Il Milan non è Iwo Jima!
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“AC Milan annuncia che Paolo Maldini conclude il suo incarico nel Club, con effetto dal 5 giugno 2023. Lo ringraziamo per il suo contributo in questi anni, con il ritorno del Milan in Champions League e con la vittoria dello Scudetto nella stagione 2021/22. Le sue responsabilità saranno assegnate a un gruppo di lavoro integrato che opererà in stretto contatto con il Coach della prima squadra, riportando direttamente all’Amministratore Delegato”.
Io lo so che gli americani hanno uno strano rapporto con le bandiere, ma qui mica siamo a Iwo Jima…
Dal Pulitzer al repulisti?
È dal 23 febbraio 1945, a Iwo Jima, isola giapponese, che – come detto – gli americani hanno questo strano rapporto con le bandiere. In giro per le grandi città degli States, le trovi ovunque, non solo sugli edifici pubblici, ma anche nelle abitazioni private.
C’è quella a stelle e strisce, sempre, e poi quella dello Stato di appartenenza. Servono, le bandiere, a cementare l’Unione, a far crescere il senso dello Stato nei cittadini.
E a Iwo Jima, per far sapere in patria che 5.000 militari statunitensi non erano morti invano, di bandiere ne piantarono addirittura due, realizzando un autentico set fotografico per Joe Rosenthal, fotografo della prestigiosa Associated Press, che – in ritardo – s’era perso la prima bandiera, quella “vera”. “Raising the Flag on Iwo Jima”, titolo scelto da Rosenthal per lo scatto, si aggiudicò il Premio Pulitzer…
Le bandiere degli altri
Piccola premessa: non sono tifoso del Milan, anche se sono nato sotto la Madunina con lo scudetto ‘59 sul petto perché il mio babbo lavorava nel Milan e il primo regalo l’ho ricevuto da Juan Alberto Schiaffino, che se non sapete chi è mi dispiace per voi.
Sono però – come più volte autodenunciato – cresciuto a pane e pallone, quindi il calcio non è un mio interesse, è proprio una parte di me.
E allora, leggendo che tale Gerry Cardinale licenziava Paolo Maldini ringraziandolo “per il suo contributo in questi anni”, capirete che la cosa mi è andata di traverso. Demaldinizzare il Milan significa semplicemente tentare di cancellare più di 70 anni di storia rossonera, rendendola un involucro vuoto, magari da riempire con qualche americanata.
La resa dei conti
A Paolo (e al diesse Massara) viene imputato il flop di Charles De Ketelaere, acquistato per 35 milioni di euro e miseramente naufragato in questa strana stagione. Detto che De Ketelaere ha 22 anni e l’estate scorsa lo voleva mezzo mondo, stamattina Franco Ordine, che segue il Milan come un’ombra da una vita per conto del Corriere dello Sport, scrive una cosa che se non è vera è quanto meno verosimile.
Questa: “A ben vedere, però, la frattura tra il fondo americano del Milan e il mondo Maldini non è di ieri nè di ieri l’altro, ma è lontano esattamente un anno e qualche giorno. Perché Gerry Cardinale, appena sbarcato a Milano quale nuovo proprietario (poi il passaggio ufficiale si sarebbe celebrato a settembre), si è ritrovato dinanzi a questo bivio: da una parte lo scudetto vinto contro ogni pronostico con festa di popolo per le strade della metropoli lombarda, dall’altra Paolo Maldini il quale, con una pungente intervista, randellava Ivan Gazidis reduce da una malattia e si candidava a garante del milanismo presso la tifoseria”.
Siamo davvero al dramma della gelosia? Chi, se non Paolo, poteva interpretare un ruolo così importante?
Schede tecniche
Gerry Cardinale, 54 anni, originario di Philadelphia, fondatore di RedBird Capital Partners, ha un patrimonio personale di circa un miliardo di dollari. Ha lavorato per 20 anni in Goldman Sachs prima di dare vita alla sua società nel 2013.
Paolo Maldini, 55 anni, milanese, con la maglia del Milan ha disputato 902 partite segnando 33 reti, vinto 7 scudetti (1987-88, 1991-92, 1992-93, 1993-94, 1995-96, 1998-99, 2003-04) da calciatore e uno da dirigente (2021-22), 1 Coppa Italia (2002-03), 5 Supercoppe Italiane (1988, 1992, 1993, 1994, 2004), 5 Coppe dei Campioni/Champions League (1988-89, 1989-90, 1993-94, 2002-03, 2006-07), 5 Supercoppe Europee (1989, 1990, 1994, 2003, 2007), 2 Coppe Intercontinentali (1989, 1990), 1 Mondiale per Club (2007).
Ribadisco: non sono un tifoso del Milan. Se lo fossi, pensando a Paolino licenziato nel tempo di un cappuccino e una brioche, sarei incazzato nero. Anzi, rossonero.