Angelo Pierleoni – Figli di un pallone minore
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Angelo Pierleoni
Marcello Lippi gli deve la sua prima vittoria casalinga in Serie A, e chissà lui che cosa ha pensato quel 5 novembre 1989 quando Turchetta ha ripreso una palla smanacciata dall’area ascolana per pennellare il cross che mancava solo di una spinta per battere Lorieri… Cesena-Ascoli 1-0, al 76′ Angelo Pierleoni! Quell’inizio di novembre corona una rincorsa partita dal basso.
Mio fratello è figlio unico?
Pierleoni è nato a Celano, nel cuore della Marsica, ed è cresciuto con la fissa del pallone, con il sogno di emulare il fratello Luigi, classe 1959, roccioso difensore che in carriera accumulerà oltre 400 gare tra C1 e C2 con le maglie di Teramo e Francavilla.
Angelo è tre anni più giovane del fratello, ha i piedi decisamente “meglio educati” ed esordisce tra i grandi durante la stagione 1979-80, quando accumula 8 presenze in un Teramo che si classifica 18° retrocedendo in C2.
Lui però resta in C1 andando per un biennio a Benevento, dove gioca pochino (16 gare e una rete in due stagioni), ma ha modo di maturare vicino a vecchi marpioni come Nicola Ripa (l’ala che fece girare la testa a Tardelli!).
Il ritorno a Teramo, a vent’anni, lo vede in campo 20 volte nella vecchia C2 e agli ordini di un guru della categoria come Gianni Balugani.
Non mi Fermo mica qui…
Al mercato di riparazione della stagione 1983-84, poi, se lo aggiudica la Fermana, che lotta nel proprio girone di Interregionale per accedere alla C2: qui Pierleoni esplode diventando protagonista con le sue 10 reti in 19 apparizioni e risultando uno degli elementi decisivi per la promozione ottenuta a fine stagione.
La C a Fermo mancava dal 1952! Confermato anche la stagione successiva, l’Angelo di Celano disputa un campionato “sopra le righe”, ma nonostante le sue 7 reti la Fermana torna immediatamente al piano inferiore. Il Teramo però ha sempre gli occhi sul ragazzo, lo fa rientrare alla base e lui ripaga la società biancorossa con 31 gare, 6 reti e la promozione in C1 dove la stagione seguente si conferma pedina fondamentale con 29 presenze e 4 reti.
La spalla di Totò
A questo punto Pierleoni diventa uno dei pezzi pregiati del mercato di C e, dopo varie trattative, se lo aggiudica il Messina del professor Scoglio, che lo lancia da titolare in Serie B anche se poi a fine torneo le presenze risulteranno solamente 11; la stoffa c’è e il sodalizio peloritano lo conferma anche per il campionato 88-89, quando sulla panchina arriva Zeman che lo valorizza con il suo gioco spumeggiante.
Risultato finale, 10 reti in 33 gare, ottavo posto e spalla ideale di sua maestà Totò Schillaci, superbomber di categoria con 23 reti e biglietto in tasca destinazione Juventus!
Romagna mia
Anche Pierleoni emigra al nord, resta inizialmente in B a Brescia ma il feeling con mister Varrella non scatta, sette presenze da titolare (e un gol dell’ex proprio al Messina) e poi prende la via Emilia per giungere in Romagna, destinazione Paradiso (alias Serie A), frazione di Cesena; il 22 ottobre un giovane Marcello Lippi lo fa esordire contro l’Udinese, il 4 sulla schiena e una buona prestazione.
Detto del gol all’Ascoli, ne segna un altro nel pari casalingo con la Fiorentina e al termine della stagione mette insieme 19 presenze e quella salvezza che i bianconeri cercavano.
Il 90-91 lo comincia ancora con la maglia cesenate, ma a fine ottobre passa all’Ascoli, voluto fortemente dal presidente Costantino Rozzi, desideroso di rientrare in massima serie; qui, agli ordini di un sergente di ferro come Nedo Sonetti, Pierleoni colleziona 24 gare condite da 4 reti (decisiva quella del 3 marzo nell’1-0 alla Triestina) e porta a termine la missione.
Promozione così da disputare la stagione 91-92: nuovamente in Serie A con la maglia ascolana; sarà però un calvario, soli 14 punti in carniere e un mesto ritorno in B per i marchigiani.
Pierleoni scende in campo in 27 occasioni ma non marca reti e comunque resta anche nel 92-93, quando l’Ascoli perde la promozione all’ultima giornata nel catino infuocato di Padova dove i marchigiani si trovano in doppio vantaggio dopo mezz’ora (doppietta di Bierhoff) per poi essere abbattuti dal trio Simonetta-Gabrieli-Montrone che li costringe a scendere dal treno per la A proprio all’ultima fermata.
Verso il tramonto
Pierleoni ha il 7 sulla schiena, quel giorno, e per lui è la trentaduesima gara stagionale (3 le reti); si veste di bianconero ancora per il campionato 93-94, ma sarà una stagione anonima nonostante una rosa che annovera Troglio, Bierhoff, Incocciati, Zanoncelli e Zinetti; 24 gare e 2 reti saranno lo score del calciatore celanese, le ultime a livelli così alti.
Nel 94-95 torna infatti a casa, accetta la corte dell’Avezzano per disputare il campionato di Serie C2, la squadra abruzzese si piazza sesta e Pierleoni gioca 17 volte timbrando per tre il cartellino del gol, ma è la successiva che regala ai conterranei gli ultimi sprazzi di classe; agli ordini di Petrelli, e con in squadra vecchie volpi come Tortora, Cerone e Gabriele, si scatena con un campionato monstre chiuso con 8 reti in 28 incontri e soprattutto una promozione che da quelle parti regala ancora emozioni.
A quel punto Angelo sente il bisogno di indossare la maglia del suo paese, per chiudere un cerchio iniziato tanti anni prima: dal 1996 al 2001 gioca nei tornei regionali con Celano e Luco (erede della mitica Angizia che negli Anni 80 faceva la C2) e regala ancora giocate, come quando da bambino cercava di emulare il fratello…