Carlo Perrone
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Carlo Perrone
Derby o stracittadina, chiamatela come vi pare, rivalità che affondano nella storia e si alimentano di stagione in stagione di episodi, schermaglie a distanza o trasferimenti di giocatori da una sponda all’altra con buona (?) pace dei tifosi; è successo a Milano, Torino, Roma e in mille altre realtà, si passa dall’altra parte del guado e magari ci si ritrova protagonisti oppure semplici bluff, ma difficilmente poi si ritorna al punto di partenza, anche se c’è chi lo ha fatto.
Mi ritorni in mente
A Roma, “tradimenti” se ne sono verificati parecchi, in oltre un secolo di calcio, dal Dottor Pedata (Fulvio Bernardini) a Kolarov passando per Peruzzi, Ciccio Cordova, Manfredonia e tanti altri, ma solo due possono dire di averci “ripensato”; il primo fu il Campione del Mondo Attilio Ferraris, classe 1904, si legò alla Roma dal 1927 al 1934, centonovantotto gare prima di passare alla Lazio con la quale giocò due campionati emigrando poi a Bari prima di tornare giallorosso nel campionato 1938-39.
L’altro invece è molto più giovane, romano de Roma classe 1960, Carlo Perrone esordisce nella Lazio di Vinicio il 5-2-1978 al Bentegodi di Verona, a quell’unica gara disputata ne aggiunge un’altra nell’ultima giornata del campionato successivo per poi giocare per intero le ultime sei della stagione 79-80 con Lovati in panchina; la Lazio finisce però nel calderone del calcioscommesse subendo il declassamento in Serie B, dove Perrone si afferma come pilastro difensivo della squadra affidata a Castagner disputando 34 delle 38 gare previste, anche se il quarto posto finale non dà l’accesso alla serie maggiore.
Rivoluzione di luglio
La mancata promozione in A delle aquile capitoline dà il via a una piccola rivoluzione e Perrone finisce nello scambio con la Roma che cede alla Lazio De Nadai; in giallorosso, il giovane libero sarà diretto dal barone Liedholm, che in quegli anni riesce a tenere costantemente nelle prime posizioni il club di Dino Viola; il mister svedese spende parole positive sull’ex laziale e il 30-9-1981 lo mette in campo nella ripresa (al 61′) del ritorno dei sedicesimi di finale di Coppa delle Coppe contro i nordirlandesi del Ballymena, risultato finale un rotondo 4-0 per i giallorossi.
In campionato però Perrone non riesce a trovare molto spazio, l’esordio avviene alla prima giornata del girone di ritorno (Roma opposta al coriaceo Avellino), quando al minuto 73 entra al posto di Turone; a fine stagione le presenze in giallorosso saranno solamente cinque, così il giovane libero viene rispedito al mittente (Lazio), che nel frattempo è ancora impelagato in un campionato di Serie B maledettamente complicato.
Non voglio mica Clagluna
In biancoceleste, agli ordini di Clagluna prima e del duo Lovati-Morrone poi, colleziona 22 presenze, mettendo così la firma sul ritorno in A dei capitolini: qui finisce l’esperienza nella sua città e incomincia quella di Ascoli, dove arriva all’inizio della stagione 83-84 rivelandosi ottimo ricambio per la difesa marchigiana orchestrata da Citterio; ottenuto un buon decimo posto, viene riconfermato per il successivo torneo dove disputa 27 gare ma non riesce a evitare una rovinosa discesa in cadetteria, categoria nella quale si dimostra pilastro di una squadra che agli ordini di Boskov risale immediatamente in Serie A.
La scoperta dell’Irpinia
Il campionato 86-87 è l’ultimo di Perrone con la maglia bianconera, gioca 18 volte, si salva e poi parte per Lecce dove Mazzone (che aveva avuto ad Ascoli) lo schiera al centro della difesa di una squadra che raggiungerà la massima serie e nella quale salta una sola gara di campionato; nell’estate 1988, poi, abbraccia la causa biancoverde dell’Avellino: gli irpini sono scesi in B dopo 10 campionati di A consecutivi e puntano a risalire immediatamente, Perrone fa parte di una squadra davvero attrezzata, con Bagni, Celestini, Di Leo tra i pali e poi Pileggi, Amodio, Marulla, ma non basterà ad andare oltre a un deludente settimo posto.
Il triangolo no…
Le presenze del libero si fermano a 32, quindi in estate resta inattivo per poi tornare sul palcoscenico della C2, nel 1990-91, con la casacca della… terza squadra di Roma, la Lodigiani: con l’altro vecchio marpione Agostinelli si rende protagonista di un’annata che permette ai capitolini di ottenere un insperato quarto posto.
Perrone gioca così le sue ultime 17 partite da calciatore, poi intraprende la carriera da allenatore e nella stagione 2010-11 guida gli Allievi nazionali della Lazio. A questo punto aspettiamo di vederlo anche sulla panchina giallorossa, tanto per chiudere il cerchio…