Roberto Baronio
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Il gioiello è servito
Roberto Baronio, giovanissimo talento nel Brescia, gemellino del più giovane Pirlo, con il quale ora fa coppia anche nella Reggina: esordì con Lucescu da minorenne, ma già attesissimo, in Serie A. Per Baronio la strada verso la gloria sembrava spianata fin dall’inizio. E gli sono immediatamente arrivati sulle spalle i paragoni con i grandi del passato (a sproposito: da Rivera e Koeman…) mentre le grandi facevano la fila per accaparrarselo.
Roberto, centrocampista di stampo classico, a 18 anni, nel 1995, fece innamorare l’intero Olimpo del calcio italiano con la sua facilità di tocco, il lancio smarcante, la potenza e precisione nei tiri piazzati. Insomma, il più classico dei gioiellini, che finì per 6 miliardi (una cifra che adesso per un talento pare da hard discount…) nella scuderia di Cragnotti, alla corte di Zeman alla Lazio. Rimanendo ben impacchettato per due stagioni, anzi, tre con l’intervallo a Vicenza, a macerarsi di nostalgia per quando militava in B ma almeno scendeva in campo tutte le domeniche.
A Roma Roberto si è sentito più volte sul punto di appassire, rimpiangendo di aver accettato l’offerta dalla capitale piuttosto che quelle di Juventus o Inter. Stava per diventare l’ennesimo oggetto misterioso del calcio italiano quando le cose sono tornate a girare per il verso giusto.
Prima con l‘Under 21 di Tardelli, dove è stato regolarmente convocato anche nei periodi bui, fornendo prestazioni all’altezza. Poi con il passaggio alla Reggina, la squadra che gli ha garantito gli spazi desiderati: i famosi e invocati 90 minuti nelle gambe.
In riva allo Stretto, alla sua prima esperienza piena in A, non ha deluso, imponendosi a standard di rendimento tra i più elevati in assoluto, da centrocampista che sta davanti alla difesa. A testa alta, pronto al lancio lungo che spesso esegue con esemplare destrezza. E pericoloso su punizione. In più, la caratura della Reggina, squadra chiamata a lottare per la permanenza in A, gli ha fatto estrarre gli artigli della grinta e della “cattiveria” che ne fanno ora un giocatore completo.
Le premesse per fare davvero la strada che gli era stata prospettata ora si sono materializzate. Baronio potrebbe essere davvero il grande regista che manca da tempo al calcio italiano. E che manca tremendamente anche alla Nazionale.