E se il Mancio diventasse il nuovo eroe dei due mondi?
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Coppa d’Asia 2023
Di chiacchiere (anche cattive, inutili, soprattutto fasulle) ne abbiamo ascoltate e lette fin troppe, da agosto a oggi. Però oggi, finalmente, le chiacchiere stanno a zero e i dati, a partire dalle 18.30 di oggi, diventeranno oggettivi.
Oddio, per la verità il passaggio alla concretezza è iniziato un paio di mesi fa, quando l’Arabia Saudita di Roberto Mancini ha vinto le prime due partite delle qualificazioni ai Mondiali 2026 (2-0 alla Giordania, 4-0 al Pakistan), ma è oggi che i Falchi Verdi del Mancio iniziano la loro avventura nella Coppa d’Asia, contro Oman.
Per me, che lo stimo a gli voglio bene, il sogno è che possa essere il Garibaldi (calcistico) del nuovo millennio…
Nomen Oman
Il primo ostacolo da superare si chiama Oman. Inutile fingersi esperti di calcio asiatico: molto meglio chiedere a chi ha studiato l’Oman per poterlo battere…
Roberto, che roba è, l’Oman?
«Una buona squadra, compatta, che si è qualificata per la Coppa d’Asia surclassando Afghanistan, Bangladesh e India».
Vinciamo facile?
«Attenzione, perché tolte Giappone, Corea del Sud, Australia e Iran, al momento le più forti, le altre sono più o meno allo stesso livello, in partenza. Quindi certo che possiamo vincere, ci mancherebbe, ma non sarà una passeggiata».
Il volo dei falchi
Il vergognoso voltafaccia degli organi d’informazione italiani nei confronti del Mancio è sotto gli occhi di tutti: da eroe nazionale alla polvere (araba) nel tempo di consegna di un’e-mail in cui si poteva leggere la rabbia della scelta dell’ex Ct azzurro, costretto – di fatto – a dimettersi per l’arrogante “allargamento” del presidente federale.
Negli ultimi giorni, sui giornali italiani abbiamo letto che saresti stato contestato per non aver convocato tre calciatori, Al-Faraj (centrocampista dell’Al-Hilal), Al-Ghannam (attaccante dell’Al-Nassr) e Al-Aqidi (portiere dell’Al-Nassr)…
«Fesserie. Nessuna contestazione, per il semplice motivo che ho spiegato come sono andate le cose. Questi tre signori mi hanno detto che avrebbero accettato la convocazione solo se avessi garantito loro il posto da titolare. Un gesto di un’arroganza tale che avrebbe compromesso l’ambiente che abbiamo creato in questi mesi di lavoro. Lo decide l’allenatore, chi va in campo, non il calciatore».
A proposito di “spogliatoio”: sei soddisfatto della risposta dei tuoi calciatori al “metodo Mancini”?
«Sì, i ragazzi si sono allenati bene, mi sembra che si siano calati bene in questa nuova avventura. Rispetto alle primissime uscite, ho notato parecchi passi avanti: adesso vedremo fin dove potremo arrivare…».
Rincorrendo Vision 2030
Eccoci arrivati al punto: l’Arabia Saudita, intesa come Nazione, ha avviato un processo di trasformazione molto ambizioso, racchiuso nel progetto Vision 2030. Il calcio è uno degli elementi indicati per ottenere questa traformazione.
La Federazione ti ha indicato un traguardo specifico da raggiungere?
«L’Arabia Saudita è in grande fermento e sta lavorando molto bene. Per quanto riguarda questa Coppa d’Asia, non è stato indicato un “punto d’arrivo” particolare. È ovvio che io e i ragazzi vogliamo arrivare più avanti possibile. Quanto… avanti, lo scopriremo solo giocando…».
Non ci resta che attendere le 18.30, collegarsi con OneFootball e fare il tifo per questo testimonial del Made in Italy chiamato a un’impresa mai riuscita ad alcun tecnico: vincere due competizioni continentali…