C’ero una Volta
Scommettiamo che il calcio…
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Lo so, è l’incipit (storpiato) di tutte le favole. Io non ho mai scritto una favola, non ho più l’età per le favole, ma una favola – professionalmente parlando – l’ho vissuta. Giornalista professionista da quarant’anni: insomma, qualcosa avrò pur fatto, e sto andando a sfogliare le pagine per recuperarne le tracce. Lo faccio sfruttando il regalo di Marco De Polignol, che si è preso la briga e di certo il gusto di catalogare Guerin Sportivo e Calcio 2000, le “case” che hanno ospitato la mia prima e seconda vita (già, ormai sono alla terza età…). Ogni settimana andrò a pescare in quel magico hard disk un pezzo di me (non c’è bisogno di aggiungere altro, please…), con la speranza di presentarvi una persona (non mi piacciono i personaggi) come ho avuto la fortuna di conoscerla io: senza filtri, solo un taccuino, una penna e tanta curiosità. Dice che la gente non ha più voglia di leggere: meglio così, la maggioranza penserà che si tratti di un inutile culto della personalità e tirerà dritto senza soffermarsi. Per gli altri, che saranno pochi ma mi auguro “buoni”, ecco a voi C’ero una volta…
Oggi, le scommesse sugli eventi sportivi fanno parte della nostra quotidianità, ma a quei tempi – era il 1997 – se volevi puntare su una partita di calcio dovevi rivolgerti agli allibratori clandestini.
Li trovavi ovunque: nei bar, in alcuni ristoranti, nei parterre di tutti gli ippodromi. Erano clandestini, nel senso che ti dovevi fidare perché non c’erano garanzie. Ovviamente non pagavano le tasse, e questo allo Stato non piaceva. In molti casi, i “clanda” facevano capo alla malavita organizzata (camorra su tutte).
Morale della favola: tutti sapevano chi erano, ma nessuno – tolta qualche retata più scenica che altro – interveniva.
La macchina burocratica statale si stava muovendo lentamente da anni, poi si fece sotto quello che Lucio Dalla avrebbe definito “un omino piccolo così”, Maurizio Ughi, patron del Sindacato Nazionale Agenzie Ippiche che riuniva tutti i gestori delle amate (da noi cavallari) sale corse. SNAI (questo l’acronimo che tutti adesso conoscono) aveva la “rete scommesse” e il “know how” che servivano al governo per aprire questa nuova fonte di reddito.
Lo andai a trovare per Calcio 2000 – assieme al mio direttore Marino Bartoletti – nella sede di Porcari, dove Ughi ci fece vedere il suo “regno”. Per capire la bontà del lavoro di Ughi e dei suoi collaboratori, Marino – già direttore dello Sport di Mediaset e Rai – mi confidò che una regia televisiva come quella di Porcari, le ammiraglie dell’informazione “catodica” se la sognavano…
Le scommesse vennero “legalizzate” in occasione dei Mondiali 1998, e fu subito un trionfo: dai venti miliardi di lire di movimento “clandestino” (valutazione della Guardia di Finanza), oggi abbiamo superato i venti miliardi… di euro: fate voi i conti, che a me viene mal di testa.
Scommettiamo che il calcio…
Da molto (troppo) tempo si parla di legalizzare anche in Italia le scommesse. Maurizio Ughi, presidente di Snai Servizi, ci spiega come l’ippica può aiutare a crescere lo sport più amato dagli italiani
di Marco Montanari
Da molti anni, il Coni e il Governo stanno studiando il “progetto Totoscommesse”. Secondo lei, gli italiani potranno scommettere liberamente sui vari sport nel giro di pochi mesi?
«Gli Italiani possono già scommettere sui vari sport. Lo possono fare attraverso i bookmakers inglesi, che accettano scommesse sui nostri eventi, e lo possono fare pure grazie ai “clandestini”, che sono dappertutto. Una dimostrazione recente l’abbiamo avuta con la retata effettuata a Milano ai primi di luglio. Certo, “liberamente” non significa “legalmente”. Ed è per questo che SNAI Servizi, al pari di altre realtà meno specializzate ma pur sempre efficienti, è pronta — in virtù del proprio know how ampiamente sperimentato con l’ippica — a riportare nei canoni della legalità le migliaia di miliardi scommessi oggi in “nero” in Italia».
Recentemente, SNAI Servizi ha ribadito la propria disponibilità a gestire le scommesse in tempi brevissimi. Per quale motivo Coni e Governo non hanno ancora accettato la vostra offerta?
«Questa domanda andrebbe ovviamente rivolta allo Stato e al Coni in particolare. Recentemente, Veltroni ha esortato Pescante affinché accelerasse il varo del Totoscommesse. Ed è sempre dei giorni scorsi l’ulteriore affermazione delle Agenzie Ippiche di essere pronte a gestire la fase sperimentale del Totoscommesse. È stato infatti proposto che il Coni affidi alla rete delle Agenzie Ippiche, affiancata dai migliori Totoricevitori, il varo del Totoscommesse, per lo meno nella fase di attesa della annunciata gara europea».
