Francesco Antonioli
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Il terzo… comodo
Aveva appena sedici anni quando, Francesco Antonioli, esordì a San Siro, in Coppa Italia, contro la Juventus. Lui giocava tra i pali del Monza, la squadra della sua città, e chiariva senza mezzi termini i suoi obiettivi: “Voglio arrivare in Serie A, ci penso sempre e la sogno di notte”.
Di lì a poco, stagione ‘86-87, sarebbe diventato titolare in C1 e si sarebbe costruito una solida reputazione di ragazzo prodigio. Al punto da entrare nelle mire del Milan. In rossonero (dopo una breve parentesi tra Cesena e Modena) ha sofferto il dualismo con Sebastiano Rossi, e pagato oltre il dovuto un errore in un derby del ‘92, nonostante la gioia della conquista, da titolare, del titolo europeo con la Nazionale Under 21 di Cesare Maldini.
Scaricato in fretta, ha vissuto un altro momento buio a Reggio Emilia prima di risorgere a Bologna, alla corte di Renzo Ulivieri e sotto la guida di Sergio Buso, all’epoca allenatore dei portieri della squadra rossoblù. A Bologna si è sentito rigenerato, al punto da manifestare il desiderio di chiudere lì la carriera.
Invece, nella scorsa estate Fabio Capello, il tecnico che sedeva sulla panchina del Milan ai tempi dell’Antonioli sedotto e abbandonato, lo ha voluto tra i pali della sua Roma. Nonostante qualche momento difficile (e qualche contestazione della tifoseria) il numero uno ha superato anche questa prova.
Mai troppo appariscente, com’è nel suo stile, ma sempre affidabile e costante nel rendimento. Al punto che per lui si sono riaperte le porte di Casa Italia.
Dopo il gran rifiuto di Peruzzi, Dino Zoff ha pensato ad Antonioli per il ruolo di terzo portiere. Bel riconoscimento per un giocatore che viaggia verso i trentun’anni, che sa bene quale sarà il suo ruolo all’Europeo ma all’occorrenza saprà farsi trovare pronto.