Antonio Benarrivo e Giacomo Murelli
Il tempo di lettura dell'articolo è di 2 minuti
Antonio Benarrivo
Chissà che faccia avrebbe fatto il ventunenne Antonio Benarrivo da Brindisi, se in quel settembre 1989 gli avessero detto che poco meno di cinque anni dopo sarebbe stato in campo per la finale di Coppa del Mondo; era appena arrivato a Padova via Brindisi, dalla mitica V bianca su sfondo azzurro allo scudo su base bianca che fu di Nereo Rocco.
Era la Serie B, roba da grandi, e l’album Panini lo posizionò vicino a un difensore arcigno, “mastino” si diceva allora, nato a San Secondo Parmense ma con la grinta degna di personaggi alla Pat Garret (leggendario sceriffo del west): Giacomo Murelli, classe 1964.
Il mastino “anti Maradona”
Giacomo Murelli aveva già speso la parte più importante della carriera, un percorso iniziato nel Parma e proseguito con un quinquennio ad Avellino, dove si era guadagnato l’appellativo di “anti Maradona”; sì, perché il Pibe – quando affrontava il biondo difensore – non riusciva a fare gol, mai dal 1984 al 1988 se non nell’ultima sfida, un 4-0 con cui il Napoli sotterró un Avellino destinato a retrocedere.
A Padova vi era giunto proprio da Avellino, e con i biancoscudati si fermerà fino alla prima parte della stagione 92-93, quando verrà ceduto a un Taranto in caduta libera e non riuscirà ad evitare la discesa in C1, salutando la cadetteria per sempre.
L’avventura da calciatore dell’anti Maradona proseguirà in C a Bologna e Brescello per poi chiudersi nei dilettanti di casa tra Crociati, Colorno e Suzzara, con la grinta e l’attenzione di quando gli toccava marcare El Diez!
Lacrime a Pasadena
Benarrivo invece utilizzò i consigli di Murelli per migliorarsi ulteriormente; sarebbe restato ancora una stagione a Padova, tra i cadetti, per poi salpare verso i mari della Serie A, un’epopea d’oro a Parma coronata con otto trofei tra Uefa, Italia e Coppa delle Coppe, più le 23 presenze in Nazionale, la più importante delle quali proprio la triste (per noi..) finale contro il Brasile.
362 presenze in A (tutte con il Parma) per Benarrivo, 63 in A e 150 in B per Murelli, due compagni di squadra che al tempo si passarono il testimone tra passato e futuro e che oggi vivono due mondi completamente differenti: imprenditore il talento brindisino e viceallenatore del Milan il mastino di San Secondo Parmense… Ma che bei tempi, quando dominavano all’Appiani!