Alvaro Recoba, il gol che viene da lontano
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«Più lo vedo giocare e più mi diverto», sono parole di Massimo Moratti, che ha sempre avuto un debole per Recoba , che considera una sua scoperta. L’ha preso nel 1997, dopo averlo visto in una videocassetta nella quale venivano raccolte alcune grandi prestazioni con la maglia del Nacional Montevideo. Lo stesso Nacional da cui proveniva Ruben Sosa, un altro uruguaiano che all’Inter aveva sfoggiato, qualche anno prima, la stessa arma di quello che definisce suo allievo e quasi fratello: un sinistro micidiale.
Quando “El Chino”, così chiamato per i suoi occhi a mandorla, può azionare il suo magico sinistro da un corner o su punizione le difese avversarie entrano in tensione, poiché spesso basta toccare un suo cross per tramutarlo in un’autentica occasione da rete. Per non parlare poi delle punizioni di prima che possono essere calciate direttamente in porta.
Appena sbarcato in Italia si è presentato al campionato con un biglietto da visita di tutto rispetto: una provvidenziale doppietta messa a segno nella prima giornata contro il Brescia, che ribaltava il provvisorio risultato negativo.
Un’altra autentica prodezza ha segnato la prima stagione italiana di Recoba: 25 gennaio 1998, il Chino a Empoli entra a venti minuti dal termine e segna il più straordinario dei suoi gol con un tiro da 60 metri, salvando ancora una volta l’Inter dalla sconfitta. Ma questi exploit e la fiducia incondizionata del presidente non bastavano per la conquista di un posto da titolare in un reparto offensivo che vanta nomi come Ronaldo, Djorkaef, e Zamorano.
Alvaro Recoba ha ancora bisogno di farsi le ossa in una squadra che possa garantirgli un impiego costante sui campi da gioco e la trova nel Venezia, dove rimane un anno in prestito segnando 10 reti in 19 gare disputate. «Prima ero solo una ragazzino, – dichiara al momento del tanto atteso ritorno all’Inter – scendevo in campo solo per dare spettacolo. Adesso sono un uomo, a Venezia ho imparato ad essere più concreto e a sacrificarmi per la squadra».
«Un ritorno che vale un nuovo acquisto», le parole di Moratti si rivelano ancora una volta profetiche: una impressionante costanza di rendimento ha fatto del Chino una pedina fondamentale da affiancare o alternare a Zamorano e Vieri, in una stagione in cui i problemi fisici hanno tenuto Ronaldo a lungo fuori dai giochi.