Hernan Crespo, La Rivincita di “Valdanito”
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“Non si vive di soli gol”.
Questa frase non esiste nel vocabolario di Hernan Crespo, fino a qualche tempo fa chiamato “Valdanito“, per la sua somiglianza col grande Jorge Valdano, negli anni Ottanta gran puntero del Real Madrid.
Ora splende di luce propria, dopo aver patito amari “digiuni”. Quando arrivò a Parma, nell’estate del 1996, non segnò per sei mesi, pure a causa di infortuni, poi esplose con 12 gol nel girone di ritorno, trascinando il Parma di peso in Champions League. Così ritornò alla vita (sportiva, s’intende) dopo un periodo nerissimo, lui che da piccolo non era sicuro di giocare centravanti perché aveva troppa paura di smettere di segnare.
Da lì è cominciata la progressiva scalata all’Olimpo dei bomber e nei cuori dei tifosi dello stadio Tardini, che ci hanno messo un po’ ad affezionarsi a lui: all’inizio dovette subire pure ingenerosi fischi.
La consacrazione definitiva è arrivata nella stagione 1998-’99, con i celebri quattro gol di tacco incastonati tra i 28 segnati in tutta la stagione. “Un giorno vorrei essere come Batistuta” era un ritornello che Hernan ripeteva spesso, ricordando anche in campo il Gabriel dei primi tempi visto in Italia.
Crespo infatti se non segnava non riusciva ad essere utile al Parma, capace com’era di vedere solo la porta e niente altro sul rettangolo verde.
Naturalmente è migliorato da quando è sbarcato in Emilia, poco più che ventenne, dopo 15 anni passati al River Plate, da bambino a superstar. Ma il suo marchio di fabbrica è rimasto sempre quello. La velocità dentro l’area, con o senza la palla al piede, e naturalmente il gioco in acrobazia, meno il dribbling.
Il suo arrivo in Italia fu quasi un intrigo internazionale, risultato di una decisa operazione dell’allora presidente Giorgio Pedraneschi, che riuscì a convincere i dirigenti del River a cedere la grande promessa per 5 milioni di dollari, una cifra che ora sarebbe ridicola, molto al di sotto del valore di mercato di “Valdanito”.
Per trattenere Hernan in Argentina intervenne pure il presidente Carlos Menem, ma invano.