Lanotte, Bolognesi (80′ Antonaccio). Allenatore: Clagluna.
Brescia: Zaninelli, Manzo (76′ C. Prandelli), M. Rossi, De Paola, Luzardi, Citterio, Valoti, Masolini, Serioli, Bonometti, Ganz. Allenatore: Bolchi.