Paganelli non Replica
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Dal Torino con ardore
5 ottobre 1980, la Pistoiese (“bella olandesina” per tutti) si aggiudica la prima storica vittoria nel campionato di Serie A, vittima un Brescia decisamente sfortunato che si piega a un bolide armato da fuori area e che si spegne all’incrocio dei pali, autore del gioiello Mirko Paganelli da San Mauro Pascoli (Forlì), ma torinese d’adozione vista la giovane età al momento dell’ingresso nelle giovanili granata; Pistoiese -Brescia termina qui, 1-0 e linea allo studio.
Paganelli quella domenica è una speranza per gli arancioni di Toscana: cresciuto nella Sanmaurese, è passato presto al Torino dove ha affinato la tecnica e sviluppato un fisico imponente, che con i suoi 188 cm gli permette di “farsi sentire” sempre.
Ha esordito in A al Partenio a fine settembre del 1979, Radice lo manda in campo al posto di un infortunato Pecci e lui ripaga essendo protagonista nello 0-2 con il quale i granata espugnano il fortino irpino.
Ma torniamo alla Pistoiese, che prende a volare: a fine andata trova la prima vittoria esterna a Catanzaro (anche qui Paganelli lascia il segno) e si ritrova in zona coppe… Finirà con un ritorno zeppo di sconfitte e l’ultimo posto in classifica, si retrocede ma Paganelli con le sue 25 presenze è una delle poche note liete; infatti il giovane sanmaurese rientra a Torino, i piani dicono che sarà la stagione della consacrazione, ma il destino non pare d’accordo e si manifesta travestito da problema polmonare che lo costringe a una stagione di stop!
Voglia di rilancio
Riparte dalla cadetteria nel campionato 82-83 e lo fa dalla “piazza” giusta, con il Catania infatti sale in A anche se non è attore protagonista, 15 gettoni dei quali 7 dall’inizio lo convincono a scendere ancora un gradino per cercare quel rilancio che aspetta con ansia.
Sbarca ad Ancona nell’estate 83, Mascalaito è l’allenatore di un complesso che grazie alle 10 reti di Mochi si piazza in ottava posizione, Paganelli mette assieme 21 presenze, sigla due reti e si guadagna la riconferma per la successiva stagione, quando in plancia di comando arriva Pippo Marchioro e i dorici si piazzano sesti, 20 e senza reti le gare del ragazzo di San Mauro.
La fortuna non è certo dalla sua parte, piccoli e grossi guai fisici minano la continuità di questo mediano dal fisico importante, si sposta nella vicina Civitanova Marche (C2), dove Beniamino Di Giacomo lo inserisce in una squadra che comprende gente come Bruniera, Fulvi e Boccia, lui disputa venti partite, la squadra arriva decima e Paganelli parte per Ferrara dove lo attende la Spal.
Viale del tramonto
In terra estense si ferma due stagioni (entrambe in C1), la prima sotto la guida di Ferruccio Mazzola dove ottiene un quarto posto scendendo in campo 24 volte (una rete) e la seconda che lo vede giocare finalmente 30 gare in un torneo caratterizzato dall’avvicendamento tecnico Cella/GB Fabbri e che la Spal chiude in sesta posizione; poi una discesa in Interregionale a Imola per il campionato 88-89 e il ritorno alla Spal nel biennio successivo; i ferraresi sono scivolati in C2 e lo choc si protrae per l’intero campionato, chiuso al decimo posto con la staffetta in panchina tra Magistrelli e Santin e la presenza in “rosa” di nomi quali Mosele, Libro, Paramatti e Magnocavallo!
Al secondo colpo, però, la Spal risorge, Gb Fabbri la riporta in C1 ma per il mediano di San Mauro c’è spazio in sole tre occasioni, è ora di chiudere con il professionismo e Paganelli accetta le offerte di una Fermana smaniosa di giocare un ruolo da protagonista nel proprio girone di Interregionale; la squadra gioca, in “rosa” c’è anche Alesi, un altro che la A l’ha assaporata in gioventù, arriva un terzo posto ma niente promozione, così Paganelli si sposta a Gubbio, dove con un undicesimo posto mette fine alla sua esperienza di calciatore.
Partito da San Mauro Pascoli vi ritorna, la fortuna non è stata sicuramente compagna di viaggio per questo gigante del centrocampo, che ha comunque esordito nel Torino di Radice, vissuto la A da protagonista e fatto il professionista per parecchi anni, ma se fosse arrivato qualche infortunio in meno chissà che cosa sarebbe successo…