Aveva ragione Arrigo Sacchi – La Tosse e il Qatar
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Aveva ragione Arrigo Sacchi
La Fifa ha aperto le indagini: ecco, potremmo anche chiuderla qui, perché fa abbastanza ridere che si debba “indagare” per giudicare il comportamento di Argentina e Olanda al termine di una partita che ha contato 15 cartellini gialli e l’espulsione di Dumfries.
Non è abbastanza chiaro il quadro, visti questi numeri? Una partita di calcio trasformata in un torneo di calci con la benedizione dell’arbitro spagnolo Lahoz, visibilmente non all’altezza del cimento ma prontissimo a chiedere via Twitter «un po’ di rispetto», lo stesso – immagino – che gli ha negato il Ct argentino Scaloni quando è sembrato sul punto di volerselo mangiare vivo.
Raccogli quello che semini
“Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te” è la cosiddetta Regola d’Oro che più o meno tutti dovremmo conoscere.
Magari non Louis Van Gaal, il simpaticissimo Ct olandese (ma ci andreste a cena con lui?), che nel prepartita aveva caricato i suoi sputtanando Messi: «Quando avremo la palla noi, loro avranno un uomo in meno e dobbiamo approfittarne».
Magari non lo conoscono nemmeno i calciatori olandesi, pronti ad “accompagnare” verso il dischetto gli avversari a forza di sberleffi e, immagino, insulti.
Roba che se lo fai ai Giardini Margherita, trovi sicuramente qualcuno più saggio di te (ci vuole poco) che ti dice «smettila di fare l’idiota».
Ma qui siamo in Qatar, non fuori Porta Castiglione, e Lahoz deve rendere conto alla Fifa, non all’assemblea di classe.
La stella di Davids
La Fifa, quindi, indaga. Potrebbero essere stati violati gli articoli 12 (“Cattiva condotta di giocatori e funzionari”) e 16 (“Ordine e sicurezza nelle partite”) del codice disciplinare.
Comunque vada a finire, io credo che la cartina di tornasole sia Edgar Davids.
Ricordate il motoperpetuo che addentava le caviglie degli avversari e sapeva spaccare gli spogliatoi meglio di un demolitore professionista? Oggi fa l’assistente tecnico di Van Gaal e durante la baruffa ha indossato i panni del… pacificatore.
Ecco, se uno come lui – che in carriera ha raccolto più nemici che gol – fa da paciere, allora aveva davvero ragione Arrigo Sacchi: “Bisogna insegnare la cultura della sconfitta”. Detta da uno che s’incazzava se perdeva una mano di marafone fa sorridere, però è vera…