Il lato B della Massese
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La Massese oggi
Metà ottobre di un anonimo campionato di Eccellenza, cielo grigio e aria fresca che a Kuzminac evocava dei pensieri, così come a Carlo, sceso dal Veneto alla natia Massa e “obbligato” da una fede incrollabile a passare la domenica al Degli Oliveti.
Sono lontani gli anni in cui arrivavano qui avversari quali Spal, Vis Pesaro, Pisa o Napoli; oggi hanno nomi diversi e molto meno pretenziosi come la Pontebuggianese di mister Gutili, per la quale giocare a Massa è un vanto; duecento o poco più sono i fedelissimi presenti, chi ogni maledetta domenica e chi, come Carlo, ogni tanto ma con lo stesso amore!
La breccia massese
Ecco che l’aria fresca comincia a fare su Carlo l’effetto Kuzminac, e i pensieri affiorano da un tempo lontano in un tempio vicino, il papà a capo di un club che segue ovunque la Massese (anche in lambretta), lo stadio pieno nel giorno del trionfo, quando i ragazzi di Meucci sconfissero la Vis Pesaro davanti a 15.000 spettatori e volarono in B, il primo gol cadetto di Agostini in un Massese-Palermo che apriva la stagione 70-71, era il 20 settembre, cent’anni prima si era spalancata una breccia a Porta Pia!
Che nomi, che ricordi, Cesare Meucci da Cormons era stato ingaggiato sulla panchina bianconera in sostituzione di Umberto Pinardi, giunto secondo (dietro all’Arezzo) la stagione precedente.
Era già un guru della C, il Meucci, aveva ottenuto la promozione a Prato (59-60), Arezzo (65-66) e Cesena (67-68) e a Massa avrebbe centrato la quarta, aggiudicandosi un duello punto su punto con la Spal di GB Fabbri prima e Corsi poi; l’inizio di quella cavalcata vide a Massa un’Imolese regolata 3-1, poi il colpo a La Spezia (0-1) e un cammino che si interrompe alla quinta, quando il Viareggio espugna il Degli Oliveti ma non intacca le certezze di un complesso che perderà solamente cinque partite, l’ultima delle quali a Pesaro a fine andata.
Re del gol Menconi, incarnazione di uno spirito che raccoglieva la serenità e la determinazione di un ambiente unico, 14 reti e titolo di capocannoniere al pari dell’anconetano Cavicchia; i 15.000 già citati si godranno pure la B, e i ricordi continuano a cercare la luce nella testa di un Carlo distratto marginalmente da una Massese che rischia di naufragare anche in Eccellenza, perché il Pontebuggianese non molla!
Collezione di figurine
Si rivede bambino, mano nella mano di papà e adrenalina da vendere, inizia la B e arriva il Palermo di Bercellino, Troja, Enzo Ferrari e Reja, insomma roba grossa; Daniele Agostini la sblocca e Lancini, per i siciliani, riagguanta il pari, ma che emozione indescrivibile!
E poi l’Atalanta, il Monza, Modena, Brescia, quel 2-0 alla Casertana alla sedicesima e non importa se quella squadra, privata di Meucci e affidata subito a Viviani e più tardi a Pinardi, rimase ultima dalla decima giornata fino al termine.
Scorrono nella mente i volti di Gesualdo Albanese, il difensore Nimis, Del Barba, il futuro Campione d’Italia (con la Lazio di Maestrelli) Giancarlo Oddi e ancora Vitali e Palù, quell’anno fu più bello anche fare le figurine, nella speranza che bomber Fichera (6 reti a fine stagione) potesse compiere il miracolo della salvezza.
Si retrocesse, quel giorno né Carlo né Vieri Rosati (il presidente) potevano sapere che in B la Massese non ci sarebbe mai più tornata, tanta C2 e abbastanza C1 fecero comunque degli Anni 80 e 90 ancora una Massese combattiva e competitiva, verranno i Bertoneri e i Pisasale, altri mille volti che spiccheranno il volo (Mauro Milanese) tenendo il nome della squadra toscana in categorie consone a tale blasone.
Oggi invece va così, assenti dalla scena nazionale da troppi anni ci si batte, per sopravvivere, in Eccellenza…
Segna Terigi, Massese in vantaggio, i duecento gioiscono come in quel 70-71 e Carlo torna sulla terra, la brezza s’è fermata, la gara volge al termine e lui imbocca il viale di casa.
Domani tornerà in Veneto, ma un viaggio lo ha già fatto, ed è stato il più bello che potesse immaginare…