Gadda e i Suoi Fratelli 1981-82: Uno su mille ce la fa (1a Parte)
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Gadda e i Suoi Fratelli
Ci sono poi, tra quei giovanotti, calciatori che si sono costruiti un’onesta carriera tra i professionisti; chi ha toccato la A, chi è stato un grande in B e chi ha bazzicato dignitosamente le prime tre categorie del nostro calcio. Massimo Gadda, Giuseppe De Martino, Massimo Paci, Roberto Simonetta, Luca Cecconi e Enzo Panero, nomi che hanno scritto pagine importanti in “piazze” che ancora oggi li ricordano con affetto e una punta di nostalgia.
Massimo Gadda
Massimo Gadda nasce a Busto Garolfo, due passi da quella Milano che lo nota subito per il modo di trattare la palla davvero particolare; tecnica e visione di gioco ne fanno una delle promesse rossonere dei primi Anni 80 e l’esordio a Ostrava, in una memorabile Mitropa Cup (vinta), pare essere il trampolino di lancio verso lidi dorati. Purtroppo il Diavolo incappa in una stagione disgraziata, che culmina in un’incredibile retrocessione in B («Per meriti sportivi», come punzecchiò l’avvocato Prisco riferendosi alla precedente discesa tra i cadetti, che era stata decretata a tavolino) e per Gadda è tutto da rifare.
La stoffa c’è, lui vince la B ma poi lo mandano in prestito a Reggio Emilia, due anni di C1 non entusiasmanti e un terzo a Livorno in cui si rischia la C2… Perso? Macché, va a costruirsi ad Ancona una favola stupenda, sale in B, poi in A e arriva a una finale di Coppa Italia, 8 stagioni a capo di un popolo. La brasilianizzazione del nome (diventerà Gaddao Meravigliao) è l’attestato di stima di una città che lo ama tuttora.
«Non si può paragonare il campionato Primavera di allora con quello attuale, è passato davvero troppo tempo e sono cambiate molte cose. Posso dire però che in quegli anni molti che raggiungevano la Primavera poi riuscivano a costruire carriere importanti tra i professionisti, e non esistevano minutaggi per i giovani. Per riuscire nel calcio serve un mix di componenti tra i quali la fortuna, ma solo quella non basta senza i mezzi, la volontà e il credere in se stessi. Ricordo un sacco di ragazzi di talento che per svariati motivi si sono persi o comunque hanno imboccato altre strade… Io scesi in C1 in “piazze” importanti come Reggio Emilia e Livorno senza prenderla come una bocciatura, ma come una tappa per arrivare a qualcosa di importante, infatti poi venne l’Ancona e da lì è cominciata una bellissima storia». Oggi Gadda è uno stimato allenatore che ha trovato la sua dimensione tra C e D.
Roberto Simonetta e Massimo Paci
Roberto Simonetta e Massimo Paci, in quel lontano 81-82, non si conoscono nemmeno. Il primo, Roberto Simonetta è una promessa del Genoa che Simoni non esita a far esordire in A, il secondo gioca a Parma in C1 e cerca di imparare il più velocemente possibile come segnare tra i grandi. Diventeranno due icone della Lucchese di Orrico, che a inizio Anni 90 regala spettacolo al Porta Elisa, per Simonetta ci sarebbe pure l’occasione di seguire il mister all’Inter, ma un infortunio fa saltare il tutto e così per l’attaccante di Latina le presenze in A resteranno le 8 di inizio carriera (con il Genoa), accompagnate comunque da 174 gare e 34 gol tra i cadetti. Oggi ha una scuola calcio nella sua Latina e cerca di lanciare talenti come lui.
Massimo Paci invece, prima di diventare idolo di Lucca, fa il girovago in C (Alessandria, Lucca una prima volta, ancora Parma, Prato e Ancona) per poi apprendere le scarpe al chiodo dopo 286 partite e 108 gol in B, con il rimpianto di non aver giocato in A e la certezza di essere l’idolo di una città.
Gadda e i Suoi Fratelli 1981-82: Uno su mille ce la fa (2° parte)