Dando per scontato che lo Stato non può correre il rischio di “saltare” come un banco qualsiasi, pensa che in Italia si possa parlare di scommesse legate agli altri sport senza confrontarsi con SNAI Servizi?
«Sicuramente non sarà possibile evitare il confronto con gli agenti ippici. Sono loro gli unici professionisti delle scommesse dotati di locali attrezzati e del necessario bagaglio professionale e tecnologico. Può essere invece evitato il confronto diretto con SNAI Servizi, ma a quale scopo e con quale convenienza per lo Stato?».
Per sviluppare al meglio il Totoscommesse, dovrete ampliare la vostra rete di punti vendita. Vi siete già posti un obbiettivo raggiungibile?
«Il primo traguardo è quello di utilizzare al meglio gli unici punti specializzati di scommesse in Italia, ovvero le 320 Agenzie Ippiche. A queste è possibile affiancare i circa mille Totoricevitori che già hanno realizzato dei locali adeguati per l’accettazione delle scommesse. Una volta che il Totoscommesse sarà assegnato ed esisterà una regolamentazione certa, sarà interesse degli imprenditori che gestiscono le Agenzie e le Ricevitorie allargare la rete commerciale».
In base alla sua esperienza, quale movimento di giocate può essere ipotizzato, per il Totoscommesse?
«Ragionevolmente, diciamo ventimila miliardi a regime. Questa, infatti, è la stima che fa la Guardia di Finanza del gioco clandestino in Italia».
Questo nuovo gioco è destinato a rubare clienti ai giochi classici, vale a dire Totocalcio, Totogol e Totip?
«È improbabile, perché in Italia si scommette già (con i clandestini e gli inglesi). Portando alla luce queste scommesse, si avrebbe un vantaggio per le casse dello Stato e questo non andrebbe a scapito degli altri giochi, che oggi convivono con le scommesse illegali».
Si parla tanto di Europa unita, e proprio in Europa abbiamo i maestri delle scommesse, gli inglesi, Assisteremo a una “calata” di bookmakers da Oltre Manica?
«In caso di liberalizzazione succederà come in Inghilterra, dove chiunque può accettare scommesse. Quindi i bookmakers inglesi che lo vorranno, potranno confrontarsi con la professionalità e le capacità imprenditoriali degli operatori italiani».
Facciamo finta che il Totoscommesse sia una realtà. A suo avviso, quali sono gli sport più appetibili?
«Tutti gli sport sono appetibili, anche se il calcio — almeno all’inizio — la farà da padrone. Siamo comunque certi che tutte le discipline, oggi considerate “minori”, potranno accorciare le distanze — grazie proprio all’interesse che scaturirà dalle scommesse — respetto al nostro sport nazionale. Tanto per chiarire il concetto, credo che sia ipotizzabile, oltre che auspicabile, che durante la settimana i mass media dedichino agli altri sport gli stessi spazi dedicati al calcio la domenica. Sarà il pubblico a determinare questa inversione di tendenza, perché crescerà la sua voglia di essere aggiornato sugli eventi sui quali scommette».
Il partito dei moralisti non vede di buon occhio l’entrata in vigore del Totoscommesse. Lei crede che il fatto di poter puntare somme anche consistenti su una partita possa in qualche modo condizionare gli atleti?
«È normale che i moralisti dicano cose del genere, ma in realtà sono le cifre a parlare chiaro. I ventimila miliardi scommessi illegalmente dimostrano che gli italiani vogliono giocare e non si lasciano condizionare da paure del genere. Di più: questi eventi saranno sotto gli occhi di tutti, in televisione, e quindi sarà facile controllarne il regolare svolgimento».
Entriamo nel merito delle scommesse. Il “modello italiano” sarà impostato sul totalizzatore o sulle quote fisse?
«Il sistema auspicabile è quello misto, ovvero “a libro” sui singoli eventi e al Totalizzatore Nazionale su più eventi collegati tra loro».
SNAI Servizi ha appena salvato la Pistoiese dal fallimento e ha cercato di sponsorizzare un grosso club di Serie A : il vostro amore nei confronti del calcio è genuino o interessato?
«SNAI Servizi e i 320 agenti ippici italiani rappresentano una realtà economica di notevole importanza, l’unica realtà privata — tengo a sottolinearlo — che trae i propri utili dallo sport e nello sport li reinveste. Il nostro bilancio parla chiaro: tutte le risorse che scaturiscono dall’accettazione delle scommesse vengono ogni anno reinvestite in tecnologia, sostegno agli sport minori e, adesso, anche nel calcio».
