Gianluca Pessotto, Ercolino Sempreinpiedi
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Pessotto deve sempre ripartire, come “Ercolino Sempreinpiedi”, personaggio dei comics di qualche anno fa. Infortuni sul più bello, incomprensioni: ricominciare daccapo. Adattarsi insomma, e Gianluca l’ha sempre fatto al meglio.
Sin dalle giovanili del Milan, quando con la Primavera a Milanello doveva vedersela con la fantastica squadra di Sacchi e non gli riusciva di emergere: pareva un centrocampista come tanti. Quindi il solito percorso: le serie minori, in progressione per dimostrare il proprio valore. Arretrato di qualche metro, passò mediano, fino al ruolo di esterno di sinistra, accettato nel Torino per tamponare un’emergenza.
Da quella zona nel campo non si è da allora più mosso, a parte qualche digressione omaggio al suo ben noto eclettismo, diventando un punto di riferimento per la pluridecorata Juventus di Lippi e una buona pedina per la Nazionale.
Ma è strano pure il suo destino nel recente passato in maglia azzurra, dove lui ha giocato quasi sempre nel suo ruolo naturale di fluidificante, ma senza riscuotere quasi mai il consenso degli addetti ai lavori. Poco importa comunque, perché Gianluca ha sempre riscosso la stima e l’apprezzamento dei due Ct che l’hanno chiamato, Maldini e Zoff.
E quando è riuscito a trovare spazio non l’ha più perso, segno di una evidente solidità. E proprio Marcello Lippi, l’allenatore con il quale ha vinto i primi trofei ne fa l’istantanea migliore: “Umiltà, intelligenza, cultura”.
L’ultima delle tre doti non sembra calzare a pennello col football. Solo superficialmente, perchè Pessotto ha sempre dimostrato di saper capire e cercare le soluzioni più adatte nei momenti chiave della sua carriera, come nel primo anno in bianconero, appena giunto da Torino e quindi non molto ben visto dalla piazza.
Umile e cocciuto, sa combattere in silenzio, senza polemiche, le sue battaglie. Accettò la panchina e pure la tribuna, fino all’evidenza della sua utilità e alla rivelazione che in pratica costò il ritorno in patria al portoghese Dimas.
Con Ciro Ferrara diventa addirittura negli anni lo stakanovista delle presenze e dei minuti in campo. Alla fine le sue delusioni da giovane promessa del Milan, lui che sin da piccolo era stato un rossonero sfegatato, sono state il giusto viatico verso l’Olimpo dei migliori. Prima ne ha dovute passare parecchie, ma ora Pessotto è tra i difensori più costanti e affidabili.