Grazie, Thiago Motta!
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Finita la festa, gabbato lo santo?
Finita la festa, gabbato lo santo? Neanche per idea: la festa è solo all’inizio e nessun santo è stato gabbato. Thiago Motta non è più l’allenatore del Bologna: questa è la notizia. E allora?
E allora la festa – il Bologna in Champions lo merita – continua anche senza di lui. Che cosa lo abbia spinto a non rinnovare il contratto lo sa solo lui, ovviamente; noi, al massimo, possiamo fare alcune ipotesi.
Per esempio: nella sua brevissima carriera da tecnico, Bologna ha rappresentato la sua tappa più… lunga. Il Paris Saint-Germain (non proprio il Pizzighettone…) gli affida l’Under 19 e lui la guida bene, tanto che il club franco-qatariota gli propone un congruo allungamento, che lui gentilmente rifiuta.
Perché ha già un contratto con un’altra squadra? Assolutamente no: Thiago rimane fermo qualche mese, prima che lo chiami il Genoa, un suo ex “amore” da calciatore.
Un paio di mesi sulla panchina rossoblù e poi la lettera di licenziamento perché i risultati sono deludenti.
L’8 luglio 2021 lo ingaggia lo Spezia, che gli fa un contratto triennale. I liguri raggiungono la salvezza senza patemi e giocano un discreto calcio, però a fine stagione il Nostro rescinde il contratto e resta in attesa di nuova sistemazione.
Nuova sistemazione che arriva tre mesi dopo, quando lo chiama il Bologna per rimpiazzare Sinisa Mihajlovic, purtroppo impegnato in una partita ben più impegnativa (e sfortunata). Il resto è cronaca.
Centro di gravità permanente
Che cosa ci dice, questo rapido excursus professionale? Che Thiago è ambizioso e che aspira a qualcosa di più.
Per esempio, il suo modello potrebbe essere Sir Alex Ferguson, ovvero quel ruolo di manager all’inglese che ha avuto nel tecnico scozzese il punto più alto. Tradotto: vuole essere lui a indirizzare le trattative di mercato. Non gli basta decidere “cosa” serve; lui vuole stabilire il “chi”.
Grazie a Dio (perdòn, grazie a Saputo…), il Bologna ha in organico da un paio di stagioni il miglior direttore sportivo italiano, Giovanni Sartori, che sta facendo crescere sotto le sue ali Marco Di Vaio.
Motta vuole essere il centro di gravità permanente del club per cui lavora, non solo il terminale tecnico-tattico. Ambizione legittima, per carità, e che gli auguriamo di coronare, ma non a Bologna.
Perché l’uomo a cui Saputo non vuole, non può e non deve rinunciare è San Giovanni, che quando “battezza” un club (Chievo, Atalanta, Bologna) lo porta per mano in Paradiso.
E adesso?
Adesso niente. Motta ha avuto i primi contatti “extraconiugali” parecchi mesi fa: sono sicuro che dal giorno stesso Sartori abbia preparato il contrattacco.
Godetevi la festa e restate in attesa di comunicazioni ufficiali. De Zerbi, Italiano, Palladino o Chissà Chi, non importa. Ricordatevi che due anni fa Thiago Motta era solo la seconda scelta di San Giovanni e non è andata malissimo…