Manchester City – Bologna i Precedenti
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Mondino Fabbri, il “dentista” di Malcolm Allison
Nel 1970, quando si incrociano le strade di Bologna e Manchester City, in Inghilterra non è ancora sbarcato Khaldun al-Mubarak con il suo City Football Group, però i Citizens rappresentano uno dei club più forti in circolazione: campioni d’Inghilterra nel 1968, vincono la FA Cup e la Coppa delle Coppe nel 1969, la Coppa di Lega nel 1970 e 2 Charity Shield nel 1968 e nel 1972. Insomma, Guardiola è di là da venire, però i biancocelesti si fanno rispettare.
Il Bologna, invece, sei anni dopo l’ultimo scudetto non riesce a rinverdire i recenti fasti e imbocca – ma questo sarà chiaro solo qualche anno dopo – il malinconico viale del tramonto.
Lo scenario di Bologna-Manchester City è la Coppa di Lega Italo-Inglese, competizione articolata in gara di andata e ritorno tra le squadre italiane e inglesi vincitrici della Coppa Italia e della Coppa di Lega inglese.
All’andata, al Comunale, i rossoblù strappano la vittoria grazie a un gol in avvio di partita realizzato da Rizzo, potente jolly di centrocampo (giocava ala, ma nel Bologna c’era Perani e allora si riciclò mezzala…) appena arrivato dalla Fiorentina.
A Manchester, per il match di ritorno, i Citizens commettono un errore clamoroso: giocano… all’inglese. Niente di meglio per Mondino Fabbri, che imposta rigorosamente “all’italiana” il suo Bologna privo del “cervello” Bulgarelli.
Spazio a Sergio Perbellini, apprezzato inviato di Stadio (che all’epoca non si era ancora… imparentato con il Corriere dello Sport), e al suo racconto: “Ottimi sul piano agonistico anche gli inglesi di Allison. Hanno dimostrato, a loro volta, le qualità migliori della loro scuola, della scuola inglese fatta di velocità e di proiezioni in avanti. Ma hanno dimostrato, in più occasioni, che proprio il troppo insistere in proiezioni offensive può risultare pericoloso di fronte alle squadre che giocano… all’italiana. Un sole davvero raro per questo Paese ha rallegrato le giornate di attesa dei calciatori bolognesi a Lymm, una località bellissima immersa nel verde dei boschi e dei prati, a una trentina di chilometri da Manchester, ma che sa un po’ di “eremo” sperduto. Non c’è stato insomma alcun segno del famoso clima inglese, grigio, umido e desolante. La nebbia, tuttavia, è cominciata a calare, sia pure non fitta, sul campo del Maine Road una mezz’ora prima dell’inizio della gara. Ma non era affatto fastidiosa. Il terreno di gioco era stato abbondantemente irrorato di acqua e questo fatto non è tornato certo gradito a Fabbri e ai giocatori rossoblù. Lo stadio si è riempito quasi del tutto prima del “via” fischiato da Angonese, che ha come collaboratori Vittorio Lattanzi e Calogero Crista”.
“Si inizia con qualche minuto di ritardo. Gli inglesi sono in maglia rossonera, i bolognesi in maglia bianca. Il Manchester preme con bella vigoria ma anche con una certa baldanza, per almeno un quarto d’ora. Il Bologna corre almeno tre pericoli, sventati sempre dal grandissimo Vavassori (che proprio al termine del tempo, al 45′, farà un’autentica acrobazia tale da salvare un gol quasi sicuro). Ci sono tre calci d’angolo sempre a favore del Manchester; poi, il Bologna si affida al contropiede. E viene il gol: c’è un allungo dalle retrovie di Cresci, Pace conquista un pallone molto faticoso, in velocità lo butta in avanti, scende sulla destra e crossa al centro, dove nel frattempo si è precipitato Savoldi, il centravanti (che sta comportandosi benissimo benché tutto solo) di testa smista indietro all’accorrente Perani che, sulla sinistra, si è trovato a fare un’azione da ala pura; il bolognese ferma benissimo il pallone e immediatamente, con tiro fulmineo, lo spedisce di sinistro in rete. Corrigan è battuto inesorabilmente. Nello stadio, che è un’enorme pentola in ebollizione, cala il gelo. Ma subito c’è la reazione degli inglesi, che tuttavia rischiano di essere nuovamente… puniti!”.
