Giovanni Sorce
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Tridente da sogno
A Parma ci avevano già azzeccato con i fratelli Melli nel pescare ad Agrigento: Alessandro bomber di razza e Marcello che, pur perdendosi poi tra Battipaglia, Siracusa e minori, i numeri li aveva certamente. Perciò, quando si prospettò di portare a casa un talentuoso ragazzo protagonista del miracolo Licata, non ci pensarono due volte.
Giovanni Sorce nasce proprio nella città dei templi nel luglio del 1969, cresce a pane condito con il pallone e prima dei sedici anni è già scritturato dai gialloblù di Licata, i quali stanno preparando una recita che li vedrà esibirsi fino alla Serie B; il giovane agrigentino esordisce nel campionato 86-87, gioca davanti o largo sulla fascia e mette assieme quattro presenze nelle quali si conquista i galloni da titolare per la trionfale annata successiva, quando i ragazzi di Cerantola volano in cadetteria.
Sorce compone un tridente da sogno con Ciccio La Rosa e Pippetto Romano, segna 5 reti in 26 incontri e si appresta a entrare nel calcio che conta!
Dalla B alla A
L’ 11 settembre 1988, i gialloblù fanno l’esordio assoluto nel campionato di Serie B e Sorce subentra al 73′ per Donnarumma: è la prima di trentadue gare che lo consacreranno come una delle sorprese del campionato, otto reti e un piazzamento nella parte alta della classifica fanno bussare alla porta dei siciliani parecchie squadre, ma non se ne fa nulla, Sorce resta a Licata anche per il torneo 89-90, un campionato che vedrà il Licata retrocedere nonostante Giovanni confermi le proprie abilità, con tre reti (decisiva quella al Cagliari per l’1-0 finale) in 24 partite e il biglietto per Parma in tasca…
Si vola in Serie A! In Emilia, l’entusiasmo è alle stelle, si vive per la prima volta l’avventura in massima serie e il 9 settembre ecco il battesimo ufficiale, Parma-Juventus 1-2, Sorce subentra al 47′ per Brolin; la banda di Nevio Scala stupisce tutti, naviga in zona coppe stabilmente e alla fine strappa una storica qualificazione in Coppa Uefa, l’ex licatese sarà in campo ventitré volte e segnerà una rete, decisiva, nel 2-1 con cui i ducali battono il Genoa il 7 aprile.
Qualcosa si è rotto…
Poi qualcosa si rompe, da questo punto in avanti la carriera di Sorce subirà un rallentamento che lo porterà lontano dalle vette a cui il suo talento pareva potesse aspirare; a novembre del 1991 va in B a Lucca, allenatore Marcello Lippi, ma l’esperienza produce solamente cinque presenze (tutte da subentrato).
Rientra a Parma per il 92-93 e rimette piede in Serie A alla terza, quando subentra a Melli, ma a novembre parte per Messina, Serie C1 girone B; la squadra siciliana vive una stagione travagliata a livello societario (verrà poi esclusa in estate), ma sul campo si piazza dodicesima.
Sorce esordisce all’undicesima nel derby di Reggio Calabria e contribuirà con 17 presenze e quattro gol in un complesso di discreta caratura che comprende Gentilini, Avanzi, Deogratias e Meluso tra gli altri.
Rientra nuovamente a Parma per il campionato 93-94, ma ormai è ai margini del progetto Scala e in campionato colleziona solamente una presenza alla ventesima, quando dà il cambio a Zola al 90′ di un Parma-Lazio 2-0, vivrà dalla panchina anche la trasferta di Coppa Coppe ad Amsterdam con l’Ajax, poi la sua strada e quella dei ducali si divideranno per sempre.
Viale del tramonto
Riparte da Aosta, C2 girone settentrionale, nel torneo 94-95: i rossoneri hanno allestito una formazione d’esperienza che comprende anche l’ex Inter Stringara, il vecchio cuore granata Picci e l’ex triestino Danelutti, ma questo non basta a evitare la retrocessione anche se dopo i play-out, quattro reti in quindici gare e il ritorno nella sua Sicilia, Marsala, ancora C2.
Qui Sorce trova una certa continuità con la via della rete, ne mette a segno 12 risultando il bomber di una squadra che però si piazza diciassettesima, salvandosi solamente agli spareggi a scapito dell’Astrea; nell’estate del 1996 si accorda con la Spal di Bianchetti (Serie C1), però l’avventura estense dura appena otto partite (1 gol), perché al mercato di riparazione parte per Avezzano, ancora C1, dove nonostante in “rosa” ci sia gente del calibro di Cerone, Gabriele e Di Nicola si retrocede in C2.
La rivincita arriva nella stagione successiva, quando torna a Marsala e con mister Morgia sale in C1 da protagonista, otto reti in 24 gare e la benedizione dell’allenatore che, ingaggiato dal Palermo, lo vuole con sé per provare l’assalto alla B in rosanero.
La squadra è di prim’ordine (Sicignano, Biffi, Scarafoni, Paratici, tanto per citarne alcuni) e alla B ci arriva vicinissimo, stoppata da un finale di campionato suicida e poi da un Savoia che la estromette dai play-off, le gare di Sorce sono 23 e le reti due; chiuso il capitolo Palermo, prova a dare una mano a un Catanzaro imprigionato negli inferi della C2, ma la stagione si rivelerà un disastro: quattro cambi di allenatore produrranno un anonimo dodicesimo posto nonostante in “rosa” figurino Andy Selva, Napolitano, Tortora, Bugiardini e Donatello Gasparini, per Sorce tre reti in dodici gare e la decisione di scendere in Serie D.
Aria di casa sua
Per la nuova avventura tra i dilettanti sceglie di rientrare in Sicilia, accetta la corte dello Sciacca ma saluta dopo nove gare e tre reti per approdare a Paternò dove in trio con Pannitteri e Pagana trascina i catanesi in Serie C2 per la prima volta; il canto del cigno a Vittoria, otto presenze e tre reti nel campionato 2001-02 sono il finale di un cammino incominciato tanti anni prima e che gli ha regalato tantissime soddisfazioni, anche se alla luce del suo talento potevano essere molte di più!