È ipotizzabile l’apertura di ricevitorie all’interno degli stadi italiani, sulla falsariga di quanto accade in Inghilterra?
«Certo, perché risponde a una precisa logica di mercato: occorre garantire un servizio là dove si trova la “domanda”, Nuovi punti di accettazione delle scommesse all’interno di stadi e impianti sportivi in genere rappresenterebbero un’intelligente soluzione per combattere l’illegalità e non disperdere le risorse derivanti dalle scommesse sportive».
La stagione è appena iniziata, ma già il campionato bussa alle porte. Se dovesse preparare le quote d’apertura del torneo 1997-98, che cosa farebbe?
«Darei un colpo di telefono ai nostri esperti, proprio… come ho fatto. Per il campionato, proveremmo a dare la Juventus a 2 (ovvero Madama è favorita: scommetendo 1.000 lire sulla sua vittoria, se ne vincono 2.000, n.d.r.), l’Inter a 2 e un quarto, Milan e Parma a 3 o 3 e mezzo. Per la Coppa dei Campioni, invece, Juventus a 3 o 3 e mezzo».
Un ultimo pronostico: secondo lei, il calcio si darà finalmente… all’ippica?
«Per ottenere gli stessi risultati economici, mutuare dall’ippica l’organizzazione delle scommesse è indispensabile. E allora sì, speriamo davvero che il calcio si dia all’ippica!».
Marco Montanari
COS’È SNAI SERVIZI
SNAI Servizi, costituita nel 1991 dalle ‘Agenzie Ippiche italiane, è impegnata nella divulgazione e promozione della cultura ippica e delle scommesse nel nostro Paese. Rappresenta un’importante realtà imprenditoriale, basti pensare che le 320 Agenzie raccolgono il 52% del totale delle scommesse sui cavalli. Nel 1995, SNAI ha acquisito la maggioranza della Trenno S.p.A., la società che gestisce gli ippodromi di Milano (trotto e galoppo) e Montecatini e ha partecipazioni nelle società di gestione di Roma Capannelle e Pisa San Rossore. Sempre nel ‘95 è stato inaugurato il nuovo “Sistema di accettazione delle scommesse al Totalizzatore Nazionale Unire”, che ha riscosso grande successo tra gli appassionati. Il nuovo Sistema fa convergere le scommesse in un unico punto — il Totalizzatore Nazionale — ove vengono stabilite le quote per gli scommettitori tutta Italia.
L’avvio del nuovo Sistema ha comportato un notevole investimento in avanzati sistemi tecnologici, nati appositamente per soddisfare le rinnovate esigenze degli scommettitori. Il sistema “On Line” utilizzato per accettare scommesse in tempo reale, garantisce la sicurezza che al momento dell’emissione del ticket la scommessa sia già stata accertata e convalidata. Il tutto in tre decimi di secondo.
Il network televisivo delle agenzia ippiche collega tra loro 40 ippodromi, facendo convergere i segnali video in una regia digitale dotata di sistemi tecnologici d’avanguardia. Il segnale viene poi diffuso nei locali di accettazione delle scommesse tramite il canale satellitare SNAISAT.
Da sempre impegnati nello sviluppo dell’ippica, gli agenti ippici – attraverso SNAI Servizi – sono ora in grado di consentire l’avvio immediato delle scommesse su tutti gli altri sport, mettendo a disposizione i propri locali e le proprie tecnologie.
Così i MAESTRI INGLESI
I sudditi di Sua Maestà britannica, tutti lo sanno, sono degli autentici maghi delle scommesse. E di questi tempi, come sempre, hanno dato in pasto agli scommettitori di tutto il mondo le quote relative ai maggiori campionati calcistici europei. Vi proponiamo quelle di Atlas, Eurobet e Globet, tre delle più importanti organizzazioni inglesi di bookmakers.
Il Picchetto di Calcio 2000
Il Totoscommesse non è ancora realtà, ma — proprio come dice il presidente di SNAI nell’intervista che pubblichiamo in queste pagine — già oggi in Italia è possibile scommettere, presso i bookmakers inglesi. Noi di Calcio2000, dopo aver interpellato gli esperti del settore, abbiamo allestito un nostro “picchetto”.
Prima di andare a curiosare tra favorite, controfavorite e outsider, vediamo come funzionano le scommesse a quota fissa (o “a libro”, da cui appunto il termine “bookmaker”). Prendiamo il caso dell’Inter, che questo sondaggio dà in pole position nella corsa al titolo. La sua quota è di 2,5 contro uno: scommettendo diecimila lire, in caso di scudetto si incasserebbero venticinquemila lire. Restiamo a Milano, ma cambiamo… sponda. Il Milan è a 3,5? Le stesse diecimila lire puntate sulla “Babele” di Capello darebbero diritto a incassare 35.000 lire. Ah, dimenticavamo: Calcio2000, nonostante le apparenze, non accetta scommesse…