Eppur si punta…
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No, non è “un caso senza precedenti per il calcio italiano” perché Fagioli, Tonali e Zaniolo sono nel giro della Nazionale, perché all’inizio degli anni Ottanta – quando scoppiò il primo scandalo delle scommesse legate al calcio – rimase impelagato nelle reti della giustizia pure quello che nell’82 sarebbe diventato il Salvatore della Patria, Paolo Rossi.
Perché “illegali”?
La cosa veramente nuova è un’altra, semmai: in Italia, come in quasi tutti i Paesi del mondo, dal 1998 è assolutamente legale scommettere i propri soldi anche sul calcio, basta andare online o in un negozio gestito dai tanti bookmakers accreditati e non ci sono problemi.
E allora perché, oggi, si parla di scommesse “illegali”? Se i Magnifici Tre di questa vicenda (che però, ovviamente, non potranno rimanere solo tre…) hanno scommesso illegalmente significa che l’hanno fatto attraverso canali non riconosciuti dallo Stato, quei canali che un tempo facevano capo – in Italia – alla camorra e che a quanto pare negli ultimi due decenni portano dritti al lontano oriente.
È questa, la notizia: se fosse vero il coinvolgimento della malavita a carattere internazionale, significherebbe che nessuna partita, dal campionato Dilettanti al Campionato del Mondo, può dirsi al riparo dalla corruzione.
E adesso, presidente?
In attesa che l’inchiesta allarghi i propri orizzonti (perché sia chiaro che i “cattivi ragazzi”, se ci sono, non indossano solo la maglia azzurra), non resta da fare altro che aggiornare il curriculum del presidente Federale, Gabriele Gravina.
Eravamo fermi alle riforme mai fatte per rilanciare i vivai italiani, allo sfascio della Nazionale femminile, alle dimissioni di Roberto Mancini che all’improvviso si era trovato a non poter più lavorare con lo staff che aveva creato, all’Europeo organizzato in condominio con la Turchia, ora aggiungiamo questa “perla” che ovviamente non dipende da lui, ma che lui gestirà assieme al Capodelegazione che lui stesso ha scelto: Buffon, che nel 2012 finì indagato dalla Guardia di Finanza per aver emesso quattordici assegni, per un importo complessivo di 1 milione e 580 mila euro, a favore del titolare di una tabaccheria di Parma che funzionava anche come ricevitoria per scommesse sportive.
Diamo atto a Gigi che quel flusso di denaro era stato dirottato sui conti di Lottomatica, uno dei bookmaker riconosciuti dallo Stato, e non su conti intestati a società con sede a Kuala Lumpur o Shanghai…