16 settembre 1942, Muore Carlo Bigatto
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Narrano le cronache dell’epoca che Carlo Bigatto (Balzola, Alessandria, 29-8-1895 – Torino, 16-9-1942) fosse un tipo fuori dal comune, a cominciare dal look che esibiva in campo, ovvero un cappello bianconero – in omaggio alla Juventus, di fatto la sua unica squadra – con due “alette” che gli coprivano le orecchie. Fumatore incallito (c’è chi parla di 140 sigarette al giorno…), giocava a calcio per pubblicizzare la sua vera attività (gestiva un deposito di legname) e volle mantenere lo status di dilettante, rifiutando i contratti che gli offriva Madama.
All’inizio centravanti, nel 1915 si arruolò per partecipare alla Grande Guerra e quando nel 1919 tornò in campo lo fece da centromediano. Vinse il primo scudetto della Juve del Quinquennio da calciatore e il quinto da allenatore, divenendo – di fatto – la prima bandiera del club torinese. In Nazionale, per lui, 5 presenze e nessun gol, il tutto condito dall’alone dell’imbattibilità (quattro vittorie e un pareggio).