The History of the FIFA World Cup
It was 1928 when the Frenchman Jules Rimet, president of FIFA, had the idea of organizing a tournament that would involve all the national teams from around the world.
Uruguay 1930 – Uruguay
Two years of incubation are enough for the “creature” to come to light, opposed by many European federations. The Italian one, for example, upset that the organization of the first edition was entrusted to Uruguay (Mussolini wanted it in Italy for propaganda reasons), decided not to participate.
In the end, thirteen teams accept the challenge: Argentina, Belgium, Bolivia, Brazil, Chile, France, Yugoslavia, Mexico, Paraguay, Peru, Romania, the United States, and Uruguay. The die is cast, and the hosts emerge victorious.
All the matches (in preparation)
Italy 1934 – Italy
After the tumultuous events of four years prior, the fascist regime secured the privilege of hosting the event and arrived at the global spectacle in its finest form: brand new, and in some cases, even “futuristic” stadiums (some of which are still in use today), flawless organization, and a highly competitive team.
Sixteen teams participated, including Argentina, Austria, Belgium, Brazil, Czechoslovakia, Egypt, France, Germany, Italy, the Netherlands, Romania, Spain, the United States, Sweden, Switzerland, and Hungary. At the pinnacle of the podium stood Vittorio Pozzo’s triumphant Azzurri.
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France 1938 – Italy
The specter of the impending Second World War looms in the background, though it has not yet erupted. Jules Rimet, rethinking the concept of alternating tournament locations (one overseas, one in Europe), organizes the World Cup in France.
This time, the American federations are not pleased, but in the end, there are still sixteen participating teams: Austria, Belgium, Brazil, Czechoslovakia, Cuba, France, Germany, Dutch East Indies, Italy, Norway, the Netherlands, Poland, Romania, Sweden, Switzerland, and Hungary.
Once again, it’s the Azzurri of Pozzo who emerge victorious, overcoming not only their opponents on the field but also the challenges posed by many anti-fascist expatriates in France…
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Brazil 1950 – Uruguay
After the painful chapter of World War II, football resumed its course. The English, who initially advocated for the exclusion of “war’s losers,” decided to participate for the first time in the competition, which was named after Jules Rimet (still the president of FIFA).
Thirteen nations took part: Bolivia, Brazil, Chile, England, Italy, Yugoslavia, Mexico, Paraguay, Spain, the United States, Sweden, Switzerland, and Uruguay. Brazil, the overwhelming favorite, couldn’t wait to celebrate, but instead, they were thwarted right at the finish line by Uruguay.
It was the day of the “Maracanazo,” a national drama that unfolded in Rio de Janeiro…
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Switzerland 1954 – West Germany
For the record, this is the first edition of the World Cup broadcast on television (in countries where the service is available, of course…).
The tournament returns to the sixteen-team format, including Austria, Belgium, Brazil, Czechoslovakia, South Korea, France, West Germany, England, Italy, Yugoslavia, Mexico, Scotland, Switzerland, Turkey, Hungary, and Uruguay.
On paper, no one seemed capable of challenging Hungary, also known as the Aranycsapat (Golden Team in Hungarian). However, to everyone’s surprise, the title went to the beleaguered West Germany, authoring a true football miracle (look up the movie “The Miracle of Bern” to understand). There were also rumors of German doping, but it was never confirmed…
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Svezia 1958 – Brasile
Ecco la prima edizione di un Mondiale che vede trionfare una squadra non appartenente al continente ospitante.
Le squadre al via sono ancora sedici: Argentina, Austria, Brasile, Cecoslovacchia, Francia, Galles, Germania Ovest, Inghilterra, Irlanda del Nord, Jugoslavia, Messico, Paraguay, Scozia, Svezia, Ungheria e Unione Sovietica.
Sono due le curiosità legate a questa edizione.
