L’Arabia Esaudita – La Tosse e il Qatar
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L’Arabia Esaudita
Secondo gli Stati Uniti, era uno “Stato canaglia” (ricordate?), covo di terroristi e finanzieri senza scrupoli. Poi il prezzo del petrolio è cresciuto a dismisura e Biden – che sa come esportare democrazia e come ottenere vantaggi – l’ha eliminata dalla lista nera.
Oggi, riacquisita la sua verginità oleosa, l’Arabia Saudita si gode la Nazionale che ha ribaltato l’Argentina e si candida per acquistare Liverpool e Manchester United, messi in vendita dalle rispettive proprietà americane.
Gli arabi, mercanti nati, da anni stanno cercando fonti alternative di investimento perché i giacimenti petroliferi non sono eterni e una di queste (lecita) è il calcio. E quello inglese è sicuramente il più ricco da mungere (magari dopo averlo fatto ingrassare).
Gli inglesi hanno toccato il Fondo
Giusto un annetto fa, il fondo sovrano PIF (Public Investment Fund) ha acquisito il Newcastle che, con più di 100 milioni di acquisti nell’ultima sessione di mercato, è terzo in Premier, a due punti dal Manchester City (in mano a fondi provenienti da Emirati Arabi, Stati Uniti e Cina) e a sette dall’Arsenal capolista (di proprietà di un fondo statunitense).
La cosa divertente è che l’Arabia Saudita intesa come Stato dice che sono gruppi privati sauditi, quelli che investiranno nella Premier.
Per capirci, il ministro dello sport Abdulaziz bin Turki ha dichiarato che il governo saudita è estraneo pure al sopracitato PIF, che gestisce 620 miliardi di dollari di risorse provenienti dallo sfruttamento del petrolio nazionale ed è sotto la direzione del Consiglio per gli Affari dello Sviluppo Economico, presieduto dallo stesso sovrano Mohammed bin Salman.
Insomma, gli arabi non saranno più “canaglie”, come li ha benedetti Biden, ma restano dei simpatici sfaccimme…