Gaetano Fontana
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Gaetano Fontana e Alessandro Del Piero
Chissà se il giovane Del Piero, in quel 92-93, agli inizi di una carriera che lo ha visto toccare le vette massime per un fuoriclasse, ha carpito qualche segreto al suo “vicino” di figurina Gaetano Fontana da Catanzaro, poco più grande di lui (1974 Pinturicchio e 1970 Fontana) e già con una discreta esperienza nel mondo dei “grandi”.
I capolavori di Pinturicchio
Del Piero si affaccia per la prima volta sul grande palcoscenico, ha esordito la stagione precedente ma è aggregato alla prima squadra da questa.
I mezzi sono infiniti, il carattere già da campione, ma il momento di dimostrarlo è arrivato davvero adesso; non fallirà la prova, il ragazzo di San Vendemiano, che l’estate dopo si vestirà di bianconero e con la Juventus metterà assieme qualcosa come 19 campionati consecutivi, 478 presenze e 188 reti in A, 35 con 20 reti nella B post Calciopoli, più 6 scudetti, 1 Coppa Italia, 4 Supercoppe Italiane, 1 Coppa dei Campioni, 1 Supercoppa Europea, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Coppa Intertoto, oltre a 91 presenze in Nazionale con 27 reti, un Mondiale e un secondo posto all’Europeo; tralasciamo i traguardi personali, perché altrimenti non finiremmo più.
Mi manda la Roccia
Fontana, come anticipato, è già un “nome” in quel 92-93, ha esordito in B con la maglia del Catanzaro nel 1988 grazie alla lungimiranza di Tarcisio Burgnich, che gli ha concesso 5 gare al fianco di Palanca, mica male come inizio.
Confermato la stagione successiva, mette assieme 18 presenze nell’anno disgraziato della retrocessione in C1, resta anche nella serie inferiore e vive l’incubo del doppio ruzzolone (stavolta è la CAF ad affondare le aquile calabresi), ma nonostante ciò la sua stagione è positiva così il Padova lo ingaggia e lui risale in B, dove al primo anno in biancoscudato colleziona 22 presenze tra le quali quella del 17 maggio, a Palermo, quando lui e Alex (rispettivamente 13 e 14) subentrano nel finale alla ricerca di un recupero, che non avverrà, al 2-0 per i rosanero.
L’interno di cristallo
Testa fine, fosforo nei piedi, anche Fontana non difetta di colpi di genio, ma il suo cruccio saranno gli infortuni; in quella seconda stagione racimola appena 13 presenze, solo tre da titolare, e con Pinturicchio si dà il cambio ad Andria il primo novembre (subentra ad Alex al 76′) e gioca l’ultimo quarto d’ora alla 36esima ad Ascoli quando Pierleoni, Troglio e Bierhoff rendono vana la rete di Nanù Galderisi.
A fine stagione Del Piero incomincia la sua storia d’amore con la Vecchia Signora, Fontana invece và in prestito alla Reggina, C1 meridionale, per poi rientrare a Padova in A ed esordire in massima serie nello scioccante 0-5 subito dalla Sampdoria alla prima giornata.
Saranno sei le presenze, più l’ingresso nel finale (107′) nello spareggio salvezza con il Genoa, nel quale sbaglierà il primo rigore, graziato poi dagli errori rossoblù di Marcolin e Galante.
La ripartenza
Riparte da Alessandria, Serie C1, due stagioni con i grigi nelle quali colleziona 40 presenze e 7 reti e poi il trasferimento per un triennio alla Juve Stabia, ancora C1, dove vive annate da protagonista (80 gare e 14 reti) che lo portano ad Ascoli, nobile decaduta negli inferi della C, che al secondo tentativo pilota in B e lì si afferma con 29 presenze condite da 8 marcature.
La stagione 2003-04 la comincia ancora al Del Duca, poi dopo 19 presenze e altre 8 reti passa all’ambiziosa Fiorentina di Cavasin, sostituito in seguito da Mondonico, con la quale conquista la A nello spareggio con il Perugia.
In massima serie, sempre con la Viola, mette assieme 3 presenze nelle prime sette giornate, poi passa in C1 al Napoli della rifondazione e vive la delusione della sconfitta nella finale playoff con i “cugini” dell’Avellino; si rifarà al secondo tentativo, quando con 22 presenze contribuirà alla risalita in B degli azzurri.
Chiude tornando ad Ascoli nel 2006-07, con i marchigiani tornati in A, ma per lui ci saranno solamente 11 presenze e una retrocessione nonostante al comando della barca bianconera ci sia una vecchia volpe come Sonetti. Intraprende poi la carriera di allenatore tra C e D. Oggi allena la Turris, e chissà se vicino a lui c’è il Del Piero di domani…