La prima: sono presenti tutte e quattro le federazioni britanniche (Galles, Inghilterra, Irlanda del Nord e Scozia), evento che non si è più ripetuto.
La seconda: per la prima volta, l’Italia non partecipa perché eliminata nel girone di qualificazione (nel 1930 aveva rinunciato a partecipare) dagli irlandesi del nord.
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Cile 1962 – Brasile
Sono sempre sedici le partecipanti: Argentina, Brasile, Bulgaria, Cecoslovacchia, Cile, Colombia, Germania Ovest, Inghilterra, Italia, Jugoslavia, Messico, Spagna, Svizzera, Ungheria, Unione Sovietica e Uruguay.
Edizione “piatta”, dominata dal non gioco: logico, a quel punto, il trionfo finale del Brasile, di gran lunga la squadra più tecnica del torneo. Per gli Azzurri, da ricordare la Battaglia di Santiago, ovvero Cile-Italia, giocata in condizioni ambientali piuttosto critiche.
Due giornalisti italiani inviati in Cile, Antonio Ghirelli del Corriere della Sera e Corrado Pizzinelli de il Resto del Carlino-La Nazione, firmano reportage che descrivono il Paese ospitante a tinte fosche. «Santiago, i confini del mondo: l’infinita tristezza della capitale cilena» è forse il titolo che scatena l’indignazione popolare.
L’arbitro, l’inglese Ken Aston, quel giorno vede solo quello che vuole vedere, così l’Italia finisce in 9 (espulsi Ferrini e David) con Maschio in campo ma infortunato. Chicca conclusiva: per portare fuori dal campo l’espulso Ferrini intervengono i Carabineros de Chile…
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Inghilterra 1966 – Inghilterra
Niente da fare: per vincere un Mondiale, i Maestri (autodefinitisi così…) inglesi se lo devono organizzare e ringraziare il VAR per essere nato più di una cinquantina d’anni dopo.
Perché al di là dei tanti vantaggi durante il torneo, ancora oggi si discute per un gol di Hurst che l’arbitro ha visto dentro e i tedeschi… fuori.
Per quanto ci riguarda, è l’edizione dell’Apocalisse: l’Italia viene eliminata dalla Corea del Nord, la squadra che Uccio Valcareggi, fido (fido?!?) secondo di Mondino Fabbri, aveva definito “di Ridolini”…
Le sedici partecipanti: Argentina, Brasile, Bulgaria, Cile, Corea del Nord, Francia, Germania Ovest, Inghilterra, Italia, Messico, Portogallo, Spagna, Svizzera, Ungheria, Unione Sovietica e Uruguay.
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Messico 1970 – Brasile
È il Brasile a portarsi a casa definitivamente la Coppa Jules Rimet, grazie al terzo successo nella manifestazione, che tiene a battesimo le dirette televisive a colori.
Le sedici partecipanti sono Belgio, Brasile, Bulgaria, Cecoslovacchia, El Salvador, Germania Ovest, Inghilterra, Israele, Italia, Marocco, Messico, Perù, Romania, Svezia, Unione Sovietica e Uruguay.
Per quanto riguarda l’Italia, rimangono impressi due momenti: il match con la Germania Ovest (4-3 ai supplementari) e la “staffetta” Mazzola–Rivera.
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Trofeo Coppa del Mondo FIFA
Germania Ovest 1974 – Germania Ovest
Cambia il trofeo in palio, con la nascita della Coppa del Mondo, ma non la formula, ancora a sedici squadre: Argentina, Australia, Brasile, Bulgaria, Cile, Germania Est, Germania Ovest, Haiti, Italia, Jugoslavia, Olanda, Polonia, Scozia, Svezia, Uruguay e Zaire.
Il calcio emergente è quello olandese, ma alla fine la spuntano i tedeschi occidentali, che per la prima volta si trovano faccia a faccia con i “fratelli” della Germania Est.
