Cardelli e Ficcadenti
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I due Massimo
Stesso nome, stesso anno e stesse squadre: stessa storia? Sì, almeno fino a un certo punto, poi le strade si dividono e portano i due protagonisti su sentieri diversi, interessanti entrambi ma lontani uno dall’altro, storie di vita, storie di calcio! Massimo, classe 1967, uno Cardelli (da Porto San Giorgio) e l’altro Ficcadenti (da Fermo), i primordi assieme così come i primi passi tra i grandi; tutto inizia nei primi anni Ottanta con addosso la maglietta della Sangiorgese.
Li nota la Sambenedettese del patron Zoboletti e li porta nelle giovanili rossoblù, dove ancora i due Massimo camminano assieme, ala destra Cardelli, mediano Ficcadenti, vicini dentro e fuori dal campo.
Squadra operaia
La Samb (abbreviazione cara ai sistemisti della schedina) in quelle stagioni è una realtà solida della cadetteria, squadra operaia che gioca forte sui ragazzi della zona e così i due non tardano a esordire in Serie B, lo fa un po’ prima Ficcadenti, che il 9-3-86 viene lanciato nella mischia del Curi di Perugia da mister Giampietro Vitali, mentre Cardelli dovrà attendere il campionato 87-88 per mettere il piede sulla fascia destra anche tra i grandi; l’occasione gliela fornisce Angelo Domenghini, uno che di ali se ne intende decisamente. Il “messicano” fa esordire Cardelli il 18-10-87 al Riviera delle Palme, 1-0 alla Triestina e il giovanotto dà il cambio a Di Antonio al 56′.
Cardelli e Ficcadenti piano piano si prendono il loro spazio e nel campionato 88-89 sono due pilastri della formazione che retrocede in C1 nonostante una rosa di valore, Cardelli scenderà in campo 30 volte, Ficcadenti 32 e le loro buone prestazioni gli varranno un contratto, ancora in B, con il Messina.
Lo Stretto si allarga
In riva allo Stretto tutto pare cominciare per il meglio, la guida tecnica è nelle mani di Scorsa e i siciliani partono con l’acceleratore schiacciato fino in fondo, primi dopo poche giornate e quando alla seconda affondano l’Avellino chi le segna le due reti? Ficcadenti al 15′ e Cardelli, su assist di chi indovinatelo voi, al 52′; tutto bello, arriverà una salvezza allo spareggio (sconfitto il Monza a Pescara) e la riconferma per entrambi i Massimo che la stagione successiva si salvano ancora, anche se Ficcadenti è tra i protagonisti, 33 le presenze, e Cardelli alza bandiera bianca dopo solo 5 apparizioni.
Il motivo? Il crociato anteriore fa crack e tutto si ferma, per un’ala abituata a scorrazzare sempre come Cardelli. La terza stagione a Messina vede i Peloritani retrocedere in C1, ma se Ficcadenti si metterà in mostra con tre reti in trenta presenze, per Cardelli ci sarà solamente una panchina alla 35esima in un famigerato 0-3 inflitto dal Piacenza: quella sarà l’ultima volta che i due Massimo condivideranno lo stesso rettangolo di gioco.
Verona, Torino e Ravenna
In estate Ficcadenti passa al Verona, sempre in B, dove resterà ben 5 stagioni coronate con la promozione in A alla quarta e il conseguente esordio in massima serie nell’ultima, quando lo lancerà Gigi Cagni (un altro che la Sambenedettese la conosce benissimo), prima che il mediano passi per un triennio al Torino, altra promozione in A al secondo tentativo, per poi chiudere con una comparsata in B a Ravenna che porterà il totale del mediano a 31 gare di A e ben 310 nella serie cadetta, 16 anni da protagonista ed una carriera da allenatore da incominciare.
E Cardelli?
Cardelli, nel frattempo…
Massimo l’ala destra è passato nell’estate 1992 all’Arezzo, C1: serve un campionato per rilanciarsi, ma la dea bendata volta davvero le spalle; i toscani verranno esclusi dal campionato a torneo in corso dopo mesi di tribolazioni continue, Cardelli così si ritrova a piedi e per il campionato successivo cede alla corte del Forlì, Serie C2. In Romagna finalmente si rivede quell’ala guizzante sulla quale a San Benedetto avrebbero giurato, 30 presenze e quattro reti sono un ottimo score, ma non trova l’accordo e l’anno successivo resta inattivo fino a novembre, quando torna alle origini giocando per la sua Sangiorgese in Promozione; è sprecato però quel talento a quelle latitudini, così lo pesca il Nereto in Interregionale e lui dimostra di saperci ancora fare, sei reti in 29 gare e il ritorno al primo amore, la Samb!
Tornando a casa
La stagione che vede Ficcadenti esordire in A regala al campionato Interregionale il ritorno del sodalizio Samb-Cardelli e l’ala di Porto San Giorgio disputa un campionato monstre disputando 32 gare e andando a segno in cinque occasioni, la squadra infiamma i cuori con i gol di Lunerti, ma nonostante per un lungo periodo guidi la classifica al termine sarà solamente terza, fallendo così l’obbiettivo Serie C2, categoria che comunque Cardelli ritrova accettando la proposta del Teramo; saranno le ultime tra i professionisti le 17 gare del 97-98, poi la lenta discesa tra i dilettanti di casa, due campionati di Eccellenza tra Montegranaro e Recanatese e altrettanti di Promozione equamente divisi tra Porto Sant’Elpidio e Corridonia, era il 2002, Ficcadenti partiva da Fiorenzuola per un viaggio che oggi lo vede in Giappone e Cardelli si apprestava ad appendere al chiodo le scarpe che per anni avevano infiammato la fascia destra, per incominciare ad allenare squadre della zona a livello di Eccellenza e Promozione.
Sono davvero distanti, oggi, i sentieri di Cardelli e Ficcadenti, come distante è quella Sambenedettese che aveva un nome in Serie B; incroci, fortuna, treni presi e treni persi, ricordi di un calcio diverso e lontano, nel quale Cardelli e Ficcadenti saranno sempre uno accanto all’altro!