Alessandro Nesta, giornata nera, per gli Arieti
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Il pilone difensivo della Lazio è lui. Da sempre in biancoceleste, dove è cresciuto nelle giovanili e ha esordito in Serie A a 18 anni, Alessandro Nesta tifa per il club dell’aquila fin dalla nascita.
Ha esordito sul palcoscenico romano nel Cinecittà, per poi approdare alla “casa madre” a 10 anni. Lì è cominciata la sua scalata ai vertici prima nel suo club e poi in Nazionale. E in biancoceleste quando non c’e’ lui dietro a coprire sono dolori e le poche volte che scricchiola lui il resto crolla.
Fisico prestante per reggere all’urto degli arieti d’area, ma pure piedi “morbidi” (per un difensore) e tempismo per chiudere sugli avversari. Caratteristiche che lo rendono fondamentale (anche per la Nazionale), per qualsiasi reparto difensivo di alto livello.
In avanti non ci va molto, ma qualche zampata importante l’ha tirata, come il gol segnato contro il Milan nel ritorno della finale (3-1) di Coppa Italia. Fino a ora Nesta ha fatto vedere grandi cose, dovendo però superare situazioni difficili, fisicamente ed emotivamente.
Un momento nero è stato nell’aprile 1999 quando Alessandro nel derby perso con la Roma (1-3) si fece espellere per un fallo su Totti e insultò l’arbitro Borriello. La punizione fu dura, tre giornate di squalifica, e le certezze della Lazio, assieme alla sua difesa fin lì affidabile, si sgretolarono di fronte alla sorprendente rimonta del Milan che si aggiudicò la volata scudetto.
Altra mazzata pesantissima quella accadutagli ai Mondiali di Francia durante Italia-Austria nell’estate precedente, quando in piena rampa di lancio subì una lesione ai legamenti del ginocchio destro. Fuori dalla manifestazione e out per una bella fetta del campionato 1998-99.
In quei frangenti è emerso quanto Alessandro fosse prezioso, in tutti i sensi. Per quell’infortunio la Lazio chiese prima 13 miliardi alla Federcalcio italiana, giustificati come un “atto dovuto” per gli azionisti. Poi si accontentò di 2, con il pagamento dell’assicurazione girato dalla Federcalcio più la promessa di un’amichevole.
Il ritorno sul rettangolo verde avvenne dopo 5 mesi e mezzo, il capitano si riprese subito la sua Lazio. Che ha in lui l’inamovibile punto di riferimento difensivo. La sfida continua in azzurro.