Castrense “Enzo” Campanella
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Enzo Campanella
Lo sguardo e la grinta avrebbero fatto le fortune della famiglia Rojo di San Miguel, Sergio Leone sarebbe stato entusiasta di quel volto da duro cresciuto in una Palermo di fine anni Sessanta, ma lui preferiva sgroppare sulla fascia, mordere le caviglie all’avversario di turno o mettere in rete qualche pallone per entrare nella storia, come quella volta con il Frosinone.
Castrense, per tutti Enzo, Campanella! Figlio della nidiata di piccoli fenomeni cresciuti da Zeman, Campanella sfiora la prima squadra del Palermo nella stagione 81-82, l’esordio non arriva ed ecco il passaggio in C2 al Messina, dove ancora viene impiegato solamente tra le fila delle formazioni giovanili; ventuno anni (nato a Palermo nel 1962) e nessuna presenza tra i grandi, parrebbe il caso di cercare altrove il futuro, invece il suo vecchio maestro si ricorda di lui e lo include in un folle progetto calcistico che si chiama Licata!
Questione de…Licata
Un anno di rodaggio sui duri campi della C2 meridionale ed al secondo tentativo la piccola squadra dell’agrigentino sale in C1, è il 1984-85, se il miracolo grande si chiama Verona, quello più piccolo porta il nome di Licata.
Cinquantanove gare e tre reti sono il contributo di questo terzino che di polmoni ne ha da vendere, la categoria superiore non lo spaventa e anzi, al primo colpo mette insieme 32 presenze condite da una rete, salvezza in saccoccia e poi una stagione altalenante che lo vede in campo solamente in 16 occasioni, giusto il tempo di rifiatare per godersi da protagonista il torneo 87-88, trentuno gare, cinque reti e una promozione in Serie B che è materia di studio ancora oggi!
L’ultima rete di quella trionfale camminata la segna in un Liotta gremito all’inverosimile il giorno della matematica salita in cadetteria, due a zero al Frosinone e, dopo il solito sigillo del bomber La Rosa, seconda rete segnata dopo una leggendaria sgroppata sulla destra con conclusione di potenza che provoca il finimondo in quell’angolo di Sicilia!
Kappaò alla vicentina
Così, dopo sette anni, ecco che Enzo si è ripreso quella B solamente sfiorata con la maglia rosanero; il Licata vola in quel 88-89, arriva una salvezza più che meritata anche grazie alle sue 21 presenze che diventano 33 la stagione successiva quando però, con uno sciagurato finale di dodici gare senza vittorie, i gialloblù scivolano in C1.
A novembre, nel 4-0 interno al Barletta, ecco l’unica rete cadetta di Campanella, che poi passa a un Lanerossi Vicenza sprofondato in terza serie, convinto dall’allenatore Caramanno il quale propone in biancorosso una ricetta che prevede parecchi giocatori del Sud quali Ficarra e Gnoffo (anche loro ex Licata) e Carnà; finirà male e per Campanella ci saranno solamente 12 gare!
Tornando a casa
Il ritorno all’aria di casa è perciò quasi scontato, e così arrivano i sei meravigliosi anni di Trapani, dove Campanella riprende a correre sugli abituali standard; nel 1992-93 è protagonista, con Arcoleo in panchina, della vittoria del campionato Interregionale, l’anno seguente bissa vincendo la C2 e poi arriva a un passo dal clamoroso rientro in B disputando i playoff!
A Trapani, Campanella trova anche la tranquillità per il dopo calcio, si ferma in città e negli anni diventa prezioso collaboratore con le varie dirigenze granata, si occupa prevalentemente dei giovani, ai quali cerca di infondere quello spirito indomito che lo ha portato dalle stradine di Palermo fino a battagliare con Torino, Milan, Baggio e Van Basten!
Ok, non tutti trovano uno Zeman, ma se nemmeno ci provano non ci possono neanche sperare!