Ancora una volta ho rimasto Ius soli – La Tosse e il Qatar
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Ancora una volta ho rimasto Ius soli
Mi viene in mente Roberto Mancini, costretto a passare al setaccio tutti i campionati di tutto il mondo per cercare nuova linfa azzurra.
E poi, per associazione di idee, mi vengono in mente Enrico Letta, il PD e le loro crociate per aprire le frontiere degli elenchi elettorali attraverso lo Ius Soli, ovvero la cittadinanza italiana “per nascita”.
Il mondo andava a donne di facili costumi, gli italiani avevano più paura del fine mese che della fine del mondo, ma loro andavano avanti per la loro strada (in cerca di nuovi elettori? È solo una mia opinione…).
Oggi, spariti dai radar Letta e la proposta di Legge (il PD c’è ancora, ma pare gli vogliano cambiare nome), è soprattutto a Qatar 2022 che si parla di Ius Soli.
No, dai, nessuna “inginocchiata” di gruppo, nessuna fascia da capitano da farsi bocciare dalla Fifa; semplicemente un bravo collega, Roberto Maida del Corriere dello Sport, che intervista un esponente del Marocco, Walid Cheddira, attaccante del Bari, nato a Loreto, nelle Marche, a due passi da casa Mancini…
Grazie, come se avessi accettato…
Maida inquadra il personaggio, poi scocca la domanda: Fino a settembre, quando è stato convocato dal Marocco, avrebbe potuto anche giocare per l’Italia…
«Non mi hanno mai cercato. Ma sono onesto: se anche l’avessero fatto, non avrei potuto accettare. La mia famiglia è marocchina, la mia cultura è marocchina. Io volevo giocare per il Marocco».
Un lampo, un tiro secco all’incrocio dei pali che neanche l’agilissima nomenclatura piddina avrebbe potuto parare.
Perché un marocchino (soprattutto dopo l’esibizione di quei geni veronesi…) dovrebbe voler diventare italiano? Grazie, Cheddira. Forza Marocco e Forza Bari!