Il ricordo azzurro? Chinaglia che, uscendo dal campo, manda a quel paese (eufemismo) il Ct Valcareggi…
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Argentina 1978 – Argentina
Se è vero (com’è vero) che Mussolini voleva a tutti i costi la vittoria nel 1934, la giunta militare argentina guidata da Videla, 44 anni dopo, non è da meno.
È il momento dei desaparecidos, delle mamme che manifestano mostrando le foto dei figli rapiti e poi uccisi dalla Milizia.
Il mondo fa finta di niente e, fra uno scandaletto e l’altro, l’Argentina centra il bersaglio.
Ecco le quindici vallette dei biancocelesti: Austria, Brasile, Francia, Germania Ovest, Iran, Italia, Messico, Olanda, Perù, Polonia, Scozia, Spagna, Svezia, Tunisia e Ungheria.
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Spagna 1982 – Italia
«Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo!»: quelli che c’erano, davanti al televisore quarant’anni fa, hanno ancora nelle orecchie l’esclamazione, quasi il mantra, con cui Nando Martellini annunciò la vittoria degli Azzurri di Enzo Bearzot, che quell’11 luglio apparigliarono il Brasile in vetta all’albo d’oro della manifestazione con tre successi.
Per la prima volta, sono ventiquattro le squadre partecipanti: Algeria, Argentina, Austria, Belgio, Brasile, Camerun, Cecoslovacchia, Cile, El Salvador, Francia, Germania Ovest, Honduras, Inghilterra, Irlanda del Nord, Italia, Jugoslavia, Kuwait, Nuova Zelanda, Perù, Polonia, Scozia, Spagna, Ungheria e Unione Sovietica.
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Messico 1986 – Argentina
Ancora una volta, il successo argentino al Mondiale è dovuto a un solo uomo.
Se nel 1978 il “merito” è del… generale Videla, stavolta l’uomo solo al comando è Diego Armando Maradona, che si presenta in perfetta forma fisica, sciorina colpi da campione (i gol in serpentina contro Belgio e Inghilterra) e colpi… proibiti (la “mano di Dio” che stende gli inglesi) e trascina al successo finale una squadra non trascendentale.
Questo l’elenco delle partecipanti: Algeria, Argentina, Belgio, Brasile, Bulgaria, Canada, Corea del Sud, Danimarca, Francia, Germania Ovest, Inghilterra, Iraq, Irlanda del Nord, Italia, Marocco, Messico, Paraguay, Polonia, Portogallo, Scozia, Spagna, Ungheria, Unione Sovietica e Uruguay.
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Italia 1990 – Germania Ovest
Torniamo a ospitare la Coppa del Mondo dopo 56 anni. Stavolta non c’è il Duce a forzare le scelte degli arbitri, però Azeglio Vicini ha per le mani una squadra fortissima, la più forte – secondo molti – delle ventiquattro in campo.
Invece l’Italia arriva terza, pur non perdendo alcuna partita. L’unico passo falso, quello fatale, è in semifinale, quando gli Azzurri pareggiano contro l’Argentina e poi perdono ai rigori.
Maradona sfiora un clamoroso bis, trascinando una squadra modesta fino alla finale contro le Germania Ovest, persa a causa di un rigore piuttosto generoso concesso ai tedeschi.
Ecco le squadre al via: Argentina, Austria, Belgio, Brasile, Camerun, Cecoslovacchia, Colombia, Corea del Sud, Costa Rica, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Germania Ovest, Inghilterra, Irlanda, Italia, Jugoslavia, Olanda, Romania, Scozia, Spagna, Svezia, Stati Uniti, Unione Sovietica e Uruguay.
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Stati Uniti 1994 – Brasile
Il calcio comincia a mostrare i primi segni della propria bulimia. Sempre più spettacolo e sempre meno sport, va in cerca di nuovi “mercati” per aumentare i propri incassi (e le proprie spese, di riflesso…).
Il Mondiale sbarca così negli Stati Uniti, dove in realtà non ha mai attecchito, interrompendo l’alternanza Europa-Sudamerica, facendo giocare diverse partite alle ore 12 per consentire la messa in onda televisiva a livello planetario.
È il Mondiale dell’ultimo Maradona, che si ripresenta tre anni dopo la fuga da Napoli tirato a lucido, ma viene fermato da una vicenda di doping.
È il Mondiale in cui Baggio dichiara in mondovisione il suo pensiero su Arrigo Sacchi, Ct azzurro («Ma questo è matto»).
È comunque il Mondiale vinto dal Brasile battendo in finale ai rigori proprio l’Italia. A loro il quarto titolo, a noi le lacrime di Baggino e Baresi…
Le ventiquattro partecipanti: Arabia Saudita, Argentina, Belgio, Bolivia, Brasile, Bulgaria, Camerun, Colombia, Corea del Sud, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Marocco, Messico, Nigeria, Norvegia, Olanda, Romania, Russia, Spagna, Stati Uniti, Svezia e Svizzera.
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Francia 1998 – Francia
A caccia di soldi e voti in assemblea, i vertici Fifa allargano ulteriormente la “rosa” delle partecipanti, che da ventiquattro passano a trentadue.
La scusa è quella di offrire le luci della ribalta a piccole realtà che altrimenti resterebbero escluse; il risultato finale è una serie di partite senza capo né coda, utili solo ad allungare il brodo della manifestazione.
Vincono i padroni di casa, ma la finale è oscurata dal “giallo Ronaldo”: il Fenomeno non si regge in piedi, però scende ugualmente in campo pare per le pressioni dello sponsor, che nel Mondiale ha investito cifre ingenti. Se questo è calcio…
Le partecipanti: Arabia Saudita, Argentina, Austria, Belgio, Brasile, Bulgaria, Camerun, Cile, Colombia, Corea del Sud, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Giamaica, Giappone, Inghilterra, Iran, Italia, Jugoslavia, Marocco, Messico, Nigeria, Norvegia, Olanda, Paraguay, Romania, Scozia, Spagna, Stati Uniti, Sudafrica e Tunisia.
Corea del Sud e Giappone 2002 – Brasile
Il ghiaccio è rotto, dopo gli Stati Uniti il Mondiale va a drenare pure l’Asia, spalmando la manifestazione sui campi di due nazioni.
La migliore delle trentadue in campo (Arabia Saudita, Argentina, Belgio, Brasile, Camerun, Cina, Corea del Sud, Costa Rica, Croazia, Danimarca, Ecuador, Francia, Giappone, Germania, Inghilterra, Irlanda, Italia, Messico, Nigeria, Paraguay, Polonia, Portogallo, Russia, Senegal, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Sudafrica, Svezia, Tunisia, Turchia e Uruguay) è il Brasile, che stavolta può contare su un Ronaldo a pieno regime (sua la doppietta in finale che schianta la Germania).
Germania 2006 – Italia
Mentre il calcio italiano è squassato da uno scandalo senza precedenti, che porta ad esempio alla retrocessione in B della Juventus, in Germania gli Azzurri di Lippi – pur non brillando in modo particolare – si fanno largo nel Mondiale sino ad arrivare alla finale, vinta ai calci di rigore contro la Francia.
È il quarto titolo vinto dall’Italia.
Le trentadue partecipanti: Angola, Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Corea del Sud, Costa d’Avorio, Costa Rica, Croazia, Ecuador, Francia, Germania, Ghana, Giappone, Inghilterra, Iran, Italia, Messico, Olanda, Paraguay, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Serbia e Montenegro, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Togo, Trinidad e Tobago, Tunisia e Ucraina.
Tutte le partite – Il cammino degli Azzurri – La Finale – Gli Uomini di Marcello Lippi
Sudafrica 2010 – Spagna
Per la prima volta la fase finale di un Mondiale viene disputata in Africa.
L’Italia campione in carica rimedia una figura barbina, chiudendo all’ultimo posto nel gironcino iniziale, addirittura alle spalle della Nuova Zelanda.
In finale, cade una maledizione e se ne rafforza un’altra: vince la Spagna (e questo è il suo primo successo), mentre l’altra finalista, l’Olanda, per la terza volta cade all’atto conclusivo (era già successo nel 1974 e nel 1978).
Le trentadue partecipanti: Algeria, Argentina, Australia, Brasile, Camerun, Cile, Corea del Nord, Corea del Sud, Costa d’Avorio, Danimarca, Francia, Germania, Ghana, Giappone, Grecia, Honduras, Inghilterra, Italia, Messico, Nigeria, Nuova Zelanda, Olanda, Paraguay, Portogallo, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Sudafrica, Svizzera e Uruguay.
Brasile 2014 – Germania
Questi Mondiali vedono il debutto della goal-line technology per stabilire se il pallone ha varcato o meno la linea di porta e dello spray con cui gli arbitri “fissano” il punto di battuta di una punizione e la distanza della barriera.
Sul campo, successo finale per i tedeschi di misura sull’Argentina (1-0 l’atto conclusivo), ma Lahm e compagni in realtà avevano già conquistato le prime pagine per aver inflitto un umiliante 7-1 ai padroni di casa in semifinale: il Brasile non aveva mai incassato 7 gol in un incontro dalla sua fondazione…
Le partecipanti: Algeria, Argentina, Australia, Belgio, Bosnia ed Erzegovina, Brasile, Camerun, Cile, Colombia, Corea del Sud, Costa d’Avorio, Costa Rica, Croazia, Ecuador, Francia, Germania, Ghana, Giappone, Grecia, Honduras, Inghilterra, Iran, Italia, Messico, Nigeria, Olanda, Portogallo, Russia, Spagna, Stati Uniti, Svizzera e Uruguay.
Russia 2018 – Francia
Per la seconda volta dopo il 1958, l’Italia non riesce a qualificarsi per la fase finale del Mondiale.
Le speranze degli Azzurri si infrangono nel playoff contro la Svezia, dopodiché il Ct Ventura viene messo alla porta e la stessa sorte toccherà al presidente federale Tavecchio.
In Russia debuttano l’Islanda, Panama e soprattutto il VAR (Video Assistant Referee).
La Francia raddoppia il successo ottenuto vent’anni prima piegando in finale la Croazia.
Le trentadue partecipanti: Arabia Saudita, Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Colombia, Corea del Sud, Costa Rica, Croazia, Danimarca, Egitto, Francia, Germania, Giappone, Inghilterra, Iran, Islanda, Marocco, Messico, Nigeria, Panama, Perù, Polonia, Portogallo, Russia, Senegal, Serbia, Spagna, Svezia, Svizzera, Tunisia e Uruguay.
Qatar 2022 – Argentina
Era l’ultima possibilità per conquistare l’unico alloro mancante nel suo curriculum e Leo Messi, 35 anni, l’ha sfruttata alla grande, trascinando l’Argentina alla conquista del terzo titolo di Campione del Mondo. In finale, la Pulce del PSG ha dovuto confrontarsi con il nuovo astro del calcio mondiale, il francese Kylian Mbappé, che con i futuri ritiri di Cristiano Ronaldo e di Messi stesso non avrà concorrenti ad aggiudicarsi l’onore (e l’onere) di essere il miglior pedatore del Pianeta.
Le trentadue partecipanti: Arabia Saudita, Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Camerun, Canada, Costa Rica, Corea del Sud, Croazia, Danimarca, Ecuador, Francia, Galles, Germania, Ghana, Giappone, Inghilterra, Iran, Marocco, Messico, Olanda, Polonia, Portogallo, Qatar, Senegal, Serbia, Spagna, Svizzera, Stati Uniti, Tunisia, Uruguay.