Gianni Infantino, non fermarti alla terza (birra) media
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Gianni Infantino
«Oggi mi sento qatarino. Oggi mi sento arabo. Oggi mi sento africano. Oggi mi sento gay. Oggi mi sento disabile. Oggi mi sento un lavoratore migrante». Parole e musica di Gianni Infantino alla vigilia della Coppa del Mondo in Qatar, non il delirio di un uomo vittima di bipolarità.
«La Fifa è orgogliosa di essere qui, questo sarà il Mondiale più bello per la gente che ama il calcio, le critiche al Mondiale sono ipocrite. Per quello che noi europei abbiamo fatto negli ultimi tremila anni dovremmo scusarci per i prossimi tremila anni, prima di dare lezioni morali agli altri. Queste lezioni morali sono solo ipocrisia».
Bryan Swanson
Gianni è un fiume in piena e non è da meno Bryan Swanson, responsabile media della Fifa, che fa coming out: «Ho trascorso un po ’ di tempo accanto a Infantino e mi sono sempre sentito supportato e aiutato, sono gay come lo sono molti altri colleghi della Fifa. Mi trovo seduto qui in una posizione privilegiata, davanti a un palcoscenico globale, come persona gay in Qatar».
Tutto va per il meglio, quindi? Diciamo “quasi tutto”, perché c’è chi si lamenta del divieto di vendita e consumo di birra negli stadi… «Si può sopravvivere senza bere birra per tre ore», riparte Infantino.
La Fifa e la Budweiser
Mi raccomando: tre ore, non un minuto di più. «Ci sono molti punti in cui si possono bere alcolici, eppure anche questo sembra un grande problema. Budweiser è uno dei partner della Fifa e continueremo con loro fino al 2026…». Già, il 2026, quando si giocherà in Canada, Usa e Messico. Budweiser ha speso 75 milioni di dollari per sponsorizzare questi Mondiali e immagino che il budget fra quattro anni sarà più alto.
E allora vedrete che succederà qualcosa e la birra scorrerà a fiumi. Gianni, non fermarti alla terza (birra) media: chi beve birra campa cent’anni. E a quanto pare incassa cifre da nababbo…