Alberto Saccani e Gianluca Cagnolati, i gemelli diversi
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Alberto Saccani e Gianluca Cagnolati
La Reggiana invece ha una coppia di gemelli che sta maturando nella primavera di mister Camellini: uno è un regista ambidestro, molto tecnico e forse poco dinamico, l’altro un mediano tutto corsa e grinta.
Ecco a voi Alberto Saccani e Gianluca Cagnolati. Saccani, reggiano di nascita, classe 1963, cresce calcisticamente nella piccola Cadelboschese, la società “sotto casa” che già nel 1975 lo segnala alla Reggiana, con la quale il giovane regista scalerà la piramide fino alla Primavera.
«Feci tutta la trafila fino alle porte della prima squadra, il campionato Primavera, che disputai per due anni, era davvero un’ottima palestra. Si affrontavano avversari che magari avevano già esordito in A, ricordo Evani del Milan e Macina del Bologna, ad esempio».
Alberto Saccani
Per il talentuoso regista, però, l’esordio tra i “grandi” resterà una chimera: la Regia nel campionato 82/83 sprofonda in C1 e lui decide di scendere tra i dilettanti, dividendosi tra il campo e il banco della macelleria di famiglia.
«Iniziai a lavorare molto presto perché il babbo venne a mancare e mamma aveva bisogno di una mano; il livello dell’allora Promozione era molto buono (non esisteva l’Eccellenza, n.d.r.) e cominciai a farmi un nome tra gli addetti della zona».
Saccani nel breve diventa un regista ricercatissimo nei campionati regionali, tra le altre le sue tappe sono Sporting, Reggiolo, Bagnolese, Montecavolo e Montecchio, fino ad arrivare a chiudere nel Santos (non quello di Pelé…) a 42 anni suonati,
«Tornassi indietro, aspetterei a scendere tra i dilettanti, peccai di premura, volevo giocare. È stata comunque un’ottima esperienza di vita, mi ha aiutato molto. Oggi non alleno perché purtroppo non ho preso il patentino, faccio solo lo spettatore, mi diletto con la bicicletta e attendo la pensione che è davvero vicina».
Gianluca Cagnolati
Il dinamico Gianluca Cagnolati (classe 1963), al contrario del compagno Saccani, fa leva sulla quantità unita a un sinistro che non disdegna di regalare perle preziosissime.
Nativo della provincia di Cremona per caso («I miei genitori si trasferirono qualche anno per motivi di lavoro, ma siamo Reggiani doc!»), arriva alla Reggiana dal Gattatico, squadra del suo paese; cinque anni di Regia, di cui due nel campionato Primavera con annessa aggregazione alla prima squadra di Mister Fogli.
«Io e Saccani eravamo militari nella Compagnia Atleti a Bologna e ci allenavamo con la prima squadra: Zandoli, il fenomenale Matteoli… Quanti bei ricordi!».
Per il giovane centrocampista arrivano pure due convocazioni nel campionato di Serie B, a Cremona e in casa con il Foggia, ma in… tribuna; la carriera prosegue a Viadana nell’allora Interregionale: «Il primo anno retrocedemmo in Promozione, ma risalimmo subito vincendo gli spareggi con San Marino e Crevalcore. A Viadana ho fatto otto campionati, sei in Promozione e due in Interregionale… Era quasi come essere professionisti».
Poi si sposta nella vicina Poviglio per tre stagioni e infine chiude il cerchio rientrando a Gattatico in Prima Categoria: «Ho concluso dove avevo iniziato una carriera di cui vado fiero; per fare il salto tra i professionisti forse mi è mancata la cattiveria, la fame giusta e un po’ di fortuna, che non guasta mai».
Oggi Cagnolati lavora in una nota azienda vinicola vicino casa: «Ci sono entrato 35 anni fa e non ne sono ancora uscito…» e non ha rimpianti, il calcio è stata un’ottima esperienza di vita che gli ha regalato, tra l’altro, amicizie che durano a quarant’anni di distanza.