Pavel Nedved, il castiga-Peruzzi
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Era praticamente sconosciuto, Pavel Nedvěd, quando balzò agli onori della cronaca per aver segnato un gol all’italiano Peruzzi durante gli Europei del ’96.
In quella manifestazione la sua Nazionale, l’esordiente Repubblica Ceca, giunse addirittura in finale a contendere il titolo alla Germania.
Dopo cinque anni allo Sparta Praga, con il quale ha vinto tre scudetti e due coppe nazionali segnando nella sua ultima stagione ben 14 reti, Nedvěd è approdato al campionato italiano nel ’96-97 su richiesta di Zdeněk Zeman e si è affermato definitivamente nella squadra biancoazzurra con la gestione Eriksson.
Nella prima stagione, con il 4-3-3 di Zeman, era costretto a sacrificarsi molto in fase difensiva, avendo davanti a sé un attaccante come Signori e facendo parte di un centrocampo di soli tre uomini.
L’anno dopo è arrivato a Roma Sven Goran Eriksson e l’iniziale scelta del tecnico svedese era ancora un 4-3-3 che non lasciava alcuno spazio a Nedvěd, che sembrava destinato addirittura alla tribuna, visto che nella scala dei valori era ritenuto il quarto extracomunitario.
Ma un pregio di Eriksson è quello di saper cambiare idea in corsa. E così Nedvěd non solo trovava lo spazio che meritava, ma finiva col diventare la chiave tattica della conversione di Eriksson al 4-4-2, con Nedvěd esterno di sinistra.
Nel fare un identikit tecnico del ceco non si può non parlare della sua velocità, del dribbling e soprattutto della grandissima potenza e precisione di tiro con entrambi i piedi, di pari passo con l’innato senso del gol. Un centrocampista tutto velocità, ma anche cervello e intelligenza tattica.
Nell’ottobre del ’98 è stato al centro di un episodio singolare che ha suscitato non poche polemiche: dopo un fallo giudicato non grave dall’arbitro Boggi, il guardalinee Marcello Gini entrava in campo ingiungendo al giocatore di andarsene dal campo e mettendo l’arbitro nelle condizioni di non poter far altro che esibire il cartellino rosso.
La squalifica di tre turni, poi ridotti a due, fece gridare all’ingiustizia, che sembrò a tutti ancora più grande per via della correttezza esemplare da tutti riconosciuta al giocatore.
Oggi Nedvěd è legato alla Lazio con un contratto che scade nel 2004, anche se le offerte che arrivano a Cragnotti da altri club sono sempre molto allettanti.