“Al 24′ il Bologna ha l’occasione grossissima del raddoppio: c’è un tiro di Savoldi da fuori area che il portiere inglese non riesce a trattenere, lo stesso Savoldi recupera il pallone sfuggito al guardiano avversario, si sposta sulla destra mentre Corrigan è lontano dalla rete; Pace invoca il passaggio, quasi solo davanti alla parta incustodita, ma Savoldi, purtroppo, sbaglia il passaggio e l’azione sfuma. Di fronte a questa clamorosa occasione mancata, viene quasi naturale il gol del pareggio: siamo al 25′; Bell, che è l’uomo più pericoloso e più irriducibile degli attaccanti, scende sulla sinistra e crossa: aggancia Oakes e il suo tiro fulmineo viene altrettanto fulmineamente respinto da Vavassori, ma il pallone capita proprio sulla testa di Lee, che nel frattempo si era proiettato come un siluro. Il giocatore schiaccia di testa e Vavassori non può farci nulla. Gli animi si scaldano, c’è una lite fra Janich e Bell, subito sedata. Poi al 35′ c’è una carica assassina di Heslop su Liguori che resta a terra. I bolognesi replicano sul piano della bagarre e Savoldi, a sua volta, viene ammonito. Poi la pressione inglese riprende e la difesa bolognese deve stringere i denti, ma ce la fa: soprattutto in virtù di un Vavassori che, con il passar del tempo, sta dando sempre più esatta la misura di se stesso. Al 45′, un’azione di Bell porta il giocatore a distanza ravvicinata e il suo tiro è una bomba: Vavassori riesce, con un intuito eccezionale e una prontezza magnifica, a salvare una volta di più in angolo”.
“Nella ripresa si ripropone la tattica di sempre: Manchester City costantemente proiettato in avanti, Bologna che cerca la zampata in contropiede. E la cosa riesce anche in questa seconda parte di gara. Infatti, dopo che per parecchio tempo la pressione è esercitata nella metà campo bolognese, dopo che al 5′ un fallo di mano involontario di Janich ha scatenato le proteste del pubblico, dopo che Vavassori in uscita ha salvato un pallone difficilissimo, dopo che al 19′ Savoldi si è mangiato una nuova grandissima occasione, si ha finalmente il contropiede giusto al 28′. Pace, che è stato di eccezionale mobilità e bravura per tutto l’arco della gara, dannandosi anche in fase difensiva, si infiltra velocemente in attacco. Resiste molto bene a due marcature e spara forte appena dentro l’area: un difensore intercetta, mettendo fuori causa il portiere, il pallone perviene di nuovo a Savoldi, che questa volta al volo infila. Gli inglesi, cocciuti, ripartono a testa bassa, e ottengono il pareggio 2 minuti dopo: c’è un’azione sulla sinistra da parte di Hill che crossa una volta giunto a fondo campo, un pallone difficile, ma che ormai è conquistato da Vavassori, prontissimo nell’uscita. Purtroppo la presa del forte portiere, sbilanciato da un paio di cariche di due avversari, si allenta, e il pallone gli sfugge di mano quel tanto per cui Heslop può toccare, infilando da due metri. Il pareggio dà nuova combattività sia agli inglesi che agli italiani i quali, ormai, hanno capito di potercela fare a conquistare la Coppa… E infatti la manovra del Bologna si fa molto più precisa ed elegante, e soprattutto proiettata un po’ più lontano dall’area di rigore. Al 38′ c’è un nuovo episodio emozionante: un’incursione sulla sinistra di Lee sbilancia un po’ la difesa bolognese, il centravanti inglese serve Hill e si proietta al centro: tre uomini caricano il portiere Vavassori e il pallone, toccato dallo stesso Lee, entra in rete, ma Angonese, decisissimo, annulla”.
BOLOGNA-MANCHESTER CITY 1-0
Bologna, 2-9-1970
Rete: 4’ Rizzo.
Bologna: Vavassori, Roversi, Ardizzon, Gregori, Cresci, Battisodo, Perani, Rizzo, Savoldi, Bulgarelli, Pace.
Allenatore: E. Fabbri.
Manchester City: Corrigan, Book, Pardoe, Doyle, Booth, Oakes, Young, Bell, Lee, Towers, Summerbee.
Allenatore: Allison.
Arbitro: Smith (Inghilterra).
MANCHESTER CITY-BOLOGNA 2-2
Manchester, 23-9-1970
Reti: 16′ Perani, 25′ Lee, 73′ Savoldi, 75′ Heslop.
Manchester City: Corrigan, Book, Pardos, Doyle, Helsop, Oakes, Hill, Bell, Lee, Towers, Young.
Allenatore: Allison.
Bologna: Vavassori, Prini, Ardizzon, Gregori, Cresci, Janich, Perani, Rizzo, Savoldi, Liguori, Pace.
Allenatore: E. Fabbri.
Arbitro: Angonese di Mestre.
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