Guido Di Fabio
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La classe operaia non va in paradiso
Chiediamo preventivamente scusa a Elio Petri, ma la classe operaia in paradiso non ci va quasi mai: lo meriterebbe sicuramente in molti casi, però finisce (più o meno) sempre allo stesso modo. Il paradiso può attendere, e l’attesa è eterna!
Il calcio, si sa, è la metafora della vita, perciò nessuno sconto, nessuna concessione: è il caso di Guido Di Fabio, classe 1965 da Martinsicuro (Teramo), 297 gare in Serie B, dieci campionati a far vita da mediano, a recuperar palloni, non gli hanno dischiuso le porte della massima serie, ma lo avrebbe meritato, se non altro per la generosità!
Una vita da mediano
Dall’esordio del 30 ottobre 1983 (Sambenedettese-Cavese 2-0, chi ben comincia deve aver fortuna…) al congedo che arriva l’11 giugno 2000 (sconfitta la sua Fermana, 2-1, a Terni) passano 17 anni, dieci dei quali vissuti in cadetteria a rincorrere quella sfera per chi poi doveva trasformare in oro (anche) il suo lavoro.
Sambenedettese, una fugace apparizione a Parma con immediata partenza per Messina, Piacenza, Castel di Sangro e Fermana le tappe di una carriera da protagonista, ma senza Serie A.
Zeman lo scarica
Il primo campionato di B è alla Sambenedettese nell’83-84: gli adriatici lo avevano prelevato dalla vicina Giulianova (C2), dove si era messo in luce con ben sette reti! Il quadriennio alla Samb lo vede in campo 100 volte, le prime due stagioni sono di apprendistato mentre nelle altre è titolare inamovibile dei rossoblù.
Nell’estate del 1987 passa all ambizioso Parma di Zdenek Zeman, ma il tempo di qualche amichevole e un paio di gare di Coppa Italia e parte per Messina dove in tre stagioni, tutte da protagonista, mette assieme 99 presenze più quella nel vittorioso spareggio salvezza con il Monza.
Benvenuto al Nord
Dopo quella gara si chiude una pagina importante e la successiva racconta di uno spostamento al Nord, a Piacenza, per vincere la C1 e mettere insieme per il 91-92 altre 31 gare nella serie cadetta.
Ormai Di Fabio è una garanzia, i suoi polmoni sono richiesti un po’ in tutto lo Stivale, ma le trattative con squadre della massima serie non vanno mai in porto, così la stagione 92-93 vede il forte centrocampista scendere in C1 a Caserta, poi due stagioni a Siena, ancora C1, e quindi la discesa in C2 nella Fermana, vicino casa, ultima tappa prima dell’addio?
Nossignori, con i canarini sale in C1 e di lui si ricorda Osvaldo Jaconi, che è alla ricerca di esperienza per il suo “miracolo” Castel di Sangro. Di Fabio accetta e, con 32 presenze e una rete, sarà una delle colonne che porteranno nel piccolo centro abruzzese un’incredibile salvezza in Serie B!
L’ultima promozione
La parentesi sangrina dura una sola stagione, poi il ritorno a Fermo per due anni in C1 nel secondo dei quali arriva l’impresa storica della salita in Serie B; per Di Fabio, confermato a furor di popolo, si tratterà della decima stagione nella seconda serie nazionale, nella quale metterà assieme 35 presenze (2 le marcature) che porteranno il totale a 297 gare disputate in cedetteria!
La Fermana comunque retrocede in C1, Di Fabio resta ancora una stagione e mezza e poi sbarca a Pescara, sempre in C1, per un ulteriore anno e mezzo prima di chiudere nel 2004 a Chieti, ancora C1, e successivamente dilettarsi nelle serie minori.
Il totale parla di 297 gare in B, 318 in C1 e 62 in C2, 677 gare tra i professionisti, milioni di chilometri macinati e nemmeno una panchina in Serie A: visto che non sempre la classe operaia va in